Invisibile ma immobile

In alcuni casi il modo migliore per far sentire la propria presenza…è essere capaci di fare un passo indietro e diventare assenti…lasciando che l’altro si dedichi a qualcosa di importante che non riguarda noi…

Quando finalmente tutto ciò che avevamo sognato si realizza, quando ciò che avevamo aspettato succedesse finalmente succede e ciò che inizialmente aveva tutte le caratteristiche dell’incerto si trasforma lentamente in qualcosa di diverso, più stabile, più rassicurante sui sentimenti e le intenzioni dell’altro, potremmo trovarci a dover fare i conti con qualcosa che potrebbe mettere alla prova la nostra capacità di fare parte di una coppia, qualunque siano i confini e le connotazioni che diamo a questa parola. Perciò il frequentare la persona che tanto ci piace e ci interessa non è più limitato solo al vedersi quando capita e quando entrambi siamo concentrati solo e unicamente sull’incontro bensì diviene qualcosa di superiore, assume un significato diverso che comprende anche il saper condividere i momenti più o meno difficili che ognuno ha nella propria vita.

Certo ogni persona è diversa, così come lo è la reazione davanti ai piccoli o grandi ostacoli, perciò potremmo trovarci davanti a qualcuno che si mostra nervoso e dà risposte che apparentemente nulla hanno a che vedere con le domande che gli abbiamo posto oppure con chi si dimostra abbattuto e cerca la nostra consolazione facendoci sentire investiti, a volte, di una responsabilità troppo grande per la fase in cui si trova il rapporto. Poi c’è chi, proprio per evitare di essere sopra le righe e risponderci in modo eccessivamente alterato senza apparente motivo o di non farsi vedere demoralizzato o triste o colpito dalla situazione che sta vivendo, preferisce chiudersi, allontanarsi e leccarsi le ferite per non coinvolgerci in qualcosa che non lo fa stare bene.

Inizialmente la reazione umana sarebbe quella di parlare e spiegare che non è necessario tenerci fuori da una parte della sua vita nella quale vorremmo in qualche modo entrare, non tanto per curiosità quanto per cercare di capire il problema e essere di aiuto o quanto meno di sostegno, solo per fargli comprendere che ci siamo e che può appoggiarsi a noi perché noi lo sosterremo sempre.

Perché a un certo punto del nostro percorso di crescita personale diventa tanto difficile ammettere di avere un problema e accettare che l’altro ci stia accanto?

Per quale motivo ci spaventa di meno allontanarci e chiuderci piuttosto che chiedere il sostegno di chi ha dimostrato di amarci?

Non sarà forse la paura, dovuta a esperienze passate, che contare su qualcuno ci esponga al rischio di trovarci di punto in bianco senza l’appoggio che ci era stato assicurato non sarebbe mai mancato?

O ancora, può essere che qualcuno si sia talmente messo in precedenza su un piedistallo che lo rendeva sempre e comunque più importante di noi, delle nostre esigenze, dei nostri problemi e dei nostri momenti di debolezza al punto di doverci allontanare poi da chiunque si trovi al nostro fianco per evitare che ci distragga da ciò che deve assorbire tutta la nostra concentrazione?

A pensarci bene anche noi in fondo preferiamo tenere i problemi e le preoccupazioni fuori dal rapporto di coppia, non tanto per egoismo o per voler tenere lontano l’altro, semplicemente perché non vogliamo che ci veda nel momento più difficile o quello in cui sappiamo di rischiare di tirare fuori il peggio di noi o peggio ancora non possiamo pensare di chiedere aiuto e consiglio rendendoci conto che l’altro ci vede invece come deboli allontanandosi da noi. Perciò l’unica cosa che ci rimane da fare è comprendere l’altro, le sue ragioni e il suo allontanamento momentaneo che non è una scusa bensì semplicemente un’esigenza, perché ci ha dimostrato in ogni modo quanto contiamo per lui e quanto vuole essere presente nella nostra vita prima di quel momento brutto… e così allontaniamo la paura e l’insicurezza, allontaniamo l’egoismo che ci porterebbe a gridare che esistiamo anche noi e non vogliamo essere messi da parte, così dunque usciamo da noi stessi e ci mettiamo in una posizione di comprensione, mettiamo l’altro davanti a noi e scegliamo di fare un passo indietro non per lasciarlo solo bensì per lasciarlo tranquillo.
 
Accettiamo di restare zitti e in disparte per un po’, finché le sue nubi non si allontaneranno e tornerà ad avvicinarsi a noi che saremo rimasti lì, invisibili però immobili.

Marta Lock