In punta di piedi

Forse ciò di cui abbiamo davvero bisogno…non è di qualcuno che entri in modo invadente nella nostra vita…bensì di qualcuno che giunga inaspettato e silenzioso…conquistando in punta di piedi il suo posto da protagonista…

Arrivati a un certo punto della nostra vita, quando i binari lungo i quali corre la nostra quotidianità raggiungono una rassicurante tranquillità che ci permette di andare avanti serenamente e senza squilibri che ci destabilizzerebbero, decidiamo che è quasi meglio organizzarci le nostre cose senza doverle condividere con nessuno o fargli spazio in ciò che, per abitudine, spazio non ha. Scandire i ritmi dei nostri impegni, scegliere con chi e quando trascorrere il nostro tempo libero, pianificare da soli tutto ciò che non richiede di doversi adeguare a nessun altro, ci regala una sensazione di autonomia e libertà che arriviamo a credere non abbia prezzo.

Questo perché abbiamo vissuto situazioni in cui i nostri spazi, i nostri ritmi erano stati letteralmente invasi dalla presenza di qualcun altro al punto di indurci a sconvolgere completamente ogni impegno e ordine adeguandoci alle esigenze dell’altro, salvo poi sentirci intrappolati in qualcosa che non eravamo più tanto sicuri di volere o che ci relegava in un’area individuale troppo ristretta per stare davvero bene. Abbiamo avuto a che fare con persone che volevano a tutti i costi diventare immediati protagonisti della nostra esistenza come se per tutta la vita non avessimo fatto altro che aspettare il loro arrivo, come se avessimo quasi dovuto essere loro grati per aver fatto ingresso nella nostra, a parer loro, noiosa routine.

Perché a volte le persone credono di poter sconvolgere completamente la vita di un’altra senza chiederle se davvero desidera farlo?

Cos’è che fa credere loro di dover difendere con le unghie e con i denti i propri spazi e la propria autonomia fagocitando invece la libertà e il tempo degli altri?

Perché non hanno la pazienza e la costanza di attendere che siamo pronti ad accoglierli nella nostra vita senza viverla come una vera e propria invasione?

A volte le abitudini acquisite nel corso del tempo ci mettono in una situazione di tale equilibrio da farci credere di non volere più che niente e nessuno torni a destabilizzarli perciò tutto ciò che mina la sicurezza raggiunta ci mette automaticamente in una posizione di difesa che prima o poi porta a un conflitto tra noi e chi pretende di non attendere che il desiderio di creargli degli spazi venga spontaneamente da noi.

D’altronde noi stessi in molte occasioni abbiamo dovuto imparare la dura lezione che l’impazienza spesso non paga e porta a repentine fughe e allontanamenti da pare di chi la subisce e forse, da quella stessa lezione, abbiamo appreso ad apprezzare proprio quegli spazi che in passato eravamo stati ansiosi di conquistare rendendoci incapaci di accettare le richieste di attesa che ci venivano rivolte. Con il tempo e a seguito di lunghi e dolorosi esami di coscienza abbiamo imparato che anche noi in fondo abbiamo bisogno di tempo per creare quelle aree di spazio che piano piano possono anche ingrandirsi ma solo e unicamente secondo i nostri tempi e i nostri ritmi, perché solo in questo modo non ci sentiremmo minacciati, solo in questo modo saremo sicuri che è proprio a chi abbiamo di fronte che vogliamo fare spazio.

Acquisita questa consapevolezza decidiamo che possiamo andare avanti bene anche da soli e forse in quel momento si disegna quel meccanismo imprevisto quanto speciale di incontrare chi comprenda perfettamente la nostra esigenza non perché si adegui a noi, quanto perché fa parte anche del suo modo di essere; una persona con i propri spazi, i propri ritmi, i propri impegni la quale però giorno dopo giorno sentirà l’esigenza di avvicinarsi di più a noi, lentamente, quasi per caso, senza che questo la destabilizzi.

Così, lentamente e in punta di piedi le vite di entrambi troveranno sempre più punti di incontro, lasciando fluire il piacere di stare insieme che potrebbe diventare via via più frequente, e l’esigenza di stare lontani via via meno prolungata… così settimana dopo settimana, gli spazi si intrecceranno, le vite si adegueranno alla presenza dell’altro diventando non più figuranti bensì protagonisti di una nuova pellicola.

 

 

Marta Lock