Una seconda opportunità… dovrebbe essere un indelebile promemoria… di come abbiamo perso la prima…
Per qualche strano motivo esistono persone con cui, pur sapendo perfettamente che sarebbe molto meglio chiudere definitivamente, non riusciamo a spezzare quel sottile legame che ci lega a loro. E ci arrabbiamo quasi con noi stessi perché nonostante le loro colpe siano le stesse che non abbiamo perdonato a nessun altro, quelle per cui non avevamo concesso alcun appello in precedenza, non possiamo fare a meno di essere indulgenti. Ci hanno mancato di rispetto, hanno tradito la nostra fiducia – senza voler estremizzare il significato dei termini non necessariamente riferiti a più o meno confessabili tradimenti fisici – e questo, per il nostro modo di vedere un legame, una relazione, è quanto di peggio potessero farci.
La fiducia, la confidenza, l’intimità, sono alla base di un rapporto degno di questo nome, che sia orientato all’edificazione, mattone dopo mattone, di qualcosa che diviene sempre più solido. Quando però l’altro dimostra di ascoltare solo a metà le nostre esigenze, quando si limita a concederci il minimo necessario a tenerci legati a lui, quando disattende le nostre aspettative nei suoi confronti, ci troviamo di fronte all’evidenza di non essere più capaci di dare con la stessa spontaneità perché abbiamo capito di non poter fare affidamento su un appoggio solido che non ci lasci da soli quando ne abbiamo bisogno, di non riuscire più ad avere fiducia nella coerenza dell’altro che più di una volta è venuta meno. Perciò, un po’ scoraggiati, un po’ delusi, e molto sfiduciati, decidiamo che preferiamo prendere le distanze, fare un passo indietro e proseguire il nostro cammino da soli, esattamente come ci siamo sentiti, nostro malgrado, quando pensavamo di non esserlo.
Però in qualche modo quella persona continua ad aleggiarci intorno, chiedendoci, più o meno apertamente, di fare un altro tentativo; con il suo atteggiamento ci dimostra che ha capito, che gli manchiamo e che è pronto a rivedere un modo di porsi che ha compreso essere adatto nella solitudine ma non in un rapporto di coppia.
Cosa fare a quel punto?
Dare una seconda opportunità o aggrapparci alla convinzione che le persone non cambiano e che sarebbe un tentativo inutile?
Cedere all’entusiasmo di veder tornare da noi qualcuno che comunque ci sta dimostrando che preferisce starci accanto a modo nostro oppure negargli, e negarci, quella possibilità?
La decisione non è semplice soprattutto perché divisa a metà tra ragione e sentimento, tra il ragionamento secondo il quale qualcuno che non si è preoccupato di ferirci in precedenza, nonostante lo avessimo avvisato di cosa ci aspettavamo da lui, probabilmente lo farà ancora, e l’emotività, il desiderio di credere che il distacco gli ha fatto capire quanto siamo importanti spingendolo a tornare per ricostruire la relazione con noi. La differenza la farà sicuramente l’altro, colui che ci chiede la seconda chance, perché dal suo sguardo, dalla sua convinzione e determinazione nel chiedere dipenderà quanto accettiamo di credere di nuovo in lui, di dargli fiducia, di riaprire una porta che neanche noi, in fondo, volevamo si chiudesse. Ma la differenza più sostanziale la farà quanto ci dimostrerà di aver compreso i nostri perché, quanto si sia interrogato sul nostro punto di vista, quanto abbia preso in esame il proprio comportamento e quanto si dimostri disposto a scendere dalla propria roccaforte di convinzioni per crearne, insieme, altre che siano più sane e costruttive per la nuova relazione che costruirà con noi.
Se tutto questo è ciò che leggiamo nel suo sguardo, ascoltiamo dai suoi silenzi, osserviamo dai suoi gesti, allora forse può valere la pena tentare ancora, forse il legame è più forte di quanto avremmo previsto, forse a volte, anche quando due individui sono già cresciuti da soli, hanno bisogno di crescere insieme, sbagliare, amalgamarsi per plasmare due identità distinte ma all’interno di una coppia. E se ci renderemo conto di aver dato una seconda possibilità a chi non la meritava, se l’altro ci dimostrerà che sembra aver dimenticato i buoni propositi e torna ai comportamenti che in precedenza avevano causato la rottura… beh, faremo sempre in tempo a chiudere di nuovo la porta, questa volta a chiave.
Ma non vivremo con il rimpianto di non aver dato quell’opportunità tanto desiderata, per primi da noi.
Marta Lock