Spesso è molto più facile credere a ciò che viene detto… piuttosto che approfondire e impegnarsi a cercare la verità… il perché crediamo sia meglio così è un vero mistero…
Nella società contemporanea si tende a ricevere notizie fugaci, rapide, brevi, spesso costituite da frasi buttate lì ad arte per indurci a crearci un’opinione superficiale che, proprio in virtù della velocità e della tendenza a galleggiare sopra le verità senza andare a fondo per cercare ciò che si nasconde dentro tutto ciò che appare a un primo sguardo, continuerà a essere quella, un po’ per pigrizia un po’ perché ci sembra più facile credere a ciò a cui crede la maggior parte delle persone, a un sentire comune che in fondo ci rassicura poiché, pensiamo, se quella è l’opinione dei più vuol dire che è giusta. La mancanza di capacità di approfondimento implica una lettura parziale delle persone che abbiamo di fronte così come degli eventi che accadono e che, proprio a causa di questa cecità autoindotta, non vengono analizzati nella loro complessità, nel loro aspetto più ampio che non può essere determinato da una sola voce bensì estrapolato da differenti narrazioni anche opposte e contrarie.
Questo approccio decisamente limitato e limitante viene applicato alle relazioni interpersonali, basandosi sull’assunto che se qualcuno è definito in una determinata maniera deve essere vero perché gli altri non avrebbero interesse a far circolare una bugia, una maldicenza, una finta verità; eppure nei casi in cui abbiamo deciso di dare una possibilità all’altro, in particolare quando ci interessava molto, e siamo stati in grado di guardare oltre la barriera del giudizio degli altri, abbiamo scoperto qualcosa di inaspettato, di completamente differente e di molto più ricco, profondo, sfaccettato rispetto a ciò che il mondo esterno riteneva giusto mettere in evidenza. Quelli di noi che sono stati capaci di andare oltre le apparenze, che hanno messo in discussione l’opinione comune e generalizzata, hanno compreso quanto sia a volte condizionante un pensiero o una credenza basata su un’osservazione superficiale, poco approfondita e derivante da un giudizio frettoloso che esclude la comprensione e l’ascolto multilaterale.
Perché dunque diventa difficile applicare lo stesso principio anche agli altri ambiti dell’esistenza?
Come mai se abbiamo compreso quanto tutto può essere manipolato al punto di indurci a credere che qualcuno corrisponda esattamente alla descrizione di chi dice di conoscerlo senza aver mai davvero ascoltato, non siamo in grado di assumere lo stesso atteggiamento critico e libero anche in tutto ciò che vediamo o che ascoltiamo?
Quando abbiamo deciso che è più vera la versione di chi grida più forte o di chi è maggiormente abile nell’esprimersi piuttosto che porre attenzione anche nei confronti di chi espone le proprie ragioni in maniera più pacata o più semplice?
Continuando a rimanere distanziati da un approccio critico alla realtà che ci ruota intorno, che viviamo e che inevitabilmente condiziona la nostra esistenza, non raggiungeremo mai quell’equilibrio e quella consapevolezza necessari ad avere un’opinione asettica, non manipolata, non guidata da un pensiero comune che molto spesso è in realtà sbagliato perché falsato, inquinato da opinioni altrui non sempre in buona fede. Mantenere un atteggiamento lucido, andare ad approfondire, conoscere, osservare le cose da punti di vista differenti ci consente invece di reimparare a pensare, a lasciar emergere un nostro pensiero in grado di astrarsi dalle voci del coro, guardare oltre l’illusorio gioco di specchi a cui veniamo sottoposti costantemente, e andare in fondo a tutto ciò che viene detto, senza fermarci a quella pericolosa superficie a cui la società moderna ci ha abituati con la sua velocità tecnologia e visiva, bensì ascoltando tutto il rumore di sottofondo che spesso si vorrebbe non venisse ascoltato.
Sarà solo in quel momento che comprenderemo l’importanza della ricerca di una verità diversa, la stessa che abbiamo scoperto quando siamo andati oltre il pregiudizio nei confronti di una persona, vedendo tutto il bello che quel pensiero comune voleva nascondere, e che abbiamo capito di dover applicare a ogni ambito della vita, compreso anche quello in cui un pensiero condiviso dai più vorrebbe manipolare la nostra capacità di avere un’idea libera, un’idea che non sia vicina a quella degli altri, che sia anche fuori dal coro, ma nostra.
Marta Lock