Dissonanze elettive

Il momento in cui non ci sentiamo compresi… è lo stesso nel quale realizziamo… che probabilmente non abbiamo davanti l’interlocutore giusto…

Interfacciarci con persone differenti, molte delle quali sono state importanti nella nostra esistenza per un periodo più o meno lungo, ci ha indotti a trovare incredibile facilità di dialogo e di interazione oppure, al contrario, abbiamo riscontrato enormi difficoltà nel riuscire ad avere un punto di vista convergente o, quanto meno, a trovare un punto di incontro che non richiedesse una continua necessità di scendere a patti con noi stessi e con l’altro. Per di più questo tipo di interrelazione complicata ha caratterizzato spesso i rapporti a cui tenevamo maggiormente, quelli con le persone che avevamo creduto sarebbero divenute via via più importanti fino ad accompagnare molto a lungo il nostro cammino; in quei casi la continua ricerca di un punto di incontro, di una terra di mezzo tra visioni tanto opposte, si è rivelata una strada faticosa, estenuante, logorante perché la forza dell’emozione, sia che si trattasse di un’amicizia o di un amore poco cambiava, ci induceva a restare fermi e combattere per trovare continue soluzioni e vie d’uscita ai problemi mentre le circostanze continuavano a metterci di fronte all’impossibilità di dare una svolta positiva al rapporto.

Eppure abbiamo creduto fortemente fosse possibile superare quell’immobilità tra la nostra personalità, i valori e lo sguardo verso la vita, e quelli dell’altro avendo a volte l’impressione di non parlare la stessa lingua o, più propriamente, di dare un senso e un peso alle medesime parole completamente divergente. Malgrado la volontà di lasciar prevalere l’emozione abbiamo dovuto soccombere, siamo stati costretti a gettare la spugna perché non riuscivamo ad avere e mantenere un equilibrio tra le rispettive diversità e dunque abbiamo lasciato che le cose seguissero il loro corso. Poco dopo ci è successo di incontrare qualcuno di completamente affine a noi, molto più simile nei valori, nel modo di intendere la quotidianità o l’eccezionalità ma comunque in perfetta armonia con tutto ciò che per noi contava; in quel caso la semplicità di dialogo ci ha lasciati stupiti a domandarci come fosse possibile avere la possibilità di essere capiti anche solo attraverso uno sguardo, tanto l’intesa era forte, comprendendo l’importanza di una sintonia che non è solo qualcosa di ideale verso cui tendere bensì la chiave per avere dei rapporti sereni e soddisfacenti.

Perché ci eravamo tanto ostinati a trovare un punto di incontro con qualcuno di troppo diverso da noi invece di comprendere che sarebbe stato meglio rivolgere la nostra attenzione verso un altro individuo con cui scoprire maggiori affinità elettive?

Come mai ci sentivamo tanto legati emotivamente a qualcuno con cui la quotidianità era tanto complessa proprio in virtù di quelle differenze insuperabili?

Per quale strano disegno siamo dovuti entrare in contatto con il nostro opposto per comprendere che sarebbe stato meglio orientarsi verso altro?

Il percorso di crescita personale è costituito da tentativi, da circostanze funzionali all’apprendimento e alla conoscenza di noi stessi, anche gli scontri e i fallimenti ci hanno permesso di comprendere cosa sia importante, cosa auspichiamo di avere nella nostra vita e cosa invece dovremmo evitare. Tra queste conoscenze acquisite c’è anche il tipo di relazione che desideriamo avere, quanto per noi sia importante lo scontro e il confronto e quanto invece la serenità di un lago calmo sulla riva del quale sederci e proseguire il resto del cammino; tuttavia è stato proprio in virtù dell’antagonismo, di quel cercare di avere un dialogo costruttivo, di inseguire un punto di incontro, che la nostra personalità si è formata, che ha smussato i propri angoli, lasciato indietro ciò che non era importante mantenere e mantenuto ciò che invece costituiva un principio irrinunciabile.

Così giungiamo a comprendere che in fondo quelle dissonanze, quelle difficoltà, ci hanno condotti verso quel qualcuno con cui tutto è più semplice, ci hanno permesso di comprendere la differenza tra un rapporto disarmonico e per questo faticoso, e un altro completamente armonico in cui il proseguire dell’evoluzione avviene insieme all’altro e non in contrasto con lui. Ci hanno fatto apprendere la piacevolezza della semplicità e della serenità piuttosto che trascorrere la vita risolvendo estenuanti conflitti e complicazioni relazionali.

 

 

Marta Lock