A volte per avere ciò che desideriamo… dobbiamo guardare verso una direzione… che mai avremmo considerato… o addirittura avevamo rifiutato di guardare…
La vita è un continuo saliscendi tra gioie e tristezze, entusiasmi e delusioni, vittorie e sconfitte tanto da esserci abituati a vivere perennemente su un ottovolante che sembra non volerne sapere di stabilizzarsi. Perciò affrontiamo le varie vicissitudini con coraggio e determinazione o, in altri casi, con paura e bisogno di sentirci sostenuti, ma comunque conosciamo bene le dinamiche delle cose e, gradualmente, non si sorprendiamo più di repentini cambiamenti laddove tutto sembrava un mare calmo.
In questa valutazione a ritroso dell’altalena che caratterizza la nostra esistenza ci siamo sentiti un po’ vittime e un po’ carnefici, abbiamo sofferto e fatto soffrire, abbiamo avuto in mano la situazione e siamo stati in completa balìa degli altri o degli eventi, tutto ciò con un senso di rassegnazione attribuito al destino o fato o sorte, qualunque sia il modo in cui vogliamo chiamare quel temporale che periodicamente ci ha investiti. La cosa che dimentichiamo di guardare con obiettività però è l’innegabile realtà che alcuni meccanismi, alcune reazioni di causa-effetto, sono sempre i medesimi non tanto perché, luogo comune assolutamente sbagliato e da non prendere in considerazione, gli uomini o le donne sono tutti uguali o, peggio ancora, si assume l’atteggiamento vittimista di chi è convinto che capiti tutto a lui, quanto perché da un’osservazione più approfondita emerge che la tipologia di persone e situazioni alle quali ci avviciniamo è più o meno sempre simile.
Perché molti di noi, pur essendo perfettamente consapevoli di non essere stati felici con una persona che presentava determinate caratteristiche, continuano, più o meno consciamente, a ricercare le stesse?
Cos’è che ci spinge irrimediabilmente a voler instaurare un legame con qualcuno i cui difetti sembrano inizialmente piacerci ma che poi sono gli stessi dai quali ci eravamo allontanati di corsa nei precedenti rapporti?
E’ desiderio di vincere finalmente una battaglia che in precedenza avevamo perduto oppure inconsapevolezza iniziale di ricadere periodicamente nella medesima rete da cui poi faremo fatica a uscire così come in passato?
Eppure di alternative ne abbiamo avute, ci siamo lasciati avvicinare da persone o abbiamo avuto l’opportunità di scegliere situazioni che potevano costituire una svolta definitiva, che avrebbero potuto darci quella stabilità che tanto desideriamo senza mai riuscire a raggiungere… ma che forse inconsapevolmente non ci sentiamo davvero pronti ad avere. Arriva poi un momento, una fase delicata del nostro percorso di maturità emotiva, in cui approfondiamo il dialogo interiore con noi stessi, ci guardiamo dentro spogliandoci di tutti i veli con cui spesso avvolgiamo l’anima per proteggerla dall’esterno ma anche per non sentirne la voce, e cerchiamo di capire cosa ci spinge sempre verso una tipologia di soggetti con un carattere simile e con cui abbiamo verificato, più e più volte, di non poter stare. Scaviamo e indaghiamo su un passato più remoto che spesso è la causa di alcuni meccanismi inconsci dai quali non siamo capaci di uscire, pur essendo convinti di farlo, e giungendo al nocciolo, da quel punto in poi cresciamo e ci apriamo a possibilità diverse, persone diverse, opzioni che avevamo assolutamente escluso solo perché non corrispondevano a quegli standard emotivi a cui eravamo indissolubilmente legati.
Dopo una fase tanto profonda e a volte anche dolorosa, ritrovarci più consapevoli e più coscienti dei blocchi che ci impedivano di guardare in direzioni diverse da quelle abituali ci fa sentire leggeri, liberi, molto più sereni e aperti a possibilità nuove, avvicinandoci a persone che non ci attraggono in quanto parte di un legame poco sano con un passato da superare con la crescita, bensì perché effettivamente più compatibili con il nostro presente, con le persone che siamo diventate e quelle che dovremo ancora diventare.
E così saliremo di nuovo sul nostro ottovolante che, questa volta si fermerà in alto permettendoci, soli o in compagnia di un qualcuno di diverso da tutti gli altri ma comunque arricchiti di una rinnovata autocoscienza, di guardare oltre l’orizzonte.
Marta Lock