E poi arriva il giorno in cui… dopo aver tanto ascoltato e giustificato le ragioni degli altri… le uniche che diventa importante ascoltare… sono solo le nostre…
Può capitare che ci troviamo a dover affrontare relazioni instabili nelle quali siamo costretti a scendere a compromessi perché altrimenti rischieremmo di vederle svanire, scivolare via dalle nostre mani poiché gli equilibri che si sono delineati fin dall’inizio presupponevano un nostro atteggiamento più accomodante rispetto alla nostra stessa natura. A dispetto della nostra convinzione che le cose con il tempo possano cambiare, di fatto una volta delineate le dinamiche di un rapporto diventa poi improbabile riuscire a trasformarle, perché in fondo l’altro si trova bene nella sua condizione privilegiata in virtù della quale sa di avere in mano lo scettro del potere; e sebbene siamo perfettamente consapevoli che una relazione non dovrebbe mai essere una questione di comando, né che nessuno dovrebbe sentirsi sotto ricatto e accettare così ogni capriccio dell’altro per non rischiare di vederlo allontanare, di fatto ci sentiamo ormai all’interno di un meccanismo che si è tracciato fin dall’inizio e di cui non riusciamo a modificare la modalità.
Con il trascorrere del tempo tuttavia, la piega che prende quella relazione è inevitabilmente disfunzionale proprio a causa di quel tiro alla fune tra noi che desidereremmo avere voce in capitolo e mettere in primo piano anche le nostre esigenze, e l’altro che non mostra la minima disponibilità a trasformare il suo ruolo predominante in uno più paritario, più accondiscendente rispetto alle nostre esigenze. Dunque il rapporto comincia a deteriorarsi tra la nostra insoddisfazione e la sua sorpresa nel realizzare che ci sottraiamo a quel gioco che lo aveva sempre visto protagonista, il nostro desiderio di allontanarci diviene via via più impellente fino a determinare la fine di una storia stagnante a causa dell’incapacità di entrambi di compiere quell’evoluzione necessaria a darle un seguito più maturo ed equilibrato.
Nell’inevitabile processo del guardarci indietro per tirare le somme del nostro passato emotivo, ci rendiamo conto che il nostro atteggiamento aveva contraddistinto anche le relazioni precedenti, durante le quali avevamo messo il desiderio di costruire un rapporto davanti al bisogno di sentirci accolti nella nostra reale natura, di vedere appagate le esigenze emotive che non riuscivamo a ottenere venissero ascoltate.
Per quale motivo abbiamo deciso di rinunciare a noi stessi pur di avere qualcuno a cui sentirci in qualche modo legati?
Qual è stato il momento in cui abbiamo preferito mettere in secondo piano ciò che necessitavamo per essere felici, scegliendo di sognare un futuro con qualcuno di evidentemente disinteressato ad adattare la propria vita a quella di un altro individuo?
E come mai, nonostante la nostra disponibilità ad andare incontro alle persone con cui volevamo iniziare un rapporto stabile, ci siamo trovati sempre davanti a qualcuno di sfuggente o di egoriferito e perciò poco predisposto a una vera relazione di coppia?
Lasciar emergere le consapevolezze è il primo passo per prendere in mano tutto ciò che ha contraddistinto la nostra vita e cambiare le abitudini che ci avevano creato insoddisfazione, in particolar modo quelle emotive spesso figlie di una formazione inconscia proveniente dall’educazione ricevuta, dal rapporto con le figure di riferimento oppure semplicemente da radicate insicurezze di cui non è ancora stato possibile prendere atto. Nel momento in cui però tutti gli aspetti delle nostre lacune cominciano a diventare chiari dobbiamo necessariamente costruire delle dinamiche relazionali differenti, dobbiamo mettere noi stessi al centro, perché capire di cosa abbiamo bisogno davvero ci indurrà a orientare meglio la nostra ricerca e soprattutto a non sottostare alle regole degli altri pur di avere una relazione, piuttosto decideremo di non adeguarci a nessuno che impone i suoi ritmi e le sue regole lasciandoci capire che diversamente non inizierebbe nulla.
Quelle persone non fanno più per i nuovi noi che siamo diventati, quelli che non hanno più paura di chiedere ciò che desiderano, che non temono più di dover mettere i puntini sulle i e di porsi in maniera paritaria rispetto all’altro. Sapremo cosa desideriamo e in che modo vogliamo riceverlo e, sorprendentemente, tutto ciò che sospettavamo essere impossibile da avere, arriverà senza la necessità di metterci in secondo piano rispetto a nessuno perché la persona che sceglieremo avrà le nostre stesse esigenze emotive e visioni sul modo di stare insieme.
Marta Lock