La cosa più rara non è trovare qualcuno che apprezzi i nostri pregi… la cosa più rara è incontrare l’unico… che non riesca a rinunciare ai nostri difetti…
All’inizio di una conoscenza, che poi sfocia in una relazione, entrambe le parti coinvolte tendono a dare il meglio di sé, un po’ perché è naturale sentirsi quasi sospesi in una nuvola sopra la quale tutto è perfetto, un po’ perché, più o meno consapevolmente, non vogliono svelare la parte di ombra, il risvolto della facciata più lucente, che ognuno di noi ha e che potrebbe spaventare o allontanare l’altro. Dunque entrambi procedono in modo circospetto stando ben attenti a moderare le reazioni, mitigare gli eccessi, smussare gli angoli che potrebbero rompere quella magica armonia in cui si vive nei primi tempi.
Riuscire a nascondere tanto a lungo ciò che fa talmente parte di noi da non essere domabile né controllabile, è però praticamente impossibile per chiunque, a meno che non si scelga volutamente di passarci sopra o fingere di non vedere, così prima o poi gli innamorati giungono a quello scontro di identità che ogni rapporto vero racchiude in sé. Ora, superata la sorpresa del trovarsi faccia a faccia con qualcosa di totalmente diverso da ciò che avevamo avuto davanti agli occhi fino a poco prima, le reazioni che seguono lo scontro possono essere di dialogo, di allontanamento momentaneo, di fuga o di silenzio assoluto. Inizialmente si tenderà ad avere un atteggiamento di tipo conservativo perché in fondo un episodio non può cancellare tutto il bello che c’è stato prima, poi nei contrasti successivi la sicurezza inizia a vacillare, il dialogo non è più sufficiente a far incastrare le rispettive estremità, il silenzio è decisamente inadeguato e quindi si può scegliere di allontanarsi, più o meno temporaneamente.
Perché vedere con chiarezza i difetti dell’altro ci infastidisce al punto di desiderare di scappare via?
Non è vero che anche noi siamo pieni di luci e ombre, di moderazioni e di eccessi, di qualità e di imperfezioni che però contribuiscono a delineare per intero la nostra personalità?
Per quale motivo ci aspettiamo che una persona da amare debba essere perfetta, senza difetti, senza macchie, così esattamente come la sogniamo?
E’ una persona o un ideale ciò che desideriamo?
Con queste riflessioni affrontiamo il distacco e il momento di solitudine che ne segue, rendendoci conto che un rapporto non potrà mai essere vero e reale finché non saremo capaci di viverlo pienamente, conoscendo e accettando l’altro per come è perché senza quei difetti che tanto ci avevano infastiditi, non sarebbe lui. La cosa più giusta su cui interrogarci invece, è se quelle imperfezioni riescono in qualche modo ad amalgamarsi alle nostre, se con il tempo non possano diventare più sbiadite rispetto ai pregi e se il rapporto potrà raggiungere un maturo equilibrio tra noi e l’altro, senza che questo presupponga un continuo ed eccessivamente faticoso sforzo di mediazione.
Poi passa un po’ di tempo e iniziamo di nuovo a sentire il desiderio di contatto con la persona dalla quale ci eravamo allontanati perché, nonostante possiamo aver incontrato e conosciuto altre che sulla carta potevano essere più compatibili, più amalgamabili, più giuste per noi, ci siamo resi conto che inconsciamente paragonavamo chiunque al precedente, soggetto dell’allontanamento ma, malgrado tutto, ancora protagonista nel nostro cuore. Questo ci ha fatti sentire a volte arrabbiati, altre nostalgici, altre ancora disorientati fino al giorno in cui realizziamo che, nonostante gli scontri, nonostante il fastidio delle sue reazioni, nonostante l’incapacità di riflettere prima di parlare e quella di chiedere scusa pur pentendosi, nonostante tutto, ciò che ci manca di più è proprio quel suo modo di reagire, di combattere, di farci arrabbiare.
Così muoviamo un passo, facciamo una piccola mossa per tastare il terreno e, sorprendentemente, l’apertura che incontriamo dall’altra parte ci fa comprendere che il percorso mentale dell’altro è stato identico al nostro… perché anche lui ha compreso che è molto meglio scontrarsi con noi che parlare e ridere con chiunque altro, che ciò di cui non riesce a fare a meno sono proprio quei difetti che ci avevano portato, e sicuramente ancora ci porteranno, allo scontro.
Ma consapevoli di essere lì, uno di fronte all’altro, incapaci di rinunciarvi.
Marta Lock