Adesso tocca a te!

Ferire la sensibilità degli altri…significa dimenticare di mantenere il contatto con la propria…fino al momento in cui a sua volta verrà ferita…


Nella moltitudine degli individui con i quali ci capita di avere a che fare nel corso della nostra vita, potremmo imbatterci in qualcuno che, a causa di sofferenze o di percorsi attraverso i quali ha appreso che ricacciare l’emotività in fondo a un angolo remoto del proprio essere interiore lo fa sentire più sicuro e più forte di fronte al mondo, ha perso completamente la capacità empatica di prendere in considerazione la sensibilità di chi in quel momento si trova davanti a lui. Molto spesso determinati atteggiamenti e comportamenti sono talmente acquisiti e automatici in questi soggetti da impedirgli di rendersi conto di quanto possano mancare di rispetto e, nei peggiori dei casi, ferire profondamente gli individui con i quali hanno a che fare.

Questa completa mancanza di tatto o di delicatezza può manifestarsi con frasi inopportune o con atteggiamenti immotivatamente aggressivi, laddove l’altro non ha fatto assolutamente nulla per provocare una reazione, oppure con comportamenti che evidenziano una totale mancanza di osservazione delle norme della buona educazione che dovrebbero essere alla base del vivere civile. Paradossalmente nel momento in cui viene loro evidenziato un disagio sembrano cadere dalle nuvole come se non riuscissero a comprendere cosa possano aver fatto per provocare una reazione di tale fastidio…e la cosa assurda è che è proprio vero: non riescono a realizzare e a motivare l’effetto perché non vedono la causa.

Cos’è che porta qualcuno ad agire o parlare senza prendere in considerazione la forte possibilità di ferire la sensibilità di un altro?

Perché a volte è così forte il senso di rispetto nei confronti di noi stessi e della nostra libertà di azione e di pensiero da dimenticare che altrettanto dovrebbe esserlo nei confronti di chi ci sta di fronte?


Qual è il percorso che ci porta a distaccarci così tanto dalla nostra sensibilità al punto di non considerare quella degli altri?

Spesso ciò che è capitato nel passato può indurre alcune persone a chiudersi nel proprio mondo e dare la precedenza solo e unicamente a se stessi, a ciò che desiderano, a ciò che li fa stare bene, a ciò che non vogliono, altrettanto spesso però mettono se stessi al di sopra di tutto dimenticando di avere a che fare con persone dotate di anima e di cuore alle quali la propria evoluzione può aver insegnato ad avere maggiore delicatezza nei confronti di chi sta loro davanti e a porre maggiore attenzione, pur mantenendo il proprio punto di vista e perseguendo ciò che li fa stare bene lasciando indietro il resto, al modo in cui viene espressa la propria ferma opinione senza per questo ferire qualcun altro.

Finché un giorno non si imbatteranno in qualcuno che si è disabituato in modo più forte di loro a percepire la delicatezza interiore di un altro individuo e che con il suo atteggiamento da elefante che avanza pesantemente nella savana li affonderà con una delle sue pesanti zampe senza neanche rendersene conto e continuando ad avanzare nella polvere senza volarsi indietro; quel giorno si rialzeranno lentamente, increduli che sia capitato proprio a loro, e cercando di ricomporsi dopo il colpo si sentiranno talmente feriti e segnati in quella sensibilità che avevano tanto soffocato e sbandierato di aver eliminato dal proprio modo di essere, da ricordarsi di tutte le volte che le loro zampate hanno affondato altre persone.

Quel giorno forse comprenderanno che la propria libertà di farsi valere esprimendo le proprie opinioni e volontà con comportamenti e modi di fare che non tengono in considerazione gli altri, deve necessariamente porsi come limite quella degli altri di non veder calpestata e ferita la propria sensibilità; quell’esatto giorno, se saranno capaci di farsi un sincero esame di coscienza, si renderanno conto di aver avuto la grande opportunità di vedersi come in uno specchio e di riprendere il contatto con quella sensibilità, che niente ha a che fare con la debolezza, che volutamente avevano perso.

 

Marta Lock