Sabbie mobili

Ogni sguardo che ricominciamo a dare in avanti…diventa lentamente un sorriso indulgente verso il passato…e contro chi aveva cercato di togliercelo…

Quante volte abbiamo convissuto con un dolore che credevamo non sarebbe passato mai?

Quali tempeste siamo stati costretti ad affrontare per riuscire a cacciare indietro un ricordo che eravamo convinti non sarebbe sbiadito neanche dopo tanto tempo?

Perché è stato tanto faticoso pensare di staccarci da ciò che non ci faceva più stare bene ma che al tempo stesso sentivamo la paura di perdere definitivamente?

A volte restiamo attaccati al ricordo di ciò che aveva cambiato in meglio la nostra vita, di ciò che per lungo o breve tempo ci aveva regalato la felicità, senza valutare la trasformazione che successivamente il rapporto ha subito. Dunque da una fase in cui avevamo quasi toccato il cielo con un dito, che non è importante quanto sia durata bensì quanto ci abbia portato sulla nuvola delle emozioni, siamo lentamente e inesorabilmente sprofondati nelle sabbie mobili del non capire più chi avevamo davanti e dell’essere talmente concentrati a trovare una soluzione per superare l’apparente impasse, da non riuscire a capire che la situazione non ci rendeva più felici.

E più noi tentavamo di trovare una soluzione, un punto di incontro, un motivo di dialogo, più l’altro sembrava volersi ritirare, nascondere, quasi come se preferisse rimanere a guardarci affondare in quelle sabbie mobili senza fare niente per correre in nostro soccorso, spettatore distaccato dei nostri sforzi per far sopravvivere una storia che ormai sembravamo essere gli unici a voler salvare. Così si è iniziata a farsi lentamente strada in noi la convinzione che tutto sommato non valesse poi tanto la pena affannarci tanto per chi preferiva non muovere un dito per aiutarci a uscire dalle sabbie mobili dell’incomunicabilità, della chiusura e soprattutto che non voleva fare niente per restituirci quel sorriso che dopo i primi tempi aveva fatto in modo di toglierci.

Dunque comprendiamo che non ci rimane che rassegnarci e ricominciare a risalire, da soli è vero ma quantomeno certi che quando troveremo un nuovo motivo per sorridere non sarà più generato o provocato da qualcuno che poi ce lo può togliere, bensì sarà solo e unicamente per qualcosa che rende felici noi a prescindere da chi passerà al nostro fianco come una meteora o rimarrà più a lungo. Il lavoro che facciamo per dimenticare il passato e generare un nuovo presente al quale potrà seguire un bellissimo futuro, viene ripagato dal distacco che iniziamo a sentire nei confronti di quel periodo buio in cui non trovavamo più motivi per sorridere ed eravamo convinti che l’altro si nascondesse nell’ombra soddisfatto per aver vinto la sfida di averci tolto il sorriso con il suo atteggiamento, quasi come se avesse conquistato chissà quale traguardo.

Mentre ricordiamo quel momento triste cominciamo a guardare la realtà dal lato giusto, rendendoci conto che noi dovremmo sentirci comunque orgogliosi di noi stessi per aver creduto in ciò per cui stavamo lottando e quello che invece dovrebbe avere motivi per non sorridere, per non sentirsi soddisfatto di sé, impoverito dalla mancanza di coraggio, di capacità di dialogo, di inadeguatezza nell’esprimere con sincerità il proprio punto di vista, dovrebbe essere l’altro, lo spettatore passivo incapace di tirarci fuori dalle sabbie mobili.

E così, dopo che il tempo trascorso sarà diventato sufficiente a farci guardare indietro in modo più distaccato e comprendere quanti motivi, nonostante l’esito che la vicenda ha avuto, abbiamo per sorridere di tutto ciò che abbiamo fatto nel momento in cui credevamo che valesse la pena farlo, soddisfatti della nostra capacità di combattere, dell’intensità dei sentimenti provati, dei tentativi di andare incontro all’altro, alziamo finalmente la testa e guardiamo avanti con un punto di vista diverso e più consapevole, con la voglia di costruire qualcosa di nuovo e diverso.

E così usciamo definitivamente dalle sabbie mobili di quel triste momento e ricominciamo a sorridere di noi stessi e per noi stessi e a quel punto forse l’altro che aveva continuato a osservarci nell’ombra o che la vita ci mette casualmente di nuovo di fronte, a quel punto sarà lui a comprendere di avere tutti i motivi per smettere di sorridere.

 

Marta Lock