Avvolti dal mistero

Quando una cosa è poco chiara…il confine tra ciò che ci viene fatto intendere e ciò che è realmente…è così sottile da lasciarci il dubbio di aver dato la giusta interpretazione…sia che optiamo per la versione più realista sia per quella più fantasiosa…

E’ strano renderci conto di come, a volte, in particolari momenti della nostra vita, veniamo attratti, per non dire calamitati, da persone con un tipo di atteggiamento talmente schivo e poco limpido da farle apparire misteriose. Questo tipo di incontri si verifica spesso dopo la fine di una relazione durata diverso tempo e che ci aveva portati quasi ad annoiarci, tanto era diventata scontata e priva di stimoli. Perciò nel momento in cui ci sentiamo pronti per ricominciare il gioco della seduzione, ma in ogni caso non ancora per affrontare di nuovo un rapporto che potrebbe presentare le stesse caratteristiche di quello dal quale siamo usciti, o che potrebbe di nuovo farci ripiombare nella routine e nella noia, ci lasciamo avvicinare, istintivamente, da soggetti che non potranno mai condurci sugli stessi binari dai quali abbiamo voluto deragliare.

Con questa tipologia di persone ogni cosa diventa strana, complicata, fuori dalla norma, e, se da un lato la cosa ci piace e ci intriga, dall’altro ci spinge lentamente ma in modo sempre crescente, a domandarci e domandare il perché. Ma, alle nostre domande, non troviamo risposte, perciò un impegno che chiunque altro spiegherebbe senza la minima esitazione, diventa con loro una non ben definita impossibilità ad essere presenti, un viaggio di lavoro diventa un’inspiegabile assenza di giorni, una semplicissima vacanza diventa una fuga dal mondo, compresi noi, durante la quale saremo costretti a non avere nessun tipo di notizia né delucidazioni sulla destinazione, una serata con gli amici diventa un inspiegato e ingiustificato impegno inderogabile.

Tutto ciò non fa che accrescere l’aura di mistero che avvolge l’altro, inducendoci a fare, riguardo i suoi comportamenti, illazioni sempre più fantasiose, fino a raggiungere livelli di immaginazione e di supposizione degni del migliore sceneggiatore di film gialli, affollando la nostra mente di domande.

Quali saranno mai i suoi impegni inderogabili?

Perché ha tutti questi impedimenti che ci tengono lontani tanto a lungo?

Per quale strano motivo a volte ci riempie di messaggi e altre sparisce senza lasciare traccia né rispondere ai nostri?

Cosa nasconde?

Tutte domande alle quali non riusciamo a trovare una risposta, cosa che infittisce sempre di più il mistero intorno a quella persona, poi arriviamo a un punto in cui dobbiamo capire, dobbiamo scoprire cosa c’è sotto, quali sono i suoi segreti. Perciò iniziamo in modo circospetto e con la massima cautela, a tentare di indagare, ponendo domande che non sembrano tendere alla scoperta di qualcosa, fatte in modo apparentemente casuale, che però mettono in allarme l’individuo in questione, il quale diventa sempre più evasivo e più schivo, mentre noi diventiamo sempre più desiderosi di conoscere la realtà delle cose, senza però riuscire a ottenere lo scopo.

A un certo punto la situazione degenera, sia nella nostra testa, che sembra esplodere a furia di fare supposizioni, illazioni e di sospettare di ogni parola o silenzio, sia riguardo alla relazione che diventa un tira e molla di attese e ritorni, perché a quel punto decidiamo di puntare i piedi e prendere il toro per le corna, scegliendo di non essere più disponibili ogni volta che l’altro chiama, e incalzandolo per avere delle risposte ma…niente, non riusciamo ad avere nessun tipo di chiarimento.

Perché alcune persone scelgono il mistero come forma di seduzione?

Per quale motivo spesso riescono a tenerci legati proprio grazie a quel non fornire spiegazioni, non rivelare le cause delle assenze, non rendersi reperibili finché non decidono di esserci?

E in che modo una persona che non rivela nulla di sé riesce a tenerci legati nonostante vorremmo fuggire via lontani?

Poi, un bel mattino ci svegliamo e, guardandoci allo specchio, ci rendiamo conto che non è tanto il nostro reale interesse nei confronti di quella persona a legarci a lei, quanto l’accanimento nel voler scoprire i suoi misteri. Quel mattino riflettiamo a fondo e decidiamo che non abbiamo più tanta voglia di impegnare il tempo a farci domande, che preferiamo parlare e confrontarci con delle risposte, perché in realtà non vogliamo che un qualsiasi impegno quotidiano diventi un qualcosa di impronunciabile e non definibile, bensì desideriamo essere tranquillizzati da una spiegazione di un’assenza che abbia le connotazioni di normalità che ha abitualmente per chiunque.

A quel punto il mistero avrà perso tutto il suo fascino, e la persona oggetto di tanta attenzione da parte nostra, diventa semplicemente qualcuno che ha giocato male le sue carte, e si troverà da solo con i propri fitti misteri, ad attendere un’altra, ennesima vittima del suo gioco, che potrà tenere legata solo fino a quando la seduzione del non detto non lascerà il posto al bisogno di chiarezza.

Perché a quel punto sapremo che non abbiamo bisogno di interpretare, bensì di conoscere, non più di dubitare, bensì di essere rassicurati, non più di immaginare, bensì di essere certi della presenza di un altro accanto a noi, nella limpidezza e nella chiarezza della  luce del sole.

 

Marta Lock