In bilico

Dopo tanto tempo passato ad andare…per voler tornare…ad allontanarci…per sentire la mancanza…a inseguire…per farci poi inseguire…giungiamo al momento in cui…semplicemente vogliamo avere…fermarci e restare…finalmente restare…

 In alcune fasi della nostra esistenza ci sentiamo in balìa degli eventi, quasi incapaci di prendere una decisione chiara, oppure fermamente convinti di una cosa della quale il giorno dopo non siamo più tanto sicuri, al punto da rendere necessario un repentino cambiamento di rotta, seguito poco dopo da un altrettanto impellente bisogno di tornare di nuovo sui nostri passi. Spesso questo tipo di atteggiamento è conseguente a una destabilizzazione totale della vita condotta fino a qualche tempo prima, che da un lato ci appagava e ci piaceva, dall’altro però ci faceva sentire in trappola, oppure ci provocava sofferenza o noia.

 Sia che siamo stati protagonisti o passivi spettatori del processo di rottura dell’ordine precedente, ne segue inevitabilmente un periodo di confusione, tanto più profondo e disordinato, quanto più a lungo è durata la situazione dalla quale siamo usciti o più marcata è stata la sofferenza che ci ha provocato. Il periodo di caos, se da un lato ci fornisce la preziosa opportunità di conoscere un po’ più a fondo noi stessi senza bisogno di relazionarci o adeguarci alle esigenze di un altro, dall’altro, soprattutto se siamo persone abituate ad avere le situazioni ben chiare nella nostra testa, ci fornisce la spiacevole sensazione di essere totalmente fuori controllo, privi di un’ancora che ci permetta di stabilire dei punti fermi.

Perché la reazione alla chiusura di una pagina, di un capitolo della nostra vita ci provoca reazioni tanto forti quanto instabili?

Per quale motivo diventa impellente il bisogno di costruirci un’esistenza provvisoria nella quale ci affanniamo ad agire in modo esattamente opposto a quanto fatto fino a un momento prima?

Cos’è che ci porta a desiderare di vivere nel dubbio e nell’incertezza dandoci l’illusione di essere liberi, ma imprigionandoci di fatto nella rete della sregolatezza e del caos?

In realtà, se eravamo abituati ad avere un riferimento, una persona alla quale rendere conto, che si prendeva cura di noi, e che costituiva un limite agli eccessi dai quali potevamo essere tentati, una volta terminata quella situazione, ci sentiamo privi di quel freno che, a seconda dei casi, ci piaceva o ci faceva sentire limitati nel nostro campo d’azione, inducendoci, per reazione generata dal senso di rivalsa o dal ritrovare la tanto sospirata libertà, a buttarci in quei comportamenti fuori dalle righe che mettono a rischio noi e le persone con le quali abbiamo a che fare in questi momenti.

Ma fondamentalmente ciò che ci rendiamo conto di volere davvero, dopo un periodo più o meno lungo di disordine totale, è trovare qualcuno che ci prenda per mano e ci chieda di sederci accanto a lui, senza costringerci, semplicemente inducendoci a desiderare di stare fermi per un po’, così spontaneamente da farci dimenticare lentamente quel periodo di caos durante il quale abbiamo conosciuto e lasciato andare persone che potevano anche diventare importanti, ma che, probabilmente, non erano in grado di far nascere in noi un desiderio abbastanza forte di mettere fine alla fuga da tutto e da tutti che stavamo vivendo nell’attimo in cui le abbiamo incrociate.

Perché nel momento in cui ci sentivamo in bilico tra passato e futuro, tra ciò che eravamo, e ciò che volevamo essere, tra il luogo dal quale venivamo e quello verso il quale volevamo andare, tra la situazione dalla quale fuggivamo e quella che stavamo cercando di raggiungere, ci trovavamo in un limbo di incertezze, di domande, di esigenza di scoprirci e di scoprire, di sperimentazioni, chiunque ci fossimo trovati davanti avrebbe costituito un ostacolo a quel necessario processo di autocoscienza e di crescita fondamentale a capire noi stessi; perché in queste particolari fasi dell’esistenza l’unica cosa che possiamo fare è accettarle come parti fondamentali di un percorso che ci farà comprendere ciò che vogliamo e ciò che desideriamo escludere, ciò di cui abbiamo bisogno per stare bene davvero e ciò che ci fornisce solo una soddisfazione temporanea ed effimera.

Solo dopo questo cammino saremo guariti dal passato, pronti a girare pagina e scrivere un nuovo capitolo della nostra esistenza, finalmente più solidi ed equilibrati, pronti anche a fermarci, se riconosciamo di avere di fronte qualcuno per cui valga la pena farlo.
Marta Lock