Cambia direzione

Le opzioni che non avevamo mai considerato… sono le stesse che possono aprirci a un mondo… che non abbiamo mai vissuto…

Capita, durante la fase di scoperta delle nostre pulsioni più profonde, fase che a volte può rivelarsi anche molto lunga durante la quale tentiamo di sperimentare e di mettere alla prova il nostro carattere sulla base delle esperienze necessarie a formarlo, di avvicinarci periodicamente a una tipologia di situazioni e di persone simili per caratteristiche essenziali, probabilmente perché sono proprio quelle le condizioni necessarie per permetterci di evolvere verso gli individui che dobbiamo diventare. Addirittura in alcune circostanze tendiamo a escludere tutto ciò che risulta troppo semplice, o lineare, per addentrarci verso complicazioni decisamente più affascinanti, meno prevedibili, più stimolanti dal punto di vista mentale e anche materiale, proprio perché difficili da raggiungere, da conquistare, da ottenere. Nel corso del tempo, sebbene molto spesso siamo costretti ad ammettere con noi stessi che, anche quando riusciamo a conseguire ciò che ci eravamo prefissi, forse lo sforzo compiuto non era commisurato al reale valore del risultato, non abbiamo potuto fare a meno di riconoscere che molto probabilmente è il viaggio verso il raggiungimento dello scopo, quel dover trovare il modo, quel sentire la necessità di oltrepassare le resistenze e gli ostacoli, a essere fondamentale per la nostra indole complessa e combattiva.

Questo atteggiamento si è manifestato sia nel settore pratico che in quello personale, conducendoci verso situazioni e relazioni complesse, con persone sfaccettate, poco chiare o comunque in qualche modo resistenti, per le quali dovevamo cercare di andare oltre l’apparenza, con cui avevamo la necessità di studiare ciò che c’era oltre le parole, spesso smentite dai fatti e viceversa. Il fascino del confuso, del contorto, del macchinoso, ci ha indotti a credere di essere irrimediabilmente attratti da quel determinato tipo di persone forse perché a nostra volta altrettanto complessi da non trovare in individui più semplici un rapporto appagante, un modo di porsi che ci attraesse tanto quanto il fascino di ciò che sfuggiva o di qualcuno che, pur essendo presente, non fosse in grado di manifestare con spontaneità le proprie emozioni o ancora che fosse incapace di porsi nei nostri confronti nel modo esatto in cui desideravamo essere trattati stimolando in noi quell’impulso a trasformare quel soggetto reticente in una persona che per noi sarebbe stata in grado di fare tutto.

Eppure non possiamo fare a meno di notare che quel tipo di relazioni, di rapporti, di situazioni, sono stati davvero molto faticosi e spesso ci hanno lasciati con la sensazione di aver combattuto contro i mulini a vento e che alla fine ci hanno fatto ritrovare da soli, con un pugno di mosche e stremati per aver impiegato tante, troppe energie, alla conquista impossibile di chi tutto sommato non voleva essere conquistato.

Perché continuiamo ad andare verso personaggi e circostanze complicate se abbiamo già sperimentato che non riescono a darci la felicità e la serenità di cui abbiamo bisogno?

Come mai arriviamo al punto di convincerci, o meglio rassegnarci, che forse se ci siamo sempre sentiti attratti da una determinata tipologia di atteggiamento, è proprio con quello che in fondo ci piace avere a che fare?

Spesso tendiamo a restare, o a nasconderci, dentro una zona sicura che sebbene non ci renda felici non ci induce a un cambiamento che spesso ci spaventa perché ci porta ad addentrarci in un terreno che non conosciamo, che non sappiamo gestire, che non siamo in grado di controllare; ma così facendo non ci daremo mai la meravigliosa opportunità di esplorare un modo diverso di interagire con gli altri, di aprire le porte a quelle personalità completamente differenti, persino opposte a quelle con le quali fino a quel momento ci siamo confrontati, individui con un approccio più simile al nostro che, anche se non suscitano l’entusiasmo della conquista perché si pongono nei nostri confronti in maniera aperta e trasparente tanto quanto facciamo noi, in realtà riescono ad appagare la nostra emotività in un modo diverso, meno altalenante ma decisamente più profondo e intimo.

E dunque, cambiare direzione uscendo da quella zona sicura che ci aveva intrappolati dentro corsi e ricorsi aventi costantemente il medesimo epilogo, può rivelarsi la strada verso quella stabilità che in virtù delle scelte passate non avevamo mai avuto. Può essere il sentiero che ci mancava per raggiungere la felicità.

 

 

Marta Lock