Ali di cristallo

A volte non ci rendiamo conto…di quanto leggero o insensibile sia un comportamento…finché non ci scontriamo con la reazione che provoca…

Quante volte abbiamo accusato qualcuno di insensibilità nei nostri confronti?

In quante occasioni ci siamo sentiti calpestati o feriti proprio nel punto in cui l’altro sapeva che avremmo sentito più dolore?

Con quanta decisione ci siamo ripetuti che non avremmo permesso più a nessuno di ridurre ai minimi storici la nostra autostima o di avere dei comportamenti che non dimostrassero il massimo rispetto per ciò che siamo?

Tante, tantissime volte, fino al punto di far diventare quella presa di posizione necessaria a salvaguardare il nostro equilibrio un punto fermo e un baluardo irrinunciabile del nostro vivere in mezzo agli altri. Eccoci quindi andare nel mondo sicuri e pienamente coscienti di qual è il giusto modo per approcciarci e relazionarci con noi, certi di ciò che vogliamo e di ciò che invece non possiamo assolutamente tollerare, decisi ad allontanare in modo repentino e immediato chiunque non rispetti i limiti che abbiamo imposto. L’armatura che indossiamo, spesso tanto più coriacea e resistente quanto più forte era stato il senso di inadeguatezza o la sensazione di insicurezza e fragilità provocate da chi era andato oltre quel limite, ferendoci, diventa talmente tanto parte di noi da farci dimenticare cosa si nasconde sotto di essa e, al tempo stesso, da renderci talmente tanto attenti a stabilire cosa vogliamo e cosa non vogliamo da perdere di vista l’innegabile realtà che di fronte a noi può trovarsi qualcuno che ha compiuto lo stesso identico nostro percorso.


Magari questo qualcuno ha indossato un’armatura diversa dalla nostra, perché diverso è il suo carattere e il modo di esprimere dei concetti, perciò ci può apparire talmente tanto forte nella sua calma e tranquillità così opposta alla nostra determinazione nel chiarire e puntualizzare che arriva quasi a sfiorare la prepotenza, da portarci lentamente a credere di avere di fronte quel qualcuno che non oltrepasserebbe mai il limite che ci siamo dati, anche se non glielo avessimo chiarito e ripetuto. Ed effettivamente è proprio così quindi lentamente perdiamo quel tono autoritario necessario a difenderci e ci accomodiamo dentro un tipo di rapporto nel quale ci sentiamo la parte forte, sia perché l’altro ci asseconda facendoci sentire i protagonisti indiscussi sia perché sembra essere quasi impermeabile a quei piccoli trabocchetti che via via meno frequentemente gli tendiamo per spiare la reazione che ci aspettiamo di provocare ma che puntualmente non arriva, rassicurandoci.

Questo ci fa sentire talmente tanto sicuri di noi, appagati e dominanti nel rapporto da farci perdere di vista che anche l’altro ha sensibilità e fragilità ben nascoste dietro l’apparente calma di chi non ha combattuto la propria battaglia con rabbia bensì con equilibrio e moderazione, indossando quindi un’armatura diversa dalla nostra caratterizzata da un aspetto ben più coriaceo e ferroso; la sua è un’armatura di cristallo, trasparente e lucente, apparentemente solida e inattaccabile, come di cristallo sono le ali che ha messo a protezione del proprio cuore. Il suo modo di parlare ed esprimere le proprie esigenze è tranquillo, sereno, quello di chi sa di non avere bisogno di battere il pugno con forza per farsi ascoltare perché preferisce spiegare e approfondire le motivazioni di un concetto, quasi certo che chi lo ascolta recepisca perfettamente ciò che sta dicendo.

Poi, nel momento in cui la nostra armatura ferrosa decide di voler ancora una volta cozzare contro la sua e, in uno dei nostri momenti di spavalderia nei quali sentiamo la necessità di dimostrare che siamo i più forti senza che ve ne sia un reale motivo, durante i quali tendiamo per l’ennesima volta uno di quei tranelli orchestrati per avere rassicurazioni come avevamo già fatto in passato, l’altro stanco di spiegare e ripetere le cose con la calma di chi desidera essere ascoltato in modo adulto, reagisce in modo inaspettato e completamente diverso da tutti i precedenti, lasciandoci increduli a domandarci cosa c’è stato di tanto diverso dalle altre volte da provocare una reazione così fuori dal suo schema.

In quel momento ci rendiamo conto che la sua armatura in apparenza forte e inattaccabile era fragile tanto quanto l’interno della nostra e che ferendo la sua sensibilità, che desiderava solo essere accolta e compresa, abbiamo dimostrato sì di essere i più forti in una battaglia che in quel preciso frangente si sta rivelando tanto inutile quanto sterile, ma l’unico risultato ottenuto è stato di aver mandato in mille pezzi quelle bellissime ali di cristallo che aveva messo a protezione del suo cuore che non avevamo considerato potessero rompersi…e che probabilmente non riusciremo mai più a ricomporre.

 

Marta Lock