Chi non pensa di dover fare molto… per conquistare la nostra fiducia… non crederà di dover fare niente… quando saprà di averla persa…
Nel tempo abbiamo appreso a dare fiducia con molta parsimonia, e non perché di natura siamo persone sospettose o diffidenti, quanto perché le esperienze del passato ci hanno indotti a non lasciarci incantare da meravigliose parole se non sono confermate e supportate dai fatti. Può esserci capitato di aver fortemente creduto in qualcuno che ha approfittato della nostra ingenuità emotiva, tradendo le nostre aspettative e usando la nostra innata predisposizione a credere come scudo per poter indietreggiare e giocare al gatto col topo, solo per difendere se stesso dalla paura di coinvolgersi troppo. Oppure possiamo aver incontrato sul nostro cammino persone che nascondevano la verità per pura e semplice abitudine a mentire, o a non rivelare nulla si sé, inducendoci a voler scoprire cosa si nascondesse dietro i loro silenzi, salvo poi trovarci a capire che celavano solo un grande vuoto, una mancanza di contenuti che mascheravano con il manto del mistero.
E poi ci sono state le persone che ci hanno messi subito davanti alla realtà, magari confessandoci l’esistenza di qualcun altro al loro fianco pur manifestando la volontà di cominciare un percorso con noi, dandoci la facoltà di decidere se accettare o meno la situazione, non senza però allettarci con la possibilità di un cambiamento futuro. Che abbiamo creduto o meno a quest’ultima eventualità, possiamo aver comunque scelto di andare avanti entrando mani e piedi in una situazione che avrebbe determinato, seppur di riflesso, una generale caduta di fiducia riguardo alla lealtà e alla fedeltà all’interno delle coppie. Dunque, alla luce di tutto questo bagaglio del passato, una zavorra da un lato pesante ma dall’altro spesso campanello d’allarme davanti a situazioni del presente che in qualche modo ci riportano alle precedenti, decidiamo di chiudere un po’ di più le porte della fiducia per darci modo di capire chi abbiamo davanti prima di iniziare a dare.
È giusto osservare il presente attraverso il filtro delle esperienze passate?
Perché le vicissitudini piegano le nostre caratteristiche naturali fino a farci cambiare?
Come mai più andiamo avanti e più strati di diffidenza mettiamo a difesa della nostra tendenza a concedere sempre una chance a tutti?
La disillusione ci fa bene oppure ci rende persone sospettose anche quando non è necessario?
Indubbiamente tutto ciò che ci è accaduto ha contribuito a renderci delle persone più diffidenti, che non vuol dire ciniche, proprio perché la nostra anima pura è stata troppo spesso disillusa da persone sbagliate, che non hanno saputo essere per noi ciò di cui avevamo bisogno, che hanno avuto comportamenti deludenti, superficiali, immaturi rispetto a un’interiorità troppo ricca e profonda per essere compresa dai più. Dunque non abbiamo potuto fare a meno di sviluppare un’autodifesa, di erigere una barriera che avrebbe fatto da filtro, come il fossato a protezione di un castello di cui abbassare il ponte levatoio solo dopo veder superate dall’entrante molte prove. Anche a rischio di essere accusati di essere troppo selettivi, esageratamente esigenti, incredibilmente rigorosi nel decidere a chi dare l’accesso al nostro cuore, andiamo avanti per la nostra strada finché non incontreremo qualcuno che saprà riconquistare la fiducia perduta.
E non con meravigliose parole che servono solo a far splendere un’armatura la cui luminosità non è sufficiente a farci intravedere quale anima abbia al suo interno, bensì con molti fatti, combattendo molte battaglie, abbattendo tutti gli ostacoli di cui lastrichiamo il percorso verso la nostra interiorità. Perché sarà solo davanti a tanta determinazione che ci convinceremo che l’altro conserverà la fiducia tanto duramente conquistata, ne comprenderà il valore e non farà mai nulla per deluderla di nuovo. Se ne prenderà cura e la custodirà come il tesoro prezioso che, di fatto, è.
Marta Lock