E poi diventi forte

Le insicurezze costituiscono la nostra debolezza… fino al momento in cui non ne prendiamo coscienza… e così scoprendole ne diminuiamo la forza…

Se guardiamo ciò che abbiamo lasciato alle spalle, la fatica di trovare un bandolo a matasse che sembravano non averne, l’inaspettata capacità di reazione a tutto ciò che ci è successo, nel bene e nel male, comprendiamo quanto ci siamo trasformati e quanto siamo maturati rispetto al punto di partenza. Ci sentiamo forti e sicuri proprio in virtù delle conquiste che abbiamo ottenuto, dei passi in avanti che abbiamo compiuto e delle volte in cui ci siamo dovuti riprendere dopo una sconfitta, dopo una caduta che sembrava farci sgretolare la terra da sotto i piedi e invece così non è stato perché siamo qui, in piedi e consci di aver scelto di reagire.

Eppure c’è stata una lunga fase in cui tutto era diverso, in cui il senso di inadeguatezza o di insicurezza aveva vinto sulla fiducia in noi stessi mentre ci rifiutavamo ostinatamente di volerle ammettere quelle debolezze, fingendo che non facessero parte di noi in qualità di esseri umani, bensì credendo che ignorandole o nascondendole arrivassero a sparire, cancellarsi, invisibili a un mondo che vedevamo come l’antagonista pronto ad attendere un nostro passo falso per servirsene a nostro svantaggio. In alcune situazioni questa è stata persino una buona tattica difensiva ma, sulla lunga distanza, non ci ha permesso di effettuare quella trasformazione, quell’evoluzione consapevole verso una fase più adulta, più equilibrata, più cosciente di ciò che eravamo.

Alcuni addirittura hanno sviluppato la tendenza a far sentire deboli gli altri pur di non scoprire la propria parte fragile, perché a volte ammettere di essere semplicemente umani fa paura, rivelare una cicatrice impensabile, lasciar intravedere l’interno morbido dietro la corazza dura assolutamente non concepibile. Ma, con il tempo, sono proprio loro, gli inossidabili, a vacillare di più perché in fondo sanno di non essere più se stessi neanche quando si mettono davanti allo specchio, perché non hanno mai guardato in faccia i loro timori, non hanno preso in mano le ferite lasciando che cicatrizzassero, le hanno semplicemente nascoste sotto un cumulo di cerotti invisibili che non sono serviti a guarirle.

Come mai per alcuni è così difficile affrontare le proprie insicurezze come parte di sé e interiorizzarle fino al punto di lasciarle affiorare e accoglierle nel proprio modo di essere, imperfetto ma umano?

Perché fa tanta paura compiere quel passo fondamentale e necessario a comprendere le origini di quelle fragilità, riassestarle su un livello di maggiore coscienza e provare a capirle, a dar loro un senso?

Spesso non ci rendiamo conto che quello stato di stabilità che abbiamo acquisito, quella sensazione di aver superato ostacoli e scalato montagne è legata proprio all’interiorizzazione di alcuni limiti che nel momento in cui combattevamo abbiamo scelto di oltrepassare, anche se non lo abbiamo fatto in maniera del tutto consapevole bensì seguendo un intuito che ci suggeriva dove e come fare ma che di fatto ci ha indotti a una crescita nella direzione migliore per noi. Questo succede perché l’istinto ci spinge verso una reazione immediata davanti a un ostacolo che la vita mette lì forse proprio per farci guardare dritto negli occhi quel qualcosa che rifiutavamo di guardare, forse esattamente ciò che più volevamo nascondere, costringendoci a farlo in un modo più impellente, più necessario, meno riflessivo ma non per questo meno incisivo.

E dunque ci rendiamo conto che quella fragilità che tanto avevamo paura di mostrare, ha diminuito la sua forza nel momento in cui siamo riusciti a superarla, non fa più così paura perché l’abbiamo semplicemente guardata negli occhi e compreso che si era ridimensionata, che non era poi così tanto forte se siamo riusciti a superarla senza farci male, se siamo sopravvissuti. Abbiamo acquisito così maggiore consapevolezza, maggiore autocoscienza e sicuramente siamo ancora in piedi dopo la caduta, più sicuri della nostra imperfezione ma non per questo più deboli, anzi.

In realtà la forza più grande sta esattamente nell’ammettere le nostre debolezze, nel prenderle per mano e accoglierle facendole diventare alleate di una personalità sfaccettata, forte e fragile, timorosa e coraggiosa, a volte incoerente e proprio per questo meravigliosamente unica.

 

Marta Lock