Arriva un momento in cui…anziché tuffarci nell’infinito mare delle opzioni davanti a noi…scegliamo di sederci sulla riva…e aspettare…immobili…che arrivi l’onda perfetta…
Durante le nostre fasi di crescita, non necessariamente legate all’età anagrafica, ma intese come percorsi evolutivi della persona comprendenti anche la scoperta e la conoscenza delle emozioni, dei sentimenti e della sessualità, potremmo aver attraversato la fase in cui la tentazione di lasciarci andare ai sensi, per sperimentare e ricercare ciò che ci si adatta di più, sia stata predominante rispetto ad altri aspetti.
A volte abbiamo fatto la scelta di lasciare indietro il coinvolgimento emotivo forte, per dare spazio alla ricerca delle percezioni sensoriali che sapevamo ci avrebbero portato a ottenere una maggiore consapevolezza dei nostri bisogni e delle nostre attitudini.
Il desiderio di scoprirci ci ha portato ad avvicinarci a persone completamente diverse dal nostro ideale emotivo, forse perché in quella fase, inconsciamente, non volevamo mettere in gioco i sentimenti più profondi o forse perché non era il momento giusto per costruire un rapporto solido, edificato su altre basi. Alcuni di noi hanno scelto quella strada nella prima parte del proprio percorso di maturazione, altri invece, avendo sentito in modo molto più forte la necessità di privilegiare la costruzione di un rapporto emotivamente appagante e duraturo, hanno scelto di crearsi presto una famiglia, salvo trovarsi a desiderare di aprirsi all’esterno in un secondo momento.
Ecco spuntare quindi il desiderio di evasione dal rapporto storico, dettato dall’esigenza di scoprire se stessi che in alcuni casi resta una semplice fantasia ma in altri può sfociare in vere e proprie evasioni, o addirittura nella consapevolezza di dover chiudere un capitolo della vita che non soddisfa più come in precedenza.
Esiste un momento giusto e uno sbagliato per tuffarsi nel mare delle occasioni?
E’ corretto giudicare chi ha il coraggio di ascoltarsi con attenzione e adattarsi alla fase che sta attraversando?
L’essere umano, per sua natura, ha bisogno di sperimentare; anche chi nasconde a se stesso le pulsioni più profonde prima o poi dovrà fare i conti con la mancata esperienza che inevitabilmente lo porterà a desiderare di confrontarsi con una realtà diversa da quella conosciuta fino a quel momento. A quel punto, forse, verrà assalito da sensi di colpa, nel caso in cui lo faccia in parallelo a una relazione stabile, o da senso di inadeguatezza, qualora sia libero di farlo ma indietro, per tempistica, rispetto ad altri della sua età.
Chi invece sceglie la via verso la conoscenza di sé e dei propri sensi tuffandosi nell’immenso mare delle opportunità, confrontando e sperimentando fino a giungere alla consapevolezza completa dei propri bisogni sensoriali, può arrivare alla fase nella quale il mare perde di interesse e di stimolo ai suoi occhi, facendogli desiderare di esplorare, finalmente, il proprio universo emotivo.
A quel punto la cosa giusta da fare potrebbe essere sedersi su uno scoglio e attendere l’onda perfetta, quella che saprà avvolgerci senza travolgerci, che saprà bagnarci senza lasciarsi tirare indietro dalla risacca, che saprà lentamente dissetare il nostro deserto emotivo senza farci mancare mai più la sua acqua.
Quell’onda che avevamo tentato di evitare ma che poi con il tempo abbiamo desiderato arrivasse, cercandola nel modo in cui eravamo abituati a farlo, inconsapevoli che forse per accoglierla era necessario cambiare la dinamica conosciuta e inadatta, e semplicemente fermarci, mettendoci seduti ad aspettarla.
Marta Lock