Le maschere

Il passato ci ha cambiati…ci ha portati a modificare i nostri comportamenti…nascondendo il nostro lato più vero e puro…per mostrare quello che ci fa sentire più sicuri nel mondo…ma quel lato esiste ancora dentro di noi…e vuole con tutte le sue forze continuare a farlo…

La vita e il cammino che dobbiamo fare per percorrerla ci portano a scontrarci con realtà dolorose, con episodi molto significativi che segnano profondamente il nostro equilibrio emotivo e che rischiano, a volte, di mettere in pericolo la nostra salute psicologica.

Allora, per sopravvivenza e per acquisire forza, giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, impariamo che è meglio tenere ben nascoste e protette le nostre fragilità, celando la nostra vera essenza dietro maschere che via via assumono uno spessore sempre maggiore fin quasi a renderci irriconoscibili.

Tutte le barriere che costruiamo, da un lato servono a mostrare al mondo la parte di noi che non può essere attaccata con facilità, dall’altro rischiano però di farci sembrare diversi da come siamo e impedire agli altri di vedere il nostro lato più umano. Forse per un po’ questo è un sollievo, perché ci tutela e ci permette di non metterci in gioco rischiando nuovamente di permettere a qualcuno di ferirci. Ma dopo un certo periodo di tempo iniziamo a sentirci stanchi di dover vivere perennemente sulla difensiva, frustrati per essere fraintesi nella nostra reale essenza, ed esausti per dover continuamente interpretare un ruolo che ci fa sentire sicuri, è vero, ma non liberi di essere ciò che siamo. In quel preciso momento potremmo renderci conto che abbiamo ingabbiato la nostra vera natura per così tanto tempo da non ricordarci più chi siamo.

 

Perché indossare una maschera ci fa sentire tanto sicuri?

 

Per quale strano motivo siamo convinti che la nostra parte fragile vada nascosta anziché semplicemente tutelata?

 

Cos’è che ci porta a credere, a volte, che sia meglio mostrare il lato peggiore, o il più distaccato, o quello più superficiale, per proteggere un’interiorità fatta di mille altre sfumature?

 

Quella delle emozioni è una dimensione con la quale la maggior parte di noi non riesce a convivere, non viene manifestata perché spesso è stata ferita e calpestata, inducendoci a relegare quel piccolo universo, in un angolo nascosto che diventa, con il tempo sempre più inaccessibile. E sempre più fragile, perché in questo modo non impareremo mai a liberarlo senza per questo farlo calpestare.

 

Ecco quindi che cominciamo lentamente a sentirci divisi tra l’esigenza di lasciar riemergere la nostra ricchezza interiore e l’incapacità di farlo, tra la voglia di essere finalmente noi stessi e il terrore di non essere più capaci di gestire ciò che tanto a lungo abbiamo soffocato. Se siamo fortunati, in quel preciso frangente, incontriamo qualcuno che, intravvedendo in noi ciò che non siamo più in grado di far trapelare, ci prenderà per mano, rassicurandoci, e ci insegnerà a lasciarci andare, passo dopo passo, momento dopo momento, fino a permetterci di trovare quell’equilibrio tra forza e debolezza, tra razionalità ed emotività, tra il mostrare le fragilità e il saperle comunque tutelare.

 

Se invece non avremo la chance di poter essere aiutati, perché forse quel percorso dobbiamo effettuarlo da soli, dovremo essere capaci di metterci davanti a uno specchio e togliere le maschere una a una, ricordare per ognuna di esse, il motivo che ci aveva portato a indossarle, esorcizzare il passato e guardare con serenità alle tenere debolezze che fanno di noi i meravigliosi individui che siamo, accettandole, e manifestandole, permettendo così agli altri di guardarci con occhi diversi.

 

Perché spesso ciò che non mostriamo è proprio ciò che le persone hanno bisogno di vedere per lasciarsi andare.

 

 

Marta Lock