A guardare bene… i colori più vivi si nascondono proprio dietro l’ombra più scura… se solo abbiamo pazienza di aspettare che il sole giri…
La vita, si sa, è fatta di luci e di ombre, di momenti in cui ci sentiamo alle stelle e fluttuiamo sopra una nuvola alternati ad altri in cui sembriamo attraversare una notte che non finisce mai. Ed è davvero incredibile renderci conto di quanto siamo condizionati dagli eventi esterni nel riuscire a conquistare una stabilità che in alcune fasi sembra esserci mentre in altre sparisce lasciandoci destabilizzati, insicuri, davanti a un castello di carta crollato rovinosamente in terra insieme a quelle certezze che tanto ci avevano esaltati. Così siamo costretti ad attraversare la notte con tutte le sue incognite, le difficoltà di affrontare ciò che non conosciamo per conquistare una nuova consapevolezza e scorgere la luce di una nuova alba.
Il bello è che in questo nuovo risorgere dopo aver attraversato l’ombra, i colori appaiono più intensi, la luminosità più vibrante, proprio perché non ne avevamo potuto vedere le sfumature molto a lungo; nella fase di rinascita tutto viene visto con occhi diversi, quasi come se in passato si fossero soffermati meno a lungo su dettagli che invece ora diventano talmente chiari da non poter essere ignorati. Tutto questo proprio in virtù di quel senso di vuoto, di quella mancanza che ormai ci siamo lasciati alle spalle e che ci ha resi più consapevoli ma anche più forti, più coscienti di poter prendere in mano la nostra vita e non farci più condizionare da quell’evento appena superato.
Perché il buio, inteso come una fase meno positiva della nostra vita, ci fa tanta paura?
Per quale motivo non riusciamo a vedere le cose da un punto di vista più ampio, ricordando anche altri episodi del passato dopo i quali ci siamo sentiti meglio, e prendere ciò che accade come una fase di passaggio necessaria a progredire?
Non è forse vero che è solo dopo l’ombra che le sfumature diventano incredibilmente più evidenti e la realtà più vivida?
Dunque come mai non riusciamo ad applicare questa consapevolezza anche nell’approccio conoscitivo con le persone, cercando di scorgerle anziché fermarci alla superficie che vogliono mostrare?
Quando abbiamo smesso di avere pazienza di scoprire piuttosto che scegliere la strada facile del volgere lo sguardo davanti a un buio che, a saper aspettare, rivelerebbe invece un incredibile arcobaleno di colori?
In una società come quella contemporanea in cui tutto deve essere grande, ottimale, sopra gli schemi, veloce come la tecnologia, saper aspettare è davvero difficile, così come lo è guardarsi dentro proprio nel momento più scuro, quello in cui fingere di non vedere la nostra parte buia, o l’oscurità in cui siamo caduti a causa di varie vicissitudini, può in apparenza costituire la via più breve per riprenderci. A volte poi qualcuno ama crogiolarsi in quell’ombra, come se il nascondersi in essa possa divenire un modo per attirare l’attenzione, per chiedere un aiuto impedendosi così di rialzarsi con le proprie gambe, di riaprire lentamente gli occhi, dopo aver riflettuto e sfidato gli ostacoli che in quel buio inevitabilmente si manifestano, e di camminare, soli, verso quella nuova luce che costituirà un nuovo domani.
Tuttavia l’esperienza ci ha insegnato che è molto più bello provare già da subito a guardare oltre, oltre la notte, oltre il velo dietro cui gli altri nascondono i loro veri colori, oltre il timore di non essere capaci di prendere in mano la nostra esistenza e gestire anche i momenti di difficoltà come una risorsa per migliorare e apprendere, anziché convincerci che siano quei momenti a gestire la nostra esistenza.
L’esperienza ci insegna, notte dopo notte, che aspettando che il sole giri e torni a illuminare quell’angolo di mondo in cui ci troviamo, sapremo di aver resistito e sorrideremo ai nuovi colori che torniamo a vedere in modo chiaro, senza più paure, senza più voltarci indietro e con la consapevolezza che il prossimo buio sarà solo un nuovo momentaneo ponte verso una rinnovata strada ancora più colorata della precedente. Perché tutto sommato non esiste il giorno senza la notte, non esiste il sole senza la luna, non esiste la forza senza la debolezza… non esiste un girasole che si apra alla luce senza che prima non si sia chiuso subito dopo il tramonto.
E questa è quell’altalena meravigliosa chiamata vita.
Marta Lock