Solo tu

E dopo aver tanto atteso qualcuno che sia il meglio per noi…potremmo sorprenderci nell’incontrare quell’unico qualcuno…con cui riusciamo a esprimere con naturalezza il meglio di noi…

Nel corso della vita sentimentale abbiamo intrecciato il nostro cammino con quello di numerose persone che ci hanno in qualche modo aiutati a crescere e tracciare un profilo via via più chiaro della persona che vorremmo avere accanto, quella che consideriamo il meglio di ciò che possiamo avere. Perché tante, troppe volte, abbiamo sbagliato, ci siamo fermati con chi sulla lunga distanza si era rivelato inadeguato, inadatto, incapace di darci ciò di cui avevamo bisogno e perciò di renderci felici. Abbiamo sviluppato un sano egoismo che ci ha portati a decidere quali requisiti dovrebbe avere il partner perfetto, come dovrebbe farci sentire, cosa dovrebbe fare per noi, quanto dovrebbe adattarsi alle nostre esigenze per dimostrarci i suoi reali e solidi sentimenti.

In questo percorso arriviamo persino a dichiarare apertamente e dettagliatamente alle frequentazioni di turno cosa ci aspettiamo e cosa vogliamo e non vogliamo da un rapporto, senza fermarci a chiederci se è proprio da loro che vorremmo le cose che stiamo dichiarando di esigere, ottenendo come risultato di spaventarli al punto di far loro desiderare di fuggire via con la paura di avere davanti una fonte inesauribile di richieste e di proibizioni che con il tempo non potrebbero che peggiorare, disegnando uno scenario di futura prigionia nella quale nessuno vorrebbe mai trovarsi. E noi lì, soddisfatti di aver attuato quella selezione naturale grazie alla quale possiamo tastare il terreno ed eliminare chi non la supera, dimenticando che dire agli altri come dovrebbero comportarsi con noi, nel raro caso in cui scegliessero di rimanere e tentare di conquistarci, magari solo per amor di sfida, non li renderebbe liberi di essere se stessi né servirebbe a noi a renderci conto della vera natura di chi ci sta di fronte.

E’ giusto dichiarare apertamente cosa vogliamo e cosa non vogliamo a prescindere dalla consapevolezza che lo desideriamo da chi abbiamo di fronte in quel momento?

Perché la paura di che l’altro non ci dia ciò di cui abbiamo bisogno diventa più urgente di scoprirlo per come è in realtà?

A cosa è servito in passato fermarci con qualcuno che ci assecondava per renderci felici, perché troppo innamorato per perderci o troppo impegnato a conquistarci, e poi renderci conto improvvisamente che non era chi credevamo che fosse?

E infine, perché preoccuparsi tanto di avere il meglio per noi se l’altro non ci fa sentire il desiderio di dare a nostra volta il meglio di noi?

Dopo vari tentativi, errori, fughe o situazioni in cui alla fine ci siamo sentiti in trappola, giungiamo alla conclusione che la cosa migliore non è dichiarare bensì osservare, non come se l’altro fosse sotto esame bensì lasciandogli la libertà di esprimersi a suo modo e con i suoi tempi e lasciando che il rapporto si sviluppi e cresca prendendo la direzione più naturale e solo a quel punto ci renderemo conto se davvero ci fa sentire bene come avremmo sempre desiderato, solo in quel caso saremo certi che i gesti, le parole, le attenzioni non saranno state indotte da un desiderio di incarnare il nostro ideale bensì spontaneamente si manifestano perché quello è esattamente il suo modo di essere e di comportarsi.

Così senza neanche accorgercene ci troviamo ad avere ciò che ad altri avevamo chiesto senza ottenerlo e iniziamo a far uscire il meglio di noi perché la spontaneità e la naturalezza con le quali ci siamo avvicinati a quel qualcuno che ci sta dando ciò di cui avevamo bisogno rende anche noi liberi di essere noi stessi, senza spiare, senza giudicare, senza arrabbiarci se non riceviamo ciò che in passato avevamo preteso, ci rende liberi di dare all’altro il meglio di noi, quello che forse non era uscito fuori perché non nasceva spontaneo.

Così senza neanche accorgercene ci troviamo davanti all’unico che avevamo atteso tanto a lungo e del quale ci piace tutto esattamente come è, che fa esattamente ciò che ci aspettiamo e desideriamo senza aver avuto bisogno di chiederglielo o specificarlo, l’unico del quale non cambieremmo nulla perché è esattamente così che desideravamo che fosse e a quel punto ci rendiamo conto che il suo modo di essere tanto complementare a noi, tanto spontaneamente simile e sorprendentemente familiare ci porta altrettanto naturalmente a lasciar uscire quel meglio di noi che in passato avevamo gelosamente e attentamente conservato per quel qualcuno con il cui sarebbe stato impossibile riuscire a trattenerlo.

 
Marta Lock