E un giorno all’improvviso…ci rendiamo conto che sparito il dolore…risanate le ferite…il cuore continua a correre nella stessa direzione…dalla quale ha tentato di scappare…
La vita a volte compie dei percorsi davvero strani e tortuosi per farci giungere alla consapevolezza di ciò di cui abbiamo davvero bisogno, e molto spesso lo fa costringendoci a fare scelte dure, dolorose oppure semplicemente inconsapevoli perché nel momento in cui le prendiamo non abbiamo ancora chiare molte esigenze, motivazioni e meccanismi che si comprendono solo dopo aver lasciato passare del tempo. Spesso le ragioni che ci hanno spinti a scappare a gambe levate da qualcuno o da qualche situazione che non ci faceva sentire bene, si ridimensionano notevolmente lasciandoci in bocca il sapore un po’ amaro della nostalgia per qualcosa che non abbiamo saputo gestire nel modo giusto a causa di incomprensioni che nel momento in cui le abbiamo vissute ci sembravano insormontabili.
Il periodo, più o meno lungo a seconda del percorso personale di ognuno di noi, ci ha indotti a provare strade diverse, persone anche opposte a quella dalla quale eravamo scappati, provando, tentando di trovare ciò che realmente ci soddisfa e ci appaga. Quindi ci siamo buttati in relazioni belle, complete che hanno avuto il potere di risanare il nostro cuore, curare le ferite che bruciavano tanto permettendoci di riacquistare quella fiducia in noi stessi che avevamo perso e che era stata fatta pericolosamente traballare in passato, e facendoci raggiungere un equilibrio che prima non avevamo. Può succedere poi che le nostre relazioni appaganti e rassicuranti inizino a sfumare, non per scelta di nessuno dei due, semplicemente perché non tutto nella vita può durare per sempre. A quel punto potremmo trovarci a pensare di nuovo al soggetto che aveva provocato la nostra fuga e ai momenti trascorsi insieme, ripercorrendo come in un film tutti gli episodi in cui ci siamo scontrati e realizzando che, invece di combatterci, forse avremmo potuto trovare un modo diverso di comunicare.
Perché quando non riusciamo a gestire una situazione anziché cercare il modo per andare incontro all’altro preferiamo scappare?
Qual è il meccanismo per il quale ci convinciamo che una persona è da allontanare quando un sentimento è così forte da coinvolgerci totalmente, anziché lottare insieme per costruire qualcosa?
E soprattutto, se eravamo davvero convinti di avere davanti la persona sbagliata, come mai continuiamo a pensare a lei nonostante sia passato molto tempo?
Abbiamo cercato in tutti i modi di ricostruirci una vita, di dare un senso razionale alla scelta di allontanarci, convinti di ciò che stavamo facendo e consapevoli di non poter stare con lei, ma il suo ricordo ci tormenta senza lasciarci tregua, e più conosciamo altre persone più lei rimane lì, sul gradino più alto. Tutti i tragitti percorsi, le scelte fatte, i bivi per i quali abbiamo optato riconducono, alla fine, sempre e comunque a lei. Quindi pensiamo e ripensiamo a come fare per tentare un approccio, anche se il precedente epilogo era stato talmente pessimo da non aver lasciato spazio ad alcuna possibilità di contatto; alla fine però diventa talmente tanto urgente il tentativo di provare che decidiamo di infischiarcene della possibile risposta e ci facciamo avanti, convinti che nella peggiore delle ipotesi assisteremo a un gelido silenzio.
Invece potrebbe essere che non solo riceviamo una risposta, ma che i toni siano completamente diversi rispetto al passato, che anche l’altro ci sorprenda dimostrandoci il piacere di avere di nuovo a che fare con noi confessandocelo con sincerità, laddove in precedenza il suo e il nostro orgoglio ci avevano impedito anche la minima ammissione piacevole, troppo presi a farci la guerra per comprendere quanto invece fossimo importanti l’uno per l’altra. E potrebbe nascere una nuova stagione, dove tutto diventa improvvisamente più semplice, dove i meccanismi di difesa vengono improvvisamente abbattuti da un modo di porsi completamente diverso, forse perché il percorso compiuto da noi, grazie al quale abbiamo raggiunto una nuova e serena consapevolezza, è lo stesso che ha compiuto l’altro, portandoci inevitabilmente ma senza costrizioni o forzature a modificare quegli spigoli acuti che avevano reso impossibile il rimanere insieme.
Perché se un cuore è tanto ribelle da scegliere di scappare piuttosto che accettare compromessi,nonostante stia sanguinando, lo è altrettanto da portarci solo nella direzione in cui decide di andare, che spesso coincide proprio con quella da cui è fuggito.
Marta Lock