Con occhi diversi

A volte per rinascere… è sufficiente scoprire lati di noi che non conoscevamo… e trovare nuovi modi per fare ciò che abbiamo sempre fatto…

La strada verso l’approfondimento e la conoscenza di noi stessi è molto più complessa e tortuosa di quanto si possa in realtà immaginare, questo perché nella maggior parte dei casi sviluppiamo un attaccamento talmente forte a tutto ciò che è familiare e sperimentato fino a poco prima da renderci complesso il cammino verso quell’evoluzione che inevitabilmente fa parte della nostra esperienza, di una crescita interiore attraverso la quale possiamo diventare consapevoli e coscienti di un’essenza che deve necessariamente comprendere ogni aspetto della nostra interiorità. La convinzione che la rigidità sia sinonimo di coerenza e di stabilità ci conduce ad arroccarci su posizioni immobili che ci intrappolano all’interno della nostra stessa incapacità di adattarci alla modifica di situazioni ed eventi, o ci spingono verso una conoscenza solo parziale di noi stessi proprio a causa dell’incapacità di mettere in discussione, e a volte di distruggere, alcune certezze per ricostruirne altre più adeguate a una nuova stagione del nostro percorso.

Eppure, nonostante le resistenze e l’ostinazione dell’aggrapparci all’inflessibilità che siamo convinti delinei e identifichi la nostra serietà, la nostra integrità che nulla cede a influenze od opinioni diverse che, tutto sommato, sarebbero in grado di farci vedere le cose e gli eventi da un punto di vista che potrebbe indurci a riflettere e rivedere alcune posizioni, nonostante un’immobilità che consideriamo sinonimo di equilibrio, le circostanze, gli eventi e persino le persone che incrociano il nostro cammino producono quei cambiamenti a cui tanto vorremmo resistere. Perché le situazioni non sono sempre il risultato di un’equazione matematica, perché non è umanamente possibile che a un’azione possa corrispondere sempre la medesima reazione, avendo a che fare con individui differenti e dunque dovendo prendere atto delle diverse intenzioni di partenza che producono un determinato comportamento, e ancora perché ogni singolo dettaglio, ogni piccola tessera della nostra vita, ha la forza di produrre in noi uno slittamento evolutivo dopo il quale niente è più come era prima.

Perché è più facile aggrapparsi a ciò che eravamo piuttosto che accogliere la modificazione verso le persone che possiamo diventare?

Come mai preferiamo non scoprire quei lati di noi che si svelano solo nel momento in cui abbassiamo le difese e decidiamo di metterci in discussione?

Davvero ci renderebbe deboli l’accettare la possibilità di rivedere le nostre certezze e modificare alcuni aspetti che costituiscono solo una zavorra che ci impedisce di evolvere?

Spesso ci convinciamo che le cose prima o poi cambieranno e che riusciremo a trovare ciò che cerchiamo pur muovendoci sempre allo stesso modo e calcando i medesimi percorsi, senza considerare che invece è proprio quella staticità, che confondiamo con credibilità, a chiuderci all’interno di un circolo vizioso dentro cui tutto è sempre uguale a se stesso. Se compiamo un percorso di consapevolezza e accettiamo la morbidezza delle possibilità che continuamente si aprono davanti a noi, sebbene diverse da come le avevamo previste, comprendiamo l’importanza della necessità di spostarci verso nuove convinzioni e considerazioni, scopriamo che non stiamo rinunciando alla nostra essenza bensì ci stiamo aprendo a un modo diverso di manifestarla, più morbido ma non per questo meno forte o solido, più mutevole certo ma non necessariamente meno serio o equilibrato. Semplicemente stiamo accettando la relatività delle cose, la consapevolezza che tutto può cambiare ed essere guardato con occhi diversi a seguito delle circostanze e degli eventi e che noi non possiamo sfuggire alla meravigliosa opportunità di conoscere aspetti e sfaccettature della nostra natura che altrimenti continueremmo a ignorare.

Questo nuovo percorso ci condurrà ad aprirci verso persone che fino a poco prima non avremmo considerato e che invece si riveleranno fondamentali per indurci a modificare l’approccio al modo in cui affrontiamo gli eventi, senza cambiare o sconvolgere ciò che siamo bensì modificandoci e diventando più indulgenti verso noi stessi e gli altri, generando quella rinascita, quel cammino verso un’evoluzione che ci consentirà di dare un senso nuovo a tutto ciò che avevamo sempre fatto e vissuto senza assaporarne l’essenza che, finalmente, riusciamo a vedere.

 

 

Marta Lock