Superare un ostacolo da soli… ci aiuta a scoprire e consolidare la nostra forza… superarlo insieme a qualcun altro… ci insegna a costruire e consolidare un rapporto…
L’ottovolante della vita può averci portati su alte vette dalle quali siamo poi precipitati e altrettante voragini da cui, quasi miracolosamente, siamo risaliti. Tutto ciò ha contribuito, sia che abbiamo pensato di non farcela allungando i tempi di reazione frenati da un voler vedere tutto nero, persino più di quanto non lo fosse in realtà, sia che ci siamo ritirati su velocemente e abbiamo ricominciato prima a camminare e poi a correre, ad accrescere la nostra consapevolezza di poter superare un ostacolo, anche se in apparenza insormontabile, e la fiducia di poter andare avanti più sicuri perché un successivo impedimento della stessa portata di quello oltrepassato non ci avrebbe più spaventati come prima di affrontarlo.
Questo tipo di percorso è fondamentale per renderci individui autonomi e coscienti della nostra forza e della determinazione che salta fuori nel momento di difficoltà, del coraggio a cui attingere quando la vita ci disorienta e la realtà sembra ribellarsi a ciò che fino a un momento prima ci aveva regalato o fatto credere; un cammino necessario per divenire persone più complete di ieri ma ancora incomplete rispetto a domani perché, dopo tutto, sapremo che le prove a cui saremo sottoposti non termineranno mai. E il segreto dell’insegnamento di tutto ciò che abbiamo superato è forse proprio questo, la consapevolezza che la dinamica dell’esistenza è una continua altalena tra ottenere e perdere, tra vincere e perdere, tra cadere e rialzarsi, tra il saper accettare l’ostacolo e il trovare il modo di superarlo o aggirarlo.
Nell’individualismo dell’era contemporanea però, proprio in virtù dell’energia che sappiamo di avere e che ci ha permesso di giungere nel punto in cui siamo da soli, senza appoggi, senza dover chiedere, senza aver bisogno di altro che di noi stessi, ci convinciamo che sia molto più semplice non dover contare su nessuno e che a volte avere qualcuno al nostro fianco non fa altro che complicare le cose e fermare un processo di maturazione che è meglio affrontare da soli, come d’altronde abbiamo sempre fatto.
E’ vero?
Siamo seriamente convinti che qualcuno che ci stia accanto ci possa solo complicare le cose e distoglierci dalla concentrazione necessaria per superare gli ostacoli o i momenti brutti?
Oppure la nostra è solo pigrizia di non dover fare uno sforzo di comprensione delle reazioni dell’altro adagiandoci sulla comodità di conoscere già perfettamente le nostre?
Perché continuare a scoprire la nostra forza deve necessariamente escludere la meravigliosa sensazione di poter scoprire quanto si può essere forti in due?
Spesso confrontarsi con qualcun altro richiede l’impegno del conoscersi, del capire in quale modo l’altro reagisce, spiare e apprendere cosa vogliano dire i suoi silenzi tanto quanto le sue parole che, più spesso di quanto si creda, possono nascondere altri significati o richieste ben più profonde rispetto a ciò che si crede a un primo ascolto; creare un’armonia tra due individualità che si uniscono e scelgono di iniziare un percorso insieme può essere un’avventura molto più destabilizzante dell’ottovolante della vita. Però è anche vero che è proprio attraverso questa costruzione, fatta di alti e bassi, di scontri e riappacificazioni, che le due parti si conoscono davvero, creando le basi per ciò che si troveranno più avanti ad affrontare insieme.
Il conoscere le reazioni dell’uno consente all’altro di colmare le sue lacune e viceversa, permettendo a entrambi di diventare punto di equilibrio e solido scoglio nella tempesta, generando una sempre maggiore consapevolezza delle loro singole forze come individui ma anche di una nuova, grande forza, come coppia. Una forza che cancella tutti gli sforzi di adattamento fatti nel momento di scoperta reciproca, che fa dimenticare i momenti in cui sarebbe stato più facile gettare la spugna e distruggere, anziché costruire, un qualcosa di nuovo a cui nessuno dei due era abituato, troppo impegnati a lottare da soli, come sempre, ma che si scopre essere tutto ciò che avevano desiderato trovare.
Così nel silenzio di richieste che solo l’altro riesce a sentire, nella comprensione di reazioni che accrescono la complicità di un dialogo decifrabile unicamente da loro stessi, nella forza e solidità che viene solo tra due individui che hanno superato insieme gli ostacoli, continueranno a costruire giorno dopo giorno il loro rapporto, mano nella mano.
Marta Lock