Un ballo ancora

Tra chi decide di volersi fermare… e chi sceglie di allontanarsi per continuare a correre… esistiamo noi in bilico tra la saggezza di avere una stabilità… e l’irrazionalità di non voler mettere fine al viaggio…

Nelle tante peripezie sentimentali ed emotive dentro le quali la vita, il destino, ci ha fatti tuffare mani e piedi, abbiamo avuto ruoli differenti e in alcuni casi opposti. Siamo stati inseguiti, quasi assediati, da chi, dimostrando una determinazione fuori dal comune, aveva deciso che avrebbe tentato con ogni mezzo di conquistare il nostro cuore; nel vedere tanta passione e dedizione nel perseguire l’obiettivo non abbiamo potuto fare a meno di capitolare anche se all’inizio ci eravamo dimostrati reticenti. Perché in fondo tutto ciò che a una prima occhiata non rientra nei parametri dentro cui ci siamo sempre mossi e dunque non ci interessa al primo sguardo, può invece catturare la nostra attenzione con motivazioni ben più profonde e solide di quelle del primo impatto.

Poi ci sono state le occasioni in cui ci siamo impegnati e abbiamo combattuto con le unghie e con i denti per la conquista di chi sembrava volerci sfuggire, avvolto da misteriose apparizioni in un momento inaspettato seguite da altrettante inspiegabili ritirate, convincendoci che dietro quel tirare il sasso e nascondere la mano si celasse un’incapacità immatura di convivere con un sentimento forte perché, e ne siamo davvero convinti e certi come se avessimo di fronte una formula matematica, ciò che proviamo noi è talmente bello e intenso che non può essere unilaterale. Dunque combattiamo come impavidi cavalieri senza macchia e senza paura vincendo le resistenze dell’altro e in altre situazioni, nostro malgrado, abbiamo invece dovuto ammettere la sconfitta.

Nel valzer della vita emotiva dunque, a volte abbiamo guidato noi la danza e in altre occasioni ci siamo lasciati condurre senza riuscire a capire quale davvero tra i due ruoli ci piaccia di più e, soprattutto, cosa vogliamo davvero fare.

Perché quando siamo stati inseguiti prima o poi siamo scappati e al contrario volevamo fermarci quando era l’altro a scappare?

Cos’è che ci spinge a cercare una stabilità quando non l’abbiamo e a desiderare l’instabilità quando abbiamo raggiunto un apparente equilibrio sentimentale?

E’ paura o insicurezza nei confronti di ciò che vogliamo davvero?

Non sarà che la ricerca in sé ci sembra molto più elettrizzante ed entusiasmante di ciò che pensiamo di voler trovare?

Eppure sappiamo perfettamente, perché lo abbiamo raccontato a noi stessi una miriade di volte, di sentire un forte bisogno di avere un punto fermo sentimentale che ci rassicuri, che ci faccia sentire importanti, qualcuno con cui condividere emozioni, sensazioni, vittorie, sconfitte, qualcuno da cui tornare a casa la sera o dopo un viaggio… eppure un altro noi, più dispettoso, più irrequieto, più indipendente e libero, ci suggerisce ad alta voce, come una forza contraria, che non è ancora il momento di fermarci, che forse hanno ragione quelli che continuano a voler correre e se in fondo sono loro che ci attraggono più degli altri è perché non abbiamo ancora alcuna voglia di fermarci davvero.

Dunque cosa fare?

Ascoltare la saggezza della parte più matura di noi o rendere felice il piccolo Peter Pan che ci dice che non è ancora il tempo di crescere?

A seguito del momento di introspezione tutto ci sembra apparentemente più confuso di quando avevamo iniziato a farci le domande, così non ci resta che prendere atto dell’incertezza, della sensazione di instabilità tra ciò che pensiamo di volere e ciò che poi realizziamo di voler ancora desiderare e dunque accettiamo quella parte indecisa di noi e andiamo avanti a cercare altri che vogliano ballare con noi, sperando che prima o poi troveremo quel ballerino con cui non dobbiamo né guidare né lasciarci condurre perché il muoversi all’unisono sarà talmente naturale da darci la sensazione di averlo sempre fatto.

E senza inseguitori né inseguiti, entrambi i nostri emisferi, quello saggio e quello irrequieto, sapranno che è giunto il momento di mettere fine al viaggio viaggiando passo passo e con lo stesso ritmo, insieme al nostro ballerino con cui non ci sentiremo mai più in bilico.

 

Marta Lock