Attori o figuranti?

Nel gioco della vita l’emozione è una conseguenza… nel gioco delle emozioni la vita è un palcoscenico… e poi c’è la realtà in cui tutto avviene senza che ne riusciamo a comprendere la trama…

Molto spesso ci troviamo a fare il punto della situazione guardando dal di fuori il cammino compiuto e le lezioni apprese durante il viaggio intrapreso fino a quel momento, e non possiamo fare a meno di ammettere che, anche laddove eravamo determinati a lasciare da parte l’emotività per dare predominanza alla razionalità, alla concretezza e al pragmatismo, la naturale conseguenza di ciò che abbiamo vissuto è stata proprio l’emozione da cui siamo stati abbracciati o travolti in ogni frangente. A nulla è valsa la determinazione a rimanerne distaccati o a volerla provvisoriamente escludere in virtù di un obiettivo da perseguire o a seguito di ferite ancora da risanare, lei ha comunque preso il sopravvento determinando un brusco cambiamento di rotta oppure semplicemente arricchendo il percorso di una luce inaspettata che ha fissato indelebilmente nella memoria un traguardo, una meta, un evento. Perché in fondo è sempre la sfera emotiva a rendere tutto più vivo, più esaltante e avvincente, malgrado il timore che possa solo distrarci da una fase in cui vorremmo far prevalere la mente.

Nell’alternanza tra desiderio di concretezza e rigore, e il sopraggiungere delle maree emozionali, riusciamo a comprendere che in fondo tutto ha un senso, che spesso le sensazioni da cui nostro malgrado siamo investiti servono per indurci ad affrontare e prendere atto della nostra natura incredibilmente umana, quella che non riesce a prescindere da tutto quel mondo interiore e intimo che troppo spesso tentiamo di mettere a tacere temendo che ci renda vulnerabili. Alla luce delle considerazioni che ci troviamo a fare nel momento della riflessione, quello che giunge quando avvertiamo la necessità di guardarci indietro per comprendere l’andamento della nostra esistenza, per cercare di capire e di trarre insegnamento da tutto ciò che si è verificato ed è accaduto nel passato più o meno recente, non possiamo fare a meno di negare che forse, a dispetto delle convinzioni precedenti in realtà tutto sembra essere stato dominato esattamente dalla sfera emozionale, da quella girandola di sensazioni che ha reso tutto ciò che accadeva il suo personale palcoscenico. In alcuni casi ci siamo sentiti decisamente protagonisti della commedia esistenziale, credendo di poter determinare la presenza o l’assenza del nostro lato interiore, eppure, in quell’analisi a posteriori, realizziamo che in realtà non siamo riusciti nel nostro intento perché ciascun accadimento, ogni evento, anche quello più pratico e tangibile è stato accompagnato e celebrato dalla sensazione che ne è conseguita.

Come mai, malgrado la determinazione a lasciar fuori dalla nostra esistenza la sfera emotiva, ne siamo costantemente travolti?

Perché in virtù di questo contrasto, ci sentiamo incapaci di autodeterminarci sentendoci trasportati da forze emozionali che non riusciamo a gestire né tanto meno a escludere?

Non è pur sempre la nostra natura quella che ci conduce a confrontarci con il nostro mondo interiore?

Siamo solo figuranti oppure inconsapevoli attori di ciò che accade?

Gli eventi che si susseguono e il segno che lasciano all’interno di noi sono determinati dalle azioni che compiamo e dalle reazioni che ne scaturiscono, anche se crediamo, fin troppo spesso, che siano il fato, il caso, il destino a mettersi in azione senza che noi possiamo fare nulla; anche quel contrasto tra necessità di distaccarsi dal mondo emozionale e la presa d’atto che in realtà esso rientra costantemente in ogni frangente della vita, non appartiene a qualcosa di esterno a noi bensì a quell’indole semplicemente umana che ci contraddistingue, costituita da decisioni, ripensamenti, immobilità e poi dinamicità. È solo diventando consapevoli di quanto tutto dipenda da noi, di quanto in fondo non possiamo estraniarci dall’universo morbido e intimo delle sensazioni che contraddistinguono ciascun passo compiuto, che comprenderemo quanto in realtà siamo i primi attori assoluti della nostra esistenza perché le circostanze che si verificano appartengono a quel percorso necessario a indurci a evolvere, e che solo in un secondo momento saremo in grado di scoprire, di portare alla luce.

E così accetteremo quel predominio della sfera emotiva che di fatto non ci travolge bensì ci rende più consapevoli della nostra forza e della nostra capacità di scegliere e di determinare gli eventi in quel palcoscenico inconsapevole che è la trama della vita.

 

 

Marta Lock