Uniti e divisi

Esistono persone con le quali siamo talmente divergenti…che anche i pochi piacevoli punti che ci uniscono…vengono incredibilmente appesantiti da quelli che ci dividono…

A volte incontriamo delle persone che istintivamente ci piacciono e ci attraggono sebbene tutto, a cominciare dal loro modo di fare per finire al punto di vista dal quale partono per esprimere le loro idee, sembra volerci avvisare di quanto poco abbiamo in comune con loro. Eppure proprio quella visione diametralmente opposta alla nostra, quel modo di comportarsi tanto estraneo rispetto a quello che abbiamo sempre avuto noi, quella maniera di parlare che tanto ci ha infastiditi, ci tengono letteralmente incollati alla memoria di quel primo incontro con loro. E con molta probabilità anche dall’altra parte il riscontro è lo stesso perché inspiegabilmente quanto prepotentemente, nonostante il nostro evidente fastidio di fronte ad alcune prese di posizione, si propongono, facendoci quasi sentire aggrediti, e ci chiedono di poterci rivedere.

Noi quasi inebetiti e incapaci, chissà per quale strano motivo, di porre un rifiuto deciso all’assurda proposta, scegliamo invece di accettare, trovandoci immediatamente dopo faccia a faccia con la nostra debolezza e stupidità.

Perché siamo stati completamente incapaci di dire no a una proposta che sicuramente ci porterà solo complicazioni?

Cos’è che ci induce ad accettare di intraprendere una conoscenza che già in partenza dimostra di non avere i presupposti per diventare qualcosa di stabile e costruttivo?

Qual è la molla che ci spinge verso qualcuno con il quale tutto può essere complicato: attrazione? Curiosità? Sfida?

In molti casi subentra uno strano meccanismo inconscio che ci proietta verso un ruolo di salvatori dell’altro, quello in cui noi siamo coloro i quali detengono il potere di cambiare qualcuno per metterlo sulla strada giusta, o per meglio dire quella che lo è per noi, convinti di trovare prima o poi quell’armonia che ci permetterà di vivere un rapporto sereno. Ma l’altro avendo, ovviamente, una sua personalità ben definita non accetterà mai di essere salvato da qualcosa che invece calza a pennello al suo modo di essere e soprattutto perché non ci ha mai chiesto di farlo, contrapponendosi quindi con forza ai nostri tentativi; più noi tentiamo di tirarlo dalla nostra parte, più lui si arrocca sulle proprie posizioni, innescando polemiche infinite e battibecchi che rendono la relazione un vero e proprio incubo per entrambi.

In altri casi invece è l’altro a vederci come una sfida, una terra sconosciuta da conquistare e da convertire, trasformando il rapporto come uno scontro tra titani che lascia le due parti esauste e con la consapevolezza di non aver né vinto né perso, semplicemente di aver investito energie in una battaglia che non poteva condurre che a una sconfitta. Ma nonostante tutto i pochi momenti in cui deponiamo le armi sembrano riuscire a compensare tutti gli altri nei quali vorremmo scappare via lontani e trovarci dalla parte opposta del mondo, illudendoci che possano essere sufficienti a tenerci legati. Andando avanti però quegli attimi divengono sempre più brevi, le cause di distacco sempre più frequenti e le differenze sempre più pesanti da tollerare.

Passata la fiamma iniziale che davanti a un rapporto con tali presupposti si affievolisce ben più in fretta di quanto avremmo mai immaginato, ciò che resta e che diventa via via più evidente è l’impossibilità a relazionarci davvero con quella persona, perché ogni parola va pesata e misurata, perché le opinioni che abbiamo sulla maggior parte degli argomenti sono talmente opposti da rendere inevitabile lo scontro, perché persino il modo di scherzare è diverso da quello dell’altro al punto da non riuscire a comprendersi neanche in situazioni nelle quali dovremmo semplicemente ridere o sorridere. Davanti a tale evidenza ci rendiamo conto che quei pochi punti in comune non potranno mai essere sufficienti per colmare tutte le differenze che nostro malgrado continuano ad allontanarci facendo diventare la relazione un macigno davvero troppo pesante da portare sulle spalle.

Forse però anche un rapporto del genere fa parte del nostro percorso formativo, forse è necessario per farci comprendere quanto sia importante avere accanto qualcuno con cui tutto sia facile, con cui riusciamo a capirci anche con un solo sguardo e che ci accetta, tanto quanto lo facciamo noi con lui, non perché questo comporti uno sforzo o un impegno gravoso bensì perché l’essere simili e complementari rende la vita insieme piacevole e bella senza bisogno che diventi un lavoro…qualcuno con cui è talmente tanto e bello ciò che ci unisce dal far diventare un dettaglio quasi invisibile il poco che ci divide.

 

 

Marta Lock