Fiori d’acciaio

La luce che abbiamo dentro… non si spegne o si accende in virtù di chi entra o esce dalla nostra vita… bensì dalla nostra forza e determinazione nel mantenerla accesa…

Quante volte ci siamo trovati in situazioni nelle quali eravamo immersi in un grigio da cui pensavamo di non riuscire a uscire?

Per quante volte, dopo una caduta che ci sembrava averci tolto il sorriso, ci siamo invece rialzati più forti e sorridenti di prima?

Perché in quei momenti abbiamo messo nelle mani di altri la nostra serenità, felicità, tranquillità dando loro il potere effettivo di togliercele nel momento in cui sarebbero usciti dalla nostra vita?

Come mai a volte, nonostante le precedenti esperienze continuiamo a credere che tutto sia al di fuori di noi e che è l’esterno che abbiamo accanto a determinare la nostra capacità di essere felici?

Nel corso della vita andiamo incontro a vette incredibilmente alte seguite spesso da altrettante ripide discese e ci rendiamo conto di quanto tutto passi velocemente, di quanto la felicità sembri essere un’illusione, una chimera, che ogni volta che siamo certi di averla raggiunta, inspiegabilmente si allontana. E poi, altrettanto inspiegabilmente e inaspettatamente torna da noi, in modo meno intenso ma costante, nel momento in cui ci troviamo nel limbo dell’aver superato il passato e nell’attendere il futuro grazie al quale, ci diciamo, potremo di nuovo salire su quelle alte vette che ci fanno sentire al massimo. E quando le circostanze ci mettono di nuovo di fronte a un’opportunità ci tuffiamo di nuovo, mani e piedi, in quella sensazione che sembra accenderci una luce interiore che pensiamo di non avere quando siamo nel limbo, quella gioia esaltante dalla quale non vorremmo mai allontanarci.

Dunque di nuovo mettiamo nelle mani degli altri l’interruttore di quella luce che non riusciamo a comprendere che esiste dentro di noi indipendentemente dalla mano che la accende o la spegne, un po’ perché non siamo abituati a imparare a stare bene con noi stessi prima che con gli altri, un po’ perché, tutto sommato, è più facile attribuire a qualcuno che non siamo noi la responsabilità di ciò che non siamo capaci di trovare da soli. La realtà però, prima o poi, ci cade addosso improvvisamente, in un momento in cui magari siamo tranquilli, sereni e in pace, senza grossi scossoni emotivi né ferite da risanare, così, liberi di vivere come più desideriamo, ci rendiamo conto di essere già felici, senza esaltazioni particolari ma senza aver bisogno di altro per sentirci realizzati. Siamo noi, semplicemente noi, con quella luce particolare negli occhi non perché è generata dalla presenza di una mano che aziona l’interruttore, non perché ci specchiamo nello sguardo di un altro bensì perché sappiamo di aver raggiunto la forza e la consapevolezza che prima di cercare la felicità con qualcuno dobbiamo sapere di poterla trovare in noi.

Dunque, più consapevoli della luminosità che non è altro che lo specchio della nostra anima, della sensibilità interiore, della capacità di essere felici per ciò che abbiamo anziché insoddisfatti per ciò che non abbiamo, camminiamo eretti, sorridenti e assorti in un mondo che è bello a prescindere, come fiori d’acciaio che sopravvivono alle tempeste, alle nevicate, agli uragani e alle acque calme e, forse in quella fase positiva di autoconsapevolezza di tutto ciò che già abbiamo e che siamo, incontriamo qualcuno che viene colpito proprio da quella luce che sa di non poter accendere perché era lì già prima di lui e lo sarà anche dopo, se la sua strada si separerà dalla nostra.

Qualcuno che non avrà bisogno di sentire il potere tra le mani, che non avrà la necessità di piegare il nostro stelo d’acciaio per capire la forza di un sentimento o di controllare il proprio, qualcuno di cui non avremo bisogno per stare bene, qualcuno a cui non aggrapparci per necessità generata dall’incapacità di vivere in autonomia la vita che ci piace, qualcuno che spontaneamente scegliamo non perché penseremo di non poter vivere senza, bensì solo e unicamente perché accanto a lui sappiamo che la nostra vita sarà più bella di quanto non lo sia già.

Un fiore d’acciaio la cui luce si unisca alla nostra sapendo di non volerla mai spegnere.

Marta Lock