E poi comprendiamo che ciò che vogliamo davvero… è quella normalità da cui in passato siamo scappati… quando eravamo convinti di volere di più…
Il percorso di crescita di ogni individuo si presenta completamente differente da quello di un altro, questo perché le inclinazioni del singolo sono diverse, costituiscono un mondo a sé che lo rendono unico nella moltitudine. I più tranquilli, equilibrati, moderati, si incamminano fin da subito verso certezze volte alla costruzione della solidità, professionale, economica e soprattutto sentimentale, laddove un rapporto stabile viene visto come una bilancia di vita, una serenità necessaria per affrontare tutti gli altri settori dell’esistenza. I moderati, che spesso si autodefiniscono indecisi, non sono molto sicuri di cosa vogliano fare davvero, se fermarsi e costruire oppure esplorare rinunciando alle certezze che derivano dalla stabilità, però nel dubbio che non riescono mai a sciogliere, trovandosi tra il fuoco della curiosità e quello delle regole comuni, della ordinaria quotidianità che rassicura molti, preferiscono restare calmi, scegliere un sentiero tranquillo in attesa, chissà, che uno scossone arrivi prima o poi da sé a indicare un’altra strada.
E poi ci sono le anime ribelli, quei lupi solitari che decidono di ignorare le regole, di non volersi adeguare a una normalità che gli va stretta perché è troppo forte la spinta a esplorare, conoscere, scoprire, il mondo esterno certo ma di fatto se stessi; sanno di aver bisogno di rompere gli schemi per superare quelle barriere di tranquillità dietro le quali molti vivono bene ma che per loro equivalgono a chiudersi in una gabbia dorata che gli impedisce di spiccare il volo. Dunque aprono le ali e vanno in esplorazione, cadono, si rialzano, lottano, si uniscono a qualcuno ma mai in modo ordinario, mai nel modo tradizionale, perché quello non fa per loro, si dicono, quella è una normalità dentro la quale non riescono a stare. E restano finché tutto va avanti secondo i loro parametri, secondo la loro visione delle cose, e quando è così riescono a essere le persone più amabili e presenti del mondo… solo però fino a quando lo scelgono, fino al momento in cui non si sentono il fiato sul collo, fino al giorno in cui si guardano allo specchio e si rendono conto di adeguarsi pian piano a una stabilità che non vogliono, non ancora.
E così scappano, libere e indomite, scappano senza guardarsi indietro.
Perché alcuni di noi non riescono neanche a immaginare di adeguarsi ad alcune regole che per il resto del mondo costituiscono la normalità?
Cos’è che fa loro tanta paura?
Il legame? La stabilità? Il fermare la loro fase di esplorazione?
Oppure nascondono dentro se stessi una visione distorta della stabilità, un qualcosa che gli fa credere che la tranquillità sia noiosa mentre invece la scoperta è senza dubbio una costante avventura ed è per questo che non vogliono fermarsi mai troppo a lungo?
A volte sono tutte queste motivazioni a generare irrequietezza dentro le anime ribelli, molte altre invece il loro è solo e unicamente un passaggio, più o meno lungo, dopo il quale si sentono pronte a decidere e determinare ciò che davvero vogliono, ciò che davvero fa per loro, ciò che davvero le rende felici. Senza il periodo di libertà non sarebbero mai state in grado di apprezzare la condivisione, senza la fase di individualismo non avrebbero mai potuto desiderare di sedersi un attimo e parlare di sé con qualcuno che le sappia ascoltare, senza la consapevolezza che la libertà non equivale alla fuga non avrebbero mai potuto scoprire quanto sia bello sentirsi liberi di volersi fermare e costruire. Senza aver compreso l’importanza della normalità, quella che viene spontaneamente scelta, quella determinata dalla propria unica indole, non sarebbero mai riusciti a desiderarne un po’ anche loro, alla fine del lungo viaggio che li ha portati nel presente.
Un presente da cui ripartire per tornare indietro proprio nel punto in cui si trovavano quando, davanti al bivio dell’andare o del restare, troppo irrequieti e ribelli avevano deciso di rompere gli schemi, correre liberi, per rendersi conto alla fine che quel più che tanto volevano raggiungere era già lì… ma non erano ancora in grado di sceglierlo.
Marta Lock