Ogni chiusura si trasforma in apertura al nuovo… ogni fine genera un diverso inizio… ogni strada intrapresa devia in inaspettate direzioni… e così noi continuiamo a rinascere…
Quante volte ci è capitato di chiudere una situazione credendo fermamente che mai più saremmo riusciti a provare le stesse sensazioni?
Perché sentiamo quel sottile disorientamento generato dal non sapere che direzione prendere, come se ogni fine ci facesse mancare la terra sotto i piedi?
Non è forse vero che ogni volta che abbiamo ricominciato abbiamo sempre trovato una direzione più adatta e una forza maggiore rispetto al momento precedente?
E, in altri casi, in quante occasioni abbiamo affermato con la massima convinzione di non voler tornare sui nostri passi e di essere decisi a voltare definitivamente pagina senza più voltarci indietro?
Per quale motivo dunque, in alcune strane situazioni e, soprattutto, con alcune persone, ci troviamo a tornare allo stesso punto di partenza come se fossimo criceti che corrono all’interno di una ruota?
Molto spesso non appena avviene il distacco vorremmo subito trovare quel gancio, quel salvagente, che ci porterà dritti dritti verso il nuovo percorso, senza dover passare dal via della presa di coscienza di cosa sia successo in realtà e di quanto sia importante la fase transitoria, il passaggio tra il prima e il dopo di ciò che, di fatto, ci ha resi persone diverse, più adulte, di giorno in giorno, a patto di essere disposti a lasciare che il tempo guarisca le ferite recenti. Non sempre ciò che abbiamo vissuto infatti è qualcosa da dimenticare o da cancellare con un colpo di spugna anzi, a volte ha costituito un regalo prezioso che la vita ci ha fatto, un tesoro di grande valore da portare con noi e grazie al quale abbiamo compiuto un altro passo importante verso la conoscenza del nostro io e delle nostre esigenze più profonde.
Un dono dopo il quale abbiamo effettuato un cambiamento ma se non utilizziamo la fase di passaggio, tra il recente passato e il prossimo futuro, come presa d’atto di ciò che abbiamo ricevuto e di quanto l’episodio, la situazione, ciò che è stato, abbia determinato un nuovo punto di vista, più adulto, più maturo rispetto al precedente, più consapevole, non potremmo mai prendere le nostre fragilità e debolezze, guardarle, carezzarle, lasciare indietro il dolore della chiusura e ricominciare a scoprirci giorno dopo giorno, velo dopo velo, all’interno di quel nuovo noi che si è generato. E proprio quando ci siamo resi conto del nuovo percorso verso il quale il vecchio ci sta spingendo, proprio quando sappiamo senza ombra di dubbio qual è l’insegnamento prezioso che dobbiamo prendere da ciò che abbiamo vissuto, proprio quando abbiamo compiuto quella rinascita che ci ha portati a un gradino superiore di consapevolezza, a un piolo più alto nella scala della nostra esistenza, potremmo ritornare esattamente al punto di partenza, quello da cui avevamo preso il largo, da cui ci eravamo allontanati.
Sicuramente quel ritorno al passato ci emoziona, ci turba e ci coinvolge, perché esistono sentimenti e sensazioni che non moriranno mai, che ci accompagneranno per sempre proprio in quanto legati a quella particolare persona da cui non ci è possibile staccarci completamente, e che tante volte abbiamo allontanato perché incapace di farci sentire bene come sentiamo di volere, perché non matura al punto di aprirsi e comunicare davvero le proprie sensazioni ed emozioni come abbiamo visto fare alla più recente.
Sicuramente, alla luce della nuova rinascita e di tutto il bagaglio prezioso che ci portiamo dietro dall’episodio appena superato, sappiamo cosa non ci sarà mai più possibile accettare, quali comportamenti e compromessi non saremo mai più in grado di accogliere nella nostra vita e nel rapporto che ne farà parte, perché siamo delle persone nuove, le stesse di prima ma profondamente diverse, immutabili nei punti fermi che costituiscono i valori irrinunciabili ma mutevoli nella consapevolezza di come desideriamo riceverli.
Così, pur trovandoci esattamente dov’eravamo prima, realizziamo di essere persone diverse, rinnovate, proprio perché la coscienza della rinascita effettuata ci ha condotti verso esigenze differenti, più appaganti per noi e più adatte a ciò che abbiamo bisogno di ricevere per sentirci davvero bene, e quando guarderemo negli occhi il passato che continua a tornare, ancora e ancora, nel nostro presente, sapremo che non potrà fare parte del nostro futuro, almeno non finché a sua volta non compirà quel percorso di consapevolezza e rinascita che gli permetterà di tornare da noi e dirci, con coscienza e maturità, che finalmente d’ora in poi tutto sarà diverso.
Marta Lock