Esistono momenti in cui intuire ciò che viene lasciato intendere… e altri in cui fingere di non aver compreso… ciò che l’altro si ostina a non manifestare apertamente… perché a volte abbiamo bisogno di vedere il coraggio…
Le esperienze emotive con cui ci confrontiamo durante il faticoso percorso verso una maturazione che sembra sfuggirci, perché ogni nuovo inizio ci pone davanti al dubbio e all’insicurezza di fare la mossa giusta, sono di volta in volta fondamentali per permetterci di conoscere meglio noi stessi ma anche di scoprire quanto individui differenti suscitino in noi emozioni nuove e inedite che fino a prima di incontrare quella determinata persona non conoscevamo. Questo non per inesperienza bensì perché ciascuno è differente e le sue caratteristiche, il suo carattere, possono suonare tasti diversi della nostra interiorità che altri prima non erano riusciti a toccare. La capacità di comprendere quanto sia importante un’affinità che ci permetta di interagire con un altro a un livello più elevato, nel quale spesso le cose vengono intuite prima ancora che siano rivelate, diviene una base importante attraverso la quale affinare la nostra ricerca, selezionare le persone più simili a noi e con cui ogni sguardo, ogni gesto, ogni silenzio siano semplici da decifrare, chiaramente comprensibili anche quando molti altri darebbero loro un senso completamente opposto a quello che sappiamo hanno.
Tuttavia un rapporto così forte dal punto di vista mentale, può spesso indurre una delle due parti ad adagiarsi, o forse entrambe perché da un lato chi è convinto di aver intuito la motivazione di un comportamento cessa di chiedere per sentire una spiegazione che, sebbene corrisponderebbe esattamente a quanto percepito sarebbe sempre più piacevole o chiarificatore ascoltare dall’altro, mentre chi è certo che le proprie motivazioni vengano perfettamente comprese senza bisogno di esprimerle, smette di esternarle nella convinzione che siano superflue. Quella fase è un momento molto delicato di un rapporto, rappresenta l’inizio di un’immobilità comunicativa che se da un lato è rassicurante per quel suo darci la sensazione di conoscere profondamente la persona che fa parte della nostra vita, dall’altro può dar luogo a equivoci o pigrizia nel chiarire punti di vista ed esplicazioni che invece restano fondamentali nella coppia per lasciare che le due parti continuino a esprimere se stesse.
Perché quando la comunicazione in un rapporto è talmente sottile da rendere superflue le parole, le due parti tendono a smettere di raccontarsi le proprie emozioni?
Non è forse vero che, al di là dell’intesa mentale, mantenere il dialogo sia fondamentale per esprimere le sensazioni, le intenzioni e tutto ciò che potrebbe anche non essere compreso?
Così decidiamo di fare un passo indietro, se siamo proprio noi quelli più intuitivi e predisposti a comprendere gesti e silenzi dell’altro, e scegliamo di fingere di non aver capito, di non avere tutto ben chiaro, come in realtà abbiamo, perché desideriamo che l’altro si senta stimolato a dare una spiegazione, a chiarire il senso che per lui ha avuto un’azione, una reazione, un atteggiamento, che sia stato positivo o negativo non importa, ciò che importa è lasciare che esprima un’interiorità che, a causa proprio della nostra capacità di percepirla, si è disabituato a manifestare. In alcuni casi invece è proprio la sicurezza dell’altro sulla nostra abitudine ad andare oltre le parole e le negazioni che spesso usa anche solo per attirare la nostra attenzione, a far sì che si adagi proprio su quella consapevolezza che noi sappiamo andare oltre, che non ci faremo scoraggiare né intimorire da alcuni dettagli perché dal resto del quadro emerge ben chiaro tutto ciò che ci lega.
Decidiamo quindi di assumere quell’atteggiamento diverso ma necessario per fingere di non avere poi tutto così tanto chiaro come l’altro ritiene, scegliamo di togliergli quella sicurezza che fino a poco prima gli avevamo dato per vedere con quanto coraggio combatterà contro la presenza di un equivoco, di un non compreso, di un fraintendimento che non c’è mai stato ma che invece da quel giorno in avanti potrà esserci. Scegliamo di non voler andare oltre lo sguardo e di soffermarci anche su quelle parole superflue eppure necessarie per renderci ogni giorno rassicurati su tutto ciò che ci unisce.
Marta Lock