Le occasioni che non abbiamo colto… sono le stesse che ci hanno resi più attenti… a tutte le altre che sono giunte nel nostro successivo cammino…
Quante volte ci siamo domandati come sarebbe andato qualcosa se fossimo stati in grado di carpire l’attimo e di approfittare di un’opportunità che ci eravamo trovati davanti?
In quante occasioni abbiamo rimpianto un particolare evento che, se ne avessimo compreso subito l’importanza, avrebbe potuto determinare una realtà completamente differente da quella in cui ci troviamo?
Per quale motivo siamo sembrati ciechi nel momento in cui un’occasione si è presentata, salvo poi riuscire a focalizzarla in un secondo tempo e comprenderne le implicazioni positive che avrebbe portato nella nostra vita?
Spesso il cammino personale è disseminato di bivi, di incroci davanti ai quali siamo stati costretti a compiere una scelta, a prendere una decisione in molti casi condizionata dai timori, dalle inesperienze e dal prediligere una certezza a discapito di un salto senza rete che temevamo al punto di rinunciarvi. In altre circostanze eravamo talmente distratti da ciò su cui ci stavamo impegnando, da aver preferito non sollevare il capo per osservare se l’evento, la possibilità che si stava aprendo a noi, avrebbe potuto essere un’inattesa opportunità per compiere una deviazione che ci avrebbe condotti verso un sentiero diverso e forse migliore. Questi eventi possono essere stati degli attimi fugaci, davanti ai quali non abbiamo avuto la prontezza di muoverci e la velocità decisionale necessaria per afferrarli, oppure dei reiterati piccoli momenti che, ogni volta, abbiamo deciso di ignorare.
Tutta l’ostinazione nel rimanere sulle nostre posizioni precedenti, la limitatezza del non riuscire a vedere oltre il frangente oggettivo dimostrando così scarsa lungimiranza, hanno nel tempo lasciato il posto alla coscienza che avrebbe potuto essere proprio quell’accadimento particolare a determinare l’evoluzione, la modifica che, dopo aver visto sfumare la contingenza che ci aveva bloccati impedendoci di sceglierlo, ci avrebbe potuto regalare una prospettiva differente, aprire una porta su possibilità inedite e impensate a cui di fatto abbiamo deciso di rinunciare. E così, guardando a ritroso, cominciamo a renderci conto di quante altre volte non siamo stati in grado di cogliere quell’attimo, quell’occasione, quell’opportunità che avrebbe potuto determinare una realtà completamente differente; la nostra cecità, o in alcuni casi la nostra ostinazione, ci ha impedito di fare la scelta più rischiosa, quella che non ci avrebbe dato certezze, decidendo di restare dentro una condizione meno azzardata ma sicuramente immobile.
Alla luce di questa riflessione non possiamo fare a meno di comprendere e osservare quanto quelle esperienze mancate, quelle circostanze lasciate sfuggire, quelle opportunità sprecate, ci abbiano dato modo di comprendere l’importanza del prestare maggiore attenzione a ciò che accade, a tutti quei piccoli segnali che giungono improvvisi e che portano con sé possibilità in grado di indurci ad affacciarci a un altro scenario possibile, quello che può determinare il giro di boa, il cambiamento o semplicemente il mezzo per salire un gradino in più verso la nostra crescita personale. Così, da quel momento in avanti il nostro atteggiamento si modifica, si apre verso l’accoglienza di eventi e circostanze non più da ignorare oppure da accantonare come se non fossero importanti, bensì da accettare come doni necessari a porci davanti a una riflessione, a una valutazione su quanto siano funzionali al nostro percorso e sul perché siano apparsi nella nostra esistenza.
È stato proprio grazie a quelle occasioni mancate, a quelle opportunità ignorate, che abbiamo compreso a procedere nella vita con maggiore attenzione, a non dare per scontato di essere nella posizione migliore per noi, a non rifiutare a priori un’opportunità solo perché non ne conosciamo l’epilogo. Abbiamo compreso l’importanza del metterci in gioco e del rischiare cogliendo le opportunità piuttosto che rimpiangere di non averle colte domandandoci, a posteriori, cosa sarebbe accaduto.
Marta Lock