Stammi lontano

Molte volte ciò da cui ci teniamo a distanza…è proprio ciò che sappiamo ci potrebbe coinvolgere…al punto da non volerci più allontanare…

Dopo aver avuto una discreta esperienza emotiva, dopo aver conosciuto e avuto a che fare con diverse tipologie di persone, ognuna speciale a suo modo ma nel complesso incompatibile con quello che era il nostro carattere nel momento in cui le abbiamo incontrate, e dopo aver compiuto un processo di maturazione che ci ha portati a una profonda analisi di noi stessi e alla consapevolezza di ciò che ci fa stare bene e ciò che, invece, preferiamo non portare dentro la nostra vita e quotidianità, incontriamo finalmente qualcuno che già dal primo sguardo ci fa sentire quel brivido emotivo, seppure ancora solo a livello istintivo, che sappiamo essere fondamentale per poter poi trasformarsi in qualcosa di più grande, qualora le circostanze ci portino a frequentare la persona che ha attirato in modo tanto immediato la nostra attenzione.

E può anche succedere che il successivo approccio sia piacevole tanto quanto il primo sguardo: ci piacciono anche le cose che dice, il modo di parlare, di accompagnare le parole con i gesti e persino il suo occupare lo spazio che la circonda all’interno di una stanza; insomma, per farla breve identifichiamo quella persona come la prima, dopo tanto tempo, della quale forse potremmo innamorarci; non solo, ci rendiamo anche conto che le sensazioni avvertite da noi sono reciproche, lo capiamo dal modo in cui ci guarda, da come segue ogni nostra mossa, da come ci osserva quando è certa che non la vediamo. Perciò viene naturale e spontaneo iniziare a frequentarsi e ad avere dei contatti più ravvicinati, anche in quel caso estremamente piacevoli ed esattamente corrispondenti alle aspettative derivate dalle sensazioni iniziali.

Improvvisamente però l’altro inizia ad allontanarsi, o meglio, diventa evasivo e assente, lasciandoci nel dubbio che quelle piacevoli sensazioni siano state provate solo da noi; ma la nostra esperienza passata ci ha insegnato a non permettere più a qualcuno di sfuggire senza darci una spiegazione, l’abbiamo promesso a noi stessi tante volte, quindi prendiamo il toro per le corna e chiediamo un confronto, che l’altro, non deludendo anche in quel caso le nostre aspettative derivate dalla prima impressione, accetta di avere, pur senza essere capace di fornirci una spiegazione al proprio desiderio di fuggire da noi, o per meglio dire, pur confermandoci di comprendere quanta affinità fisica e mentale ci sia tra noi, ci confessa di non sentirsi pronto a fermarsi.

E’ possibile che un’intesa tanto forte possa andare persa per la mancanza di coraggio da parte dell’altro di accoglierla nella propria vita?

Sarà una motivazione reale o nasconde in realtà solo il desiderio di scorrazzare liberamente nel prato delle innumerevoli occasioni che gli si potranno presentare senza rinunciare a nessuna di esse?

E ancora, perché continuiamo a vedere l’altro volare di fiore in fiore senza mai riavvicinarsi a noi, facendoci venire mille dubbi sul fatto che la sua fuga non sia stato semplicemente un modo per farci capire che non gli piacevamo abbastanza?

Esistono dei processi di maturazione emotiva che spesso non vanno di pari passo né con l’età anagrafica né con la formazione pratica o intellettuale, perciò potremmo trovarci davanti a qualcuno che, sebbene susciti la nostra stima per il modo di ragionare e di porsi nei confronti delle persone, non abbia ancora compiuto quel tortuoso e lungo percorso che lo porta a essere consapevole e cosciente di ciò che lo fa stare davvero bene, convinto che tutte le persone e tutti i modi di essere possano in qualche modo adattarsi a lui; insomma potrebbe non aver ancora compiuto quel percorso di crescita che lo porterà a scremare e comprendere di cosa ha bisogno e di quanto sia fondamentale avere accanto chi può darglielo.

Ma il modo in cui continua a guardarci, l’importanza che da a ciò che diciamo, il modo in cui reagisce quando facciamo un gesto gentile o affettuoso nei suoi confronti ci fa capire che siamo qualcosa di più di tutti i fiori sui quali continuamente si posa, che l’intesa che ha con noi va oltre l’attrazione fisica, che la compatibilità mentale e caratteriale è talmente tangibile da non poter essere nascosta neanche da mille fughe né dalla presenza di mille altre persone che continua a frequentare. E inizia a nascere in noi la sensazione che, silenziosamente quanto a volte inconsapevolmente, ci stia chiedendo di aspettarlo, di attendere che abbia compiuto il cammino che lo porterà a quella maturità emotiva a seguito della quale saprà di volersi fermare con noi, perché sarà proprio di noi che avrà bisogno per sentirsi davvero bene.

Può succedere però che i suoi tempi, a quel punto, non coincidano più con i nostri, perché magari ci saremo stancati di vederlo inseguire le innumerevoli farfalle di passaggio, o perché avremo sentito il bisogno di una presenza più reale e concreta nella nostra vita, oppure perché semplicemente nel tempo dell’attesa ci è capitato di incontrare qualcuno che ha saputo farci sentire di essere sicuro di volere noi e solo noi, senza dubbi né perplessità, né bisogno di misurarsi con altre sfide.

A quel punto, forse, la persona che ci aveva lasciato in attesa, dando un po’ troppo per scontata la nostra devozione e la nostra capacità di attendere il momento giusto, si troverà davanti alla consapevolezza di aver perso qualcosa di importante e a tutto il rammarico di non aver saputo capire quale regalo abbia rifiutato per paura di riceverlo.

Perché a volte a voler aspettare il momento giusto ci lasciamo sfuggire quella che potrebbe essere la persona giusta.

 

Marta Lock