Un tuffo ancora

La solitudine è una parentesi necessaria…tra un tuffo e l’altro del nostro cuore…

Succede che dopo la fine di una relazione, soprattutto se è stata importante non tanto se quantificata in termini di tempo bensì di intensità delle emozioni e dei sentimenti provati, abbiamo un tale rigetto per tutte le energie impiegate e l’impegno messo per far funzionare le cose e far rimanere incastrati tutti quei piccoli tasselli che nel tempo irrimediabilmente tendevano a staccarsi, da spingerci a rifiutare persino l’idea di volerci rimettere prima o poi di nuovo in gioco.

Addirittura arriviamo a guardare quasi con fastidio chi, all’inizio di un percorso insieme e nel momento in cui si tende a voler respirare l’altro continuamente, si lascia andare a effusioni e sguardi languidi in pubblico, come se l’essere sicuri di come andrà a finire ci facesse sentire disgusto per la fiducia e la gioia poi inevitabilmente disattese, rivedendo in loro noi stessi prima della delusione. In questa fase di rifiuto non è neanche importante se abbiamo preso o subito la decisione della rottura, ciò che è fondamentale è prendere le distanze da tutto ciò che ci aveva sicuramente coinvolti ma poi allontanati.

Contrapposto a questo tipo di atteggiamento ne esiste un altro, messo in atto da altrettante persone, quello di buttarsi immediatamente dopo in altri rapporti, certo meno importanti ma sicuramente utili a soddisfare l’amor proprio o l’orgoglio ferito di chi si è sentito una vittima o di chi ha comunque bisogno di specchiarsi continuamente negli occhi di qualcuno per sentirsi appagato. E così, per soddisfare se stesse queste persone lasciano alle loro spalle altre persone che, frustrate e deluse dai loro comportamenti, metteranno in atto l’una o l’altra reazione.

In quale momento decidiamo che il cinismo ci aiuterà a superare una crisi interiore?

Cosa c’è di tanto difficile nell’accettare la fine di un amore e prenderci il nostro tempo per superarla?

Per quale motivo ci fa sentire meglio fingere di disprezzare tutto ciò di cui eravamo stati a nostra volta i protagonisti?

Oppure perché non riusciamo a capire che coinvolgendo altre persone nel superamento del nostro momento di lutto emotivo non facciamo altro che aumentare le fila dell’esercito di chi dovrà a sua volta superarlo?

Se fossimo capaci di accettare la fine di un sentimento come parte di un percorso emotivo necessario alla formazione del nostro cuore, inteso come ventaglio di sensazioni, e alla comprensione, a volte lenta e dolorosa, di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci bene insieme a un altro, capiremmo che è indispensabile accettare un momento di isolamento dell’anima per permetterle di leccarsi le ferite e riprendere poi a camminare, all’inizio in modo traballante e poi via via più spedita. E capiremmo che non è necessario sforzarci di provare disgusto, causato più dalla disillusione di ciò che non abbiamo più che non per reale convinzione di non volerlo far di nuovo entrare nella nostra vita, per non ammettere con noi stessi che invece ci manca non tanto, forse, la persona con la quale l’avevamo condiviso quanto la nuvola sopra la quale camminavamo.

Se fossimo capaci di rimanere da soli per tutto il tempo necessario a elaborare il lutto emotivo, senza il bisogno di procurarci un surrogato di amore che noi per primi non riusciamo a provare, perché nel momento del bisogno non importa da chi riceviamo ciò che importa è prendere a piene mani, ci daremmo il tempo di aspettare chi davvero potrebbe far rinascere in noi ciò che si era spento. E capiremmo che tutto ciò che cerchiamo all’esterno possiamo trovarlo in noi stessi se ci concediamo di aspettare che emerga, dopo una pausa di riflessione e di introspezione, e solo a quel punto saremmo in grado di cercare in qualcun altro ciò che serve a completarci.

Quando impariamo ad accettare e ad accogliere con consapevolezza la solitudine delle emozioni non facciamo altro che concedere al nostro cuore il tempo per salire lentamente le scale del trampolino e fare un nuovo bellissimo e indimenticabile tuffo.

 

Marta Lock