A volte ci lasciamo fermare da cose lontane dalla realtà…sacrificando per quell’ideale ciò che potrebbe renderci felici…peccato perché molte volte invece dobbiamo fermarci nonostante non vorremmo…per poter salvaguardare noi stessi…
A differenza dell’età giovanile, quella adulta o cosiddetta ‘matura’, presenta una serie di convinzioni acquisite nel tempo che diventano dei punti fermi della nostra vita, quelli che spesso abbiamo messo davanti a tutto o che abbiamo considerato come condizioni e requisiti necessari da cercare nella persona che avrebbe dovuto starci a fianco. E più la vita ci ha messi davanti all’evidenza che per quei principi facevamo effettivamente fatica a trovare una persona all’altezza di camminare al nostro fianco, più le nostre convinzioni si sono rafforzate, quasi come se la difficoltà di incontrarle nella realtà stesse a testimoniare l’importanza e il valore che avrebbe avuto la persona nella quale li avremmo trovati.
Capita poi che un giorno incontriamo proprio quell’unica persona che risponde a quasi tutti i requisiti che tanto avevamo ricercato e aspettato e ci piace talmente tanto da farci desiderare con tutte le nostre forze di essere capaci di rinunciare a quelli che invece non ha. Ma frequentandola ci rendiamo conto che le poche aspettative che non soddisfa sono quelle che più delle altre avevamo idealizzato facendoci dubitare di potervi passare sopra per lasciare spazio a una conoscenza spontanea. La nostra indecisione diventa un balletto impossibile, durante il quale facciamo un passo avanti e due indietro, tiriamo il sasso e nascondiamo la mano, incapaci di fare una scelta tra ciò che dice il cuore e ciò che invece impone la testa.
E’ giusto mettere un ideale davanti alla possibilità reale che una persona possa renderci felici?
Facciamo bene a non voler rinunciare a ciò che credevamo fosse fortissimo e radicato in noi, ma che davanti a quella speciale persona vacilla pericolosamente?
E se quella fosse la nostra unica possibilità di essere finalmente felici?
La nostra indecisione, la sensazione di non aver ben chiara la direzione da prendere, fa piombare l’altro nella confusione più assoluta perché da un lato capisce di piacerci ma dall’altro non riesce a comprendere il perché di tutti i freni che dimostriamo di avere, nonostante l’evidente incapacità di lasciarlo andare. E quando fa qualcosa per accelerare i nostri tempi o troncare un rapporto traballante già dai primi tempi, mettendoci così davanti a un aut aut, noi per tutta risposta rimaniamo fermi più di prima con il terrore che qualunque cosa facciamo risulti definitiva e irrimediabilmente sbagliata.
Se siamo fortunati proprio in quel momento di incertezza cronica che stiamo vivendo, contrapponendo l’ideale inseguito da sempre e il reale trovato dopo una lunga attesa che ci mette davanti agli occhi la possibilità di essere felici se solo fossimo capaci di trovare una mediazione con un ideale che potrebbe risultare utopico, incontriamo qualcuno che invece è stato costretto a rinunciare a un amore per salvaguardare se stesso, ma che, se avesse avuto la possibilità di scegliere non lo avrebbe certamente fatto.
In quel momento forse ci guardiamo dentro e prendiamo contatto con una realtà che nella nostra altalena decisionale non avevamo affatto considerato, cioè che davanti alle rinunce anche dolorose che molti sono costretti a compiere per non precipitare in un baratro senza ritorno, quando amano disperatamente qualcuno ma non riescono a starci insieme perché sanno che vorrebbe dire farsi del male a vicenda, oppure sono costretti da circostanze non evitabili a separarsi, noi siamo lì a crogiolarci nell’incertezza pur sapendo che stare con quella persona ci fa stare bene, ci arricchisce, ci fa sentire come avevamo sempre sperato, e perdiamo una marea di tempo per inseguire qualcosa che in fondo rischia solo di farci rimanere da soli.
Forse quella sofferenza inevitabile vissuta da qualcuno a noi vicino, può farci capire quanto importante sia prendere a piene mani quel regalo che la vita ci sta facendo e rivelarci quanto sia importante non mettere in secondo piano il reale in nome di un immaginario che potrebbe rimanere per sempre tale.
Marta Lock