Spesso a mancarci di più…non sono le persone del passato…bensì il modo in cui ci sentivamo noi…quando erano parte del nostro presente…
Arriva un momento in cui, ripensando al passato e ai nostri trascorsi amori che hanno accompagnato il nostro viaggio attraverso la vita a periodi alterni e che sono apparsi e scomparsi seguendo il filo della nostra crescita e l’esigenza interiore di avere qualcuno accanto quando l’abbiamo avvertita, sentiamo la sottile nostalgia per quella persona che, tra le altre, ci aveva coinvolti in modo particolare o quella che ci aveva saputo regalare le emozioni più forti o ancora quella che nonostante si fosse donata completamente a noi non avevamo saputo tenere o avevamo fatto scivolare via dalla nostra esistenza.
In quel momento, quando il dolore o il fastidio provato nel momento in cui stavamo decidendo di chiudere una situazione o ne subivamo la fine decisa da altri, ci assale il ricordo dei momenti piacevoli condivisi, delle coinvolgenti emozioni provate, delle travolgenti sensazioni vissute e ci ritroviamo a sentire la mancanza di quella persona che le aveva generate. Questo perché il passato quando si allontana abbastanza da non suscitare più sofferenza ma non tanto da essere completamente dimenticato, compie la strana alchimia di cancellare le cose più spiacevoli e di far affiorare solo i ricordi più belli, quelli che hanno il potere di far nascere il sorriso sulle nostre labbra, adesso tanto quanto allora.
Ciò che avevamo provato, il modo in cui ci eravamo sentiti, ci piace così tanto da averci fatto dimenticare il perché avevamo chiuso una situazione se generava in noi quel benessere.
Perché se qualcuno ci faceva stare tanto bene abbiamo deciso di allontanarlo dalla nostra vita?
Per quale motivo se il nostro rapporto era così fiorito e rigoglioso abbiamo deciso di mettervi fine o subito la scelta dell’altro di farlo?
Non è forse vero che l’armonia e il benessere si respirano e si vivono in due e la reciprocità ne è condizione ma anche base irrinunciabile?
E allora perché ci ritroviamo da soli a pensare e ricordare un passato che non c’è più anziché continuare a viverlo?
Davanti a queste domande diventa necessario quanto urgente fare un salto indietro per guardarci dal di fuori e rivivere anche tutti gli aspetti che ci avevano portati a desiderare di uscire dalla situazione che stiamo guardando con tanta malinconia, per esplorare quella parte di memoria che l’alchimia del passato sta cercando di nascondere e piano piano vedremo uscire fuori uno a uno tutti quegli episodi che ci avevano reso impossibile il pensiero di andare avanti con quella persona, tutte quelle motivazioni esplorate e approfondite che ci avevano mossi in direzioni opposte uno all’altro, tutti quegli episodi nei quali avevamo respirato l’allontanamento dell’altro senza poter fare nulla per fermarlo impedendoci di sentirci felici come in precedenza.
Quindi giungiamo a quella strana consapevolezza che da un lato ci fa sentire la mancanza del passato e dall’altro la certezza di non averlo potuto o voluto rendere presente, lasciandoci la sensazione di essere tra due fuochi: da un lato la nostalgia per ciò che è stato, dall’altro il sollievo per aver messo la parola fine. E lentamente si fa strada in noi quella leggera, ma via via più incisiva, presa di coscienza che in realtà ciò che ci manca di più nel momento in cui compiamo quel ritorno al passato, non è la persona con la quale abbiamo vissuto e condiviso sensazioni ed emozioni, la quale se è uscita dalla nostra vita non era sicuramente quella con cui ci sentivamo davvero completi e appagati o lei non si sentiva allo stesso modo con noi, bensì proprio quelle sensazioni ed emozioni che avevano arricchito e riempito la nostra esistenza e che non abbiamo avuto ancora la fortuna o la predisposizione a vivere di nuovo.
Fin quando non incontreremo un altro qualcuno che riuscirà a liberare una a una proprio tutte quelle sensazioni ed emozioni che erano rimaste in silenzio a guardarci mentre le ricordavamo, sorridendo perché sapevano di aspettare il momento giusto per travolgerci di nuovo.
Marta Lock