Sintonia imperfetta

La difficoltà di alcuni nell’esprimere le emozioni… è alleviata solo dalla capacità di altri… di capirli anche quando nessun altro riuscirebbe… 

Nei saliscendi infiniti che costellano i nostri percorsi di vita, abbiamo potuto constatare l’assoluta diversità tra i vari individui e l’impatto differente che il passaggio di ognuno di quelli che sono entrati più o meno a lungo nella nostra vita, ha avuto su di noi. Questo non tanto perché ci siamo messi sul piedistallo del giudicatore, nessuno può dire cosa sia meglio o peggio, cosa sia giusto o sbagliato in modo assoluto proprio perché, e anche in questo caso è stata una lezione appresa con la crescita emotiva, una verità assoluta non esiste. I punti di vista sono molteplici, le persone stesse, nel corso della loro stessa esistenza, cambiano opinione e modi di vedere la realtà, non perché non siano coerenti o facilmente plasmabili bensì perché la trasformazione, l’evoluzione, fa parte dell’inevitabile crescita a cui ognuno di noi, più o meno volentieri, deve necessariamente adeguarsi.

Noi per primi ci siamo trovati molte volte di fronte a persone con cui era davvero faticoso parlare, intendersi, e di conseguenza comprendere cosa volessero dire, spesso non per mancanza di apertura o di volontà di capire quanto perché il linguaggio usato era su due lunghezze d’onda talmente lontane da non riuscire a trovare il canale comunicativo che avrebbe reso tutto più semplice. Inizialmente ci siamo interrogati sul motivo per cui sembrava tutto tanto complicato, riflettendo sulla nostra incapacità di metterci nei panni dell’altro e dubitando della nostra capacità di ascolto e adattamento; in un secondo momento però, quando il cammino ci ha condotti verso altri individui con cui le cose erano molto più semplici, il modo di esprimersi più simile al nostro, abbiamo realizzato che era tutta una questione di incastri, di piccoli tasselli caratteriali che con qualcuno combaciano perfettamente e con altri no.

E poi, in alcune rare occasioni, spesso solo una volta nella vita, ci capita di incontrare quell’unica persona, la nostra persona, con cui ci sembra di non aver neanche bisogno di parlare perché la comunicazione si sposta su livelli talmente più alti, quasi mentali, che ci sembra di leggere dentro di lei come se stessimo ascoltando noi stessi.

Come mai tutti i silenzi che ci erano tanto pesati con altri, con la nostra persona sembrano essere leggeri e mai vuoti?

Perché, laddove in precedenza avevamo faticato a capire anche le più piccole sciocchezze, con lei tutto sembra quasi naturale, karmico, come se la conoscessimo da millenni?

Cosa determina il sentirsi tanto simili e vicini quanto nei precedenti incontri ci eravamo sentiti così solo dopo enormi sforzi, e spesso neanche dopo quelli?

Il comprendersi anche attraverso i silenzi, anche attraverso pause ed esitazioni, non è un qualcosa che può essere costruito, un’intesa così superiore non potrà mai essere il risultato di sforzi di conoscenza, si potrebbe certamente arrivare a qualcosa di simile, ma non con le stesse forti e inspiegabili connotazioni. Perché la differenza sta proprio in quel qualcosa in più che tutti desideriamo ma che spesso non abbiamo il coraggio di aspettare, o al contrario, una volta che lo abbiamo trovato ci spaventa talmente tanto, soprattutto se non ci sentiamo abbastanza forti per manifestare serenamente le nostre fragilità e debolezze, da indurci ad allontanarcene, a sfuggire, a negarlo.

Eppure torniamo a cercarlo, perché non possiamo fare a meno di quell’unica persona che sa leggere la nostra anima anche quando non riusciamo a spiegare nulla, che sa sentire la musica del nostro silenzio anche quando esitiamo e la tratteniamo, che sa farci sentire accolti anche quando non abbiamo bussato alla sua porta, perché tornare da lei è come essere a casa, perché i suoi difetti si incastrano talmente bene con i nostri da non sembrare neanche tali e tutto è facile, tutto fa sorridere, anche ciò che ha fatto arrabbiare una moltitudine di altri.

E così scopriamo che la sintonia non sta nel chiedere all’altro di capirci, tentando di spiegare ciò che naturalmente non si riesca a comprendere, la sintonia sta nel sapere che l’altro ci comprende perché la sua imperfezione è quanto di più perfetto per abbracciare, accarezzare e accogliere la nostra.

 

Marta Lock