Battito di ali

La vita è un soffio…è molto meglio lasciarsi sopraffare e vincere dalle emozioni…piuttosto che viverla senza averlo mai fatto…

Molto spesso viviamo nella convinzione, dettata dall’inconsapevolezza o forse dall’incoscienza, di avere tempo per fare tutto ciò che ci viene in mente, rimandando quindi tutto ciò che non ci sembra urgente nel momento in cui ce lo troviamo davanti; addirittura accantoniamo l’idea di vivere sensazioni ed emozioni mettendole in secondo piano rispetto a obiettivi di carattere più materiale e rinviandole a quando la tranquillità raggiunta ci permetterà di concentrarci su aspetti più spirituali. Alcuni di noi invece, spaventati, frenati, disillusi e delusi da esperienze passate, scelgono di rinunciare a rimettersi in gioco certi che sia l’unico modo per preservare il proprio cuore e la propria anima da ulteriori sofferenze.

E’ normale quanto comprensibile che questo tipo di atteggiamento faccia parte della nostra visione se osservata dal punto di vista dell’autorealizzazione o dell’autotutela, ed è condivisibile la necessità di non lasciarsi andare alle sensazioni intense se avvertite come pericolo per il proprio equilibrio o come distrazione dai propri obiettivi professionali e materiali. Ecco perciò comparire un esercito di persone che dimenticano, più o meno volutamente, di essere creature emotive che riusciranno a volare solo nel momento in cui sapranno ascoltare e mettersi in contatto con il proprio cuore e la propria anima; un esercito di persone che, tendendo ingenuamente e inconsapevolmente all’immortalità, sono convinte di avere davanti a sé tutto il tempo del mondo per fare ciò che in un determinato momento preferiscono non liberare e vivere.

Cosa ci fa essere tanto convinti che avremo la possibilità in seguito di occuparci degli aspetti che ora stiamo trascurando?

Quanto può essere vero che un’emozione lasciata andare potrà essere recuperata o rivissuta in un prossimo futuro con la stessa intensità o coinvolgimento ai quali stiamo rinunciando oggi?

Chi ci assicura che ciò a cui stiamo rinunciando nel presente potrà ritornare domani?

Perché crediamo che un obiettivo materiale o un’autotutela debba necessariamente escludere la capacità di abbandonarsi anche alle emozioni?

Eppure ci troviamo ogni giorno faccia a faccia con la consapevolezza che la vita a volte sfugge via dalle mani in modo completamente inaspettato, di punto in bianco, senza che le persone abbiano avuto il tempo di rendersene conto…ma guardiamo tutto con uno strano distacco quasi come se fossimo sicuri che a noi non succederà. E quindi, pur essendo stati in contatto con l’innegabile realtà di ciò che può accadere a chiunque, riprendiamo il nostro cammino fatto di chiusure, rinunce, emozioni soffocate o rimandate, egoismi perché tanto noi il tempo ce l’avremo e perché quello che stiamo vivendo è il momento meno indicato per lasciarci sopraffare da sensazioni che non desideriamo o abbiamo paura di gestire.

Arriva poi un giorno in cui ci guardiamo dentro fin nel profondo e sentiamo che il vuoto riempito di successi e cose materiali non è sufficiente a farci sentire appagati, perché la nostra anima non riesce a spiccare il volo e non ricorda più l’ultima volta in cui, pur essendo caduta, continuava a sbattere le ali, dolorante ma viva, sopraffatta e vinta a causa di un volo radente che aveva quasi provocato l’incapacità di sollevarsi ancora ma incredibilmente capace di farlo di nuovo seguendo quel soffio di vento che l’aveva aiutata a risalire e a quel punto ci rendiamo conto di aver rinunciato, senza che fosse realmente necessario, a tutto ciò che avrebbe arricchito e reso più intenso il nostro percorso.

Così, consapevoli di non poter recuperare il tempo perduto né di riavvolgere il nastro per permetterci di provare l’intensità delle emozioni lasciate andare, decidiamo di cambiare rotta e scegliere finalmente di vivere, gioire, soffrire, abbandonarci a tutto ciò che davvero rende la vita meravigliosa…prima che l’ultimo battito di ali venga portato via dall’inevitabile e imprevedibile soffio di vento che credevamo non sarebbe mai arrivato.

 

 
Marta Lock