Cos’è l’amore?

Amore

Esistono amori indimenticabili… e altri impossibili… e poi ne esistono alcuni lineari e spontanei… che semplicemente si lasciano vivere…

Spesso nel corso della nostra educazione sentimentale ci siamo trovati davanti all’evidenza che ognuna delle nostre storie abbia avuto un andamento differente, dovuto sia alle caratteristiche diverse delle persone con le quali ci rapportavamo, sia alle modificazioni che, inevitabilmente, compivamo perché il nostro carattere si rafforzava e si delineava anche in relazione all’altro. Può esserci capitato di imbatterci in qualcuno che ha suscitato in noi sensazioni forti e irripetibili pur non avendo condiviso con noi molto del suo tempo regalandoci solo brevi e fugaci momenti di cui noi, innamorati, ci nutrivamo fino all’incontro successivo.

In altri casi invece abbiamo avuto a che fare con individui talmente opposti al nostro modo di essere da generare un tale perpetuo scontro ideologico e comportamentale da trasformare il rapporto in una vera e propria guerra dentro cui non sopportavamo di stare ma da cui, tuttavia, non eravamo capaci di allontanarci. Ci siamo sentiti intrappolati all’interno di sensazioni che non ci facevano stare bene eppure staccarci da quella persona sembrava impensabile; questo magnetismo ha generato di fatto una pericolosa dipendenza emotiva che, una volta usciti da quel vortice, ci siamo resi conto di non poter effettivamente chiamare amore. Perché l’amore dovrebbe far star bene, non consumare energie riducendoci l’anima a brandelli, dovrebbe far tirare fuori la parte migliore, non la peggiore che tende a fornirci dei picchi di breve felicità ma che poi, per il resto del tempo, ci lascia nello sconforto del non riuscire a costruire qualcosa di solido. Perciò, reduci da un’esperienza tanto autodistruttiva dal punto di vista emotivo, perché mettere la parola fine a un legame del genere non è mai semplice, giungiamo a preferire qualcosa di più tiepido, di meno pericoloso per il nostro equilibrio e di più adatto alla nostra personalità, alla nostra visione di rapporto ideale. Sviluppiamo così la convinzione che un incontro debba rivelarsi da subito semplice, fluido, senza ostacoli né contrasti per avere le caratteristiche di cui abbiamo bisogno, che le cose debbano partire e crescere lentamente per poter diventare più solide e durature.

È quest’ultimo dunque l’amore?

Qualcosa di tiepido che via via si scalda?

Quindi, secondo questa teoria, un sentimento più impetuoso, contrastato, travolgente, non può essere definito amore?

Non è forse vero che a volte i rapporti impossibili, o gli indimenticabili, continuano a tornare periodicamente nella nostra vita assumendo di conseguenza quelle caratteristiche di durata perpetua che forse negli altri rapporti non troviamo?

La confusione è tanta, ognuno ha il proprio modo di vedere una relazione, così come ogni persona costituisce un mondo a sé stante dove le esperienze passate contribuiscono a modificare punti di vista, comportamenti e apertura verso i sentimenti, e anche nel caso in cui ci sentiamo perfettamente al sicuro dentro un rapporto sereno, non è detto che non si verifichi un brusco cambiamento di percorso che mette di nuovo in discussione tutto. Anche i rapporti impetuosi possono evolvere e, dopo tanti alti e bassi, dopo tanto entrare e uscire perché stare insieme è impossibile eppure anche stare lontani lo è, può accadere che trovino un nuovo equilibrio in virtù della maturazione dei due innamorati, o dell’accettazione di un sentimento che prima non veniva accolto, o ancora semplicemente perché i tempi collimano e tutto ciò che era complicato prima da un certo punto in avanti diventa semplice. E ancora, anche quando nasce un amore quasi a senso unico, perché l’altro se ne nutre e prende ciò di cui ha bisogno senza dare in cambio granché, non è escluso che poi nel tempo i ruoli non cambino, il fuggitivo approfondisca le proprie emozioni e resti più fermo, o che addirittura non si invertano.

Dunque in fondo l’amore forse non è altro che quella sensazione che fa soccombere la ragione alla forza dell’emozione – perché laddove prevalga la prima non può esistere un grande sentimento per autodefinizione irrazionale -, che per un attimo, per una vita o a momenti alterni, ci fa credere che tutto sia possibile.

 

 

Marta Lock