L’esperienza ci insegna a non fidarci degli inaffidabili… e a non ascoltare gli incoerenti… sta a noi apprendere l’insegnamento e farne tesoro…
La parola esperienza racchiude in sé un intero mondo fatto di incontri, di scontri, di speranze, di attese, di disillusioni, di persone entrate e uscite dalla nostra vita e di episodi che resteranno indelebili nella nostra memoria, emotiva e non; la stessa parola spesso viene messa in secondo piano rispetto alla convinzione che ogni persona sia diversa da un’altra, che ognuna costituisca un mondo a sé e che non necessariamente ciò che abbiamo visto accadere con qualcuno si ripeterà in modo identico con qualcun altro di simile e che dobbiamo lasciare aperta la porta al beneficio del dubbio. E’ anche vero però che sappiamo perfettamente di non volerci mai più ritrovare a raccogliere i pezzi di qualcosa che si è spezzato per sempre, perché riprendersi diventa sempre più faticoso e perché fidarsi diviene più difficile. Così alziamo una barriera difensiva dietro la quale ci mettiamo per tutelarci finché poi non ci troviamo di nuovo di fronte a una situazione alla quale non riusciamo a resistere, incredibilmente simile a quelle che avevamo raccolto nelle esperienze passate, quelle che ci avevano visti affascinati, davanti allo spettacolo di magia dell’illusionista di turno.
Per quale motivo ci affascina tanto il prestigiatore inaffidabile che oggi c’è e domani sparisce?
Perché ci fa sorridere e ci attrae quella strana incoerenza che invece dovrebbe essere un campanello d’allarme sufficiente a farci scappare subito?
Come mai, nonostante le esperienze passate, continuiamo a dirci che in fondo quell’instabilità un po’ ci piace perché ci fa sentire vivi e perché guardare il gioco dell’inaffidabile di stimola?
E’ vero, come ci raccontiamo, che è proprio quello il tipo di persona che fa per noi, oppure la nostra è paura di un rapporto stabile?
Effettivamente, se ci riflettiamo bene, questo genere di relazioni sono poco impegnative poiché l’altro non chiede nulla anzi, semmai è più impegnato a impedire a noi di chiedere, pensando bene di eclissarsi quando le nostre esigenze iniziano a farlo sentire in trappola; in altri casi invece, quando ci troviamo davanti all’incoerente, quella sua altalena tra la decisione e l’indecisione, tra il fare e il non fare, tra il compiere una scelta e il negare subito dopo di averla fatta, ci fa impazzire ma al tempo stesso ci distrae dal domandarci se noi vogliamo davvero intraprenderla una strada decisa e ben definita. Dunque, pur sentendoci vittime delle circostanze, della storia che continua a ripetersi, del destino che si accanisce contro di noi mettendoci sempre faccia a faccia con soggetti inaffidabili, instabili, poco solidi, in realtà siamo proprio noi a decidere di avvicinarci a loro.
Forse perché non abbiamo ancora raggiunto quell’equilibrio che ci porti a sapere di cosa abbiamo davvero bisogno, forse perché non abbiamo ancora fatto i conti con un passato difficile da dimenticare, forse perché per primi non saremmo in grado di dare la stabilità che pensiamo di volere e così scegliamo che è meglio inseguire qualcosa che, una determinata tipologia di persone non è predisposta a darci. Così, un po’ per caso poiché normalmente questi prestigiatori emotivi si ammantano del fascino dell’imprendibile, un po’ per scelta poiché non abbiamo ancora ben chiaro cosa vogliamo essere e cosa vogliamo fare da grandi, continuiamo a farci ammaliare dai loro giochi e a lasciarci manipolare dal loro mistero.
Fino al momento in cui finalmente troviamo il nostro centro, sentiamo di aver raggiunto il nostro equilibrio e scopriamo di cosa abbiamo bisogno per stare bene; il momento in cui tutta l’esperienza fatta non è più un peso che ci fa sentire vittime delle circostanze, bensì un mezzo di conoscenza di noi stessi, un sospiro di sollievo grazie a cui ora, nel momento più giusto, sappiamo di aver compreso il passato e di dover ringraziare quegli scanzonati funamboli che ci hanno divertiti, abbindolati, affascinati, e tenuti a sé, per averci fatto compagnia mentre cercavamo la strada migliore per noi.
In quello stesso momento non avremo più paura della stabilità, non saremo più attratti dalla fuga e dall’incertezza, non avremo più bisogno di inseguire, perché sappiamo chi siamo e dove vogliamo stare. Allora sì che faremo tesoro dell’esperienza del passato per cominciare a vivere un nuovo presente in cui tutto è più sereno, certo, solido perché saremo noi a essere così.
E poi tutto arriverà.
Marta Lock