Lasciami andare

Dobbiamo avere il coraggio di lasciar andare…se vogliamo avere il piacere di veder tornare…o la consapevolezza di dover ricominciare…

Quante volte ci è capitato nel corso di una relazione di arrivare a un bivio?

In quante occasioni, nonostante ci sentissimo bene, felici e appagati, siamo stati costretti ad arrenderci all’inquietudine dell’altro?

O ancora, quanti di noi hanno dovuto lasciar andare qualcuno perché le circostanze oggettive non permettevano la prosecuzione della relazione?

A volte, sebbene sia incredibilmente dura da ammettere, la realtà esterna ci porta davanti alla consapevolezza che ciò che per noi è giusto, come tempistica e come intensità, non lo sia per la persona che in quel momento abbiamo al nostro fianco, questo non sempre per mancanza di sentimenti ma perché il cammino di maturazione personale dell’altro non ha compiuto lo stesso percorso che ha portato noi a valutare le cose secondo il loro peso reale.

In alcuni casi il raggiungimento del bivio che inevitabilmente porterà a un distacco forzato o alla prematura fine della relazione, può essere generato da un’ esigenza professionale che porterà il nostro partner fisicamente distante da noi; in altri invece l’incompiuto percorso di crescita emotiva, che ha fornito a noi la stabilità che ci permette di sapere ciò di cui abbiamo bisogno, porta l’altro ad avere dubbi sui propri sentimenti o su ciò che vuole davvero, dubbi che lo allontanano da noi e dal rapporto. Altre volte subentra semplicemente una latente esigenza caratteriale, mai manifestata in precedenza e perciò motivo di destabilizzazione e di incapacità di accettarla come parte integrante dell’essenza di chi pensavamo di conoscere, a causa della quale l’altro sente periodicamente il bisogno di allontanarsi per sentirsi libero e avvertire poi la necessità di tornare.

Cosa fare dunque?

Cercare di trattenere il partner convincendolo che è con noi che dovrebbe stare e che un rapporto può essere costruito nel modo più adatto ai caratteri di chi lo vive oppure lasciarlo andare e permettergli di capire da solo cosa vuole davvero e da chi?

Tentare la strada del ricatto morale facendogli sospettare che non appena si allontanerà potrebbe non trovarci più ad aspettarlo oppure lasciarlo libero di vivere, sentire, pensare e forse ricordare?

Lasciare andare qualcuno a cui teniamo o con cui per un periodo più o meno lungo ci siamo trovati benissimo, non è affatto facile e il desiderio accompagnato dalla speranza che un sottile filo, dato dalla voglia di mantenere vivo il rapporto seppure con tempi e modalità diversi dai precedenti, possa continuare a tenerci uniti, è fortissimo e magari inizialmente sembra quasi possibile perché in apparenza condiviso da entrambi. Poi però la distanza fisica ed emotiva porta il partner, che ha scelto o optato per l’allontanamento, a distaccarsi sempre di più da noi e dalle emozioni condivise fino al punto di preferire tagliare il sottile filo che lo avrebbe legato a noi e di percorrere la propria strada senza alcun legame, non tanto relazionale quanto emotivo.

Il bisogno di chiudere la porta alle proprie emozioni è dettato dall’esigenza di vivere l’esperienza che ha deciso di fare senza doversi sentire in colpa per le scelte che il desiderio di libertà, prioritario su qualunque altra cosa, gli suggerisce di compiere, portandolo a rifiutare qualunque possibilità di poter avere un contatto anche blando che potrebbe limitarlo in quelle piccole o grandi decisioni. E noi non possiamo far altro che comprendere quella momentanea instabilità e lasciar andare la persona, che comunque non si lascerebbe fermare, permettendole di vivere la vita che sente di desiderare in quel momento senza imporle la nostra presenza.

Il sottile filo che l’altro ha avuto l’esigenza di tagliare però era lo stesso che sarebbe stato sufficiente a noi per rimanere fermi e accettare l’allontanamento come parte di un percorso che avrebbe anche potuto riportarlo nella nostra vita ma che, a questo punto, ci lascia liberi di prendere una strada diversa…liberi di poter ricominciare.

 

Marta Lock