I comportamenti che ci deludono…potrebbero allontanarci in maniera ben più forte…di quanto ci avevano avvicinati…quelli che ci avevano emozionati…
A volte capita di fare quegli incontri speciali durante i quali succede esattamente ciò che avevamo sempre sognato e nel modo in cui lo avevamo immaginato, tutto sembra essere un incanto, le emozioni sono amplificate, lo stare insieme è quasi magico, il parlarsi facile come non ci era mai successo con nessun altro. Anche il tempo scorre via senza che ce ne rendiamo conto lasciandoci con il desiderio che torni presto il momento di poter rivedere il motivo di tanto benessere. Le cose vissute e i momenti trascorsi insieme sono talmente belli che non sentiamo il bisogno né il desiderio di definirli dandogli un nome inutile quanto incapace di descrivere ciò che è già tanto intenso e nessuna delle due parti si crea il problema di doverlo fare.
Addirittura nei momenti di distacco riusciamo a sentirci più vicini di quando lo siamo fisicamente portandoci a credere di trovarci davanti a un’unione di anime, e il rincontrarsi dopo l’allontanamento sembra accrescere e amplificare le emozioni precedentemente provate. Poi improvvisamente, senza motivo né necessità, superata la prima fase uno dei due, solitamente quello più impaurito dai sentimenti provati o dal modo in cui aveva vissuto i precedenti rapporti, inizia a portare nella relazione quell’instabile senso di fuga necessario a se stesso per non sentirsi tradizionalmente ed eccessivamente legato a qualcuno quando questo qualcuno non aveva affatto avanzato alcun tipo di richiesta in tal senso. Quindi rimaniamo increduli quanto contrariati da tanta evidente esigenza di puntualizzare qualcosa di totalmente inutile, iniziando a sentirci leggermente delusi ma soprattutto a non sentirci più spontanei nelle nostre manifestazioni ed esternazioni di ciò che fino a poco prima fuoriusciva in modo naturale.
La cosa più assurda però è che nel comportamento l’altro continua a dimostrare lo stesso attaccamento e desiderio di stare insieme che aveva manifestato in precedenza nettamente in contrasto con i tentativi verbali di allontanarci e di spingerci addirittura apparentemente tra le braccia di altri quasi come se volesse da noi conferme sulle nostre intenzioni di non farlo, come se volesse ricevere rassicurazioni sulla nostra volontà di rimanergli accanto nonostante la sua dichiarata avversione nei confronti di un legame che non gli abbiamo imposto e che forse è lui stesso il primo a sentire.
Cos’è che ci spinge a tenere a distanza qualcuno con il quale non riusciamo a non sentirci profondamente vicini?
Perché sentiamo quella forte esigenza di definire a parole qualcosa che non va definito ma semplicemente vissuto?
E ancora per quale motivo dobbiamo stabilire tempi e modi quando l’altro non ci ha affatto chiesto di farlo?
Per quale motivo vogliamo a tutti i costi rovinare qualcosa di tanto bello e spontaneo?
Nel suo panico da definizione l’altro non si rende conto dell’effetto che, volta dopo volta, le sue parole di distacco, il suo voler rovinare momenti belli per il proprio bisogno di puntualizzare e ribadire continuamente discorsi già affrontati, il suo dover a tutti i costi parlare in occasioni in cui sarebbe stato meglio restare in silenzio, ci allontana gradualmente facendoci perdere la magia di quei momenti che ci avevano fatti sentire tanto vicini alla sua anima, fino addirittura a dimenticarli perché anziché avere impressi nella memoria i sapori e gli odori meravigliosi dello stare insieme ci rimangono ben stampate come un marchio a fuoco le parole che usa per distaccarsi emotivamente da noi pur volendo rimanere vicino fisicamente.
Ma le parole restano e per quanto possiamo essere individui concreti che valutano i fatti molto di più di tutto il resto, quelle due o tre frasi continuano a girarci in testa fino a stridere in modo più via via più acuto portandoci a distaccarci dall’altro, perché anche per noi il passato ha il suo peso e ci ha insegnato che se qualcuno ci allontana, ci tiene alla larga, si nega non ottiene l’effetto contrario di farci attaccare di più anzi, ottiene l’unico risultato di allontanarci davvero e in modo definitivo. E ci sentiamo arrabbiati non tanto per le parole inutili che continua a ripetere nonostante le nostre richieste di non farlo, quanto perché tutto quel voler mettere dei freni e paletti immotivati a qualcosa che non era nelle nostre intenzioni affrettare ci impedisce di sentire in bocca il dolce ricordo dei momenti passati insieme facendo prevalere la nota acre e stridula di quella fastidiose frasi che rimbombano nella nostra testa, deludendoci fino a farci dimenticare quelle bellissime emozioni che ci avevano uniti a lui.
A quel punto ci rendiamo conto che la persona che ci aveva conquistati e rapiti proprio grazie al suo modo di essere così speciale da averci fatto credere che fosse l’unico tra tanti, con quel suo ribadire parole e concetti che avevamo già sentito da altri in passato piomba precipitosamente e inesorabilmente nella moltitudine dei tanti che non hanno saputo tenerci al fianco e combattere per noi…lasciandoci con la crescente convinzione che ancora dobbiamo incontrare quel qualcuno di speciale che avevamo fortemente creduto fosse lui.
Marta Lock