Alcuni incontri sono fondamentali per farci ritrovare… e la loro importanza non è data da quanto tempo si soffermano… bensì da quanto intenso è il messaggio che lasciano…
A volte passiamo attraverso delicate fasi della nostra vita in cui tutto sembra confuso o, per meglio dire, siamo convinti sia chiaro quando in realtà non lo è affatto; può capitare che in questi periodi incontriamo persone speciali che sappiamo già non resteranno con noi molto a lungo ma l’energia positiva che si sprigiona in loro presenza ci spinge ad approfondire la conoscenza. Un po’ perché sappiamo bene quanto sia di giorno in giorno più raro trovare affinità spontanea con qualcuno di appena conosciuto, un po’ perché qualcosa ci dice che quella persona sarà fondamentale per sciogliere un nodo, per farci capire ciò che fino a poco prima non pensavamo neanche di dover capire, per farci salire un gradino importante verso la conoscenza di noi.
E dall’altra parte assistiamo, perché il dialogo è talmente semplice e scorrevole da indurci a raccontarci e raccontare, alla stessa identica netta sensazione di incontro destinico che traghetterà entrambi su una sponda differente dalla precedente. Queste anime zattere sono quanto di più bello e importante la vita possa regalarci perché non chiedono niente, non desiderano altro se non condividere con noi una vicinanza emotiva che sembra accoglierci con il caldo abbraccio della sintonia, dell’amicizia, della reciprocità naturale che non fa male, non fa soffrire, non provoca ferite anzi, semmai le risana. La loro funzione di traghetto, che poi è anche la nostra nei loro confronti, segnerà un importante passo avanti in un’emotività che a volte appare confusa, disorientata, distolta da vicissitudini che hanno messo in dubbio tutto il nostro essere, la nostra consapevolezza, il nostro equilibrio, per poco o tanto che siano durate; e sarà grazie a quell’importante passo che diverremo persone più forti, più consapevoli, più sicure di ciò che siamo e che nessuno potrà mai più toglierci.
Allora perché il destino ci mette davanti a qualcuno di così speciale, di così adatto a noi, di così affine se non potremo mai intraprendere un cammino insieme?
Come mai dunque abbiamo dovuto avere da una persona esterna le rassicurazioni emotive che non abbiamo mai trovato in noi stessi o nell’altro a cui avevamo chiesto senza ricevere la risposta che desideravamo?
Per quale motivo alcuni incontri belli, preziosi, mentalmente stimolanti ed emotivamente appaganti, non sono destinati a durare mentre gli altri, quelli da cui vorremmo allontanarci con tutte le forze, sembrano non voler uscire mai dalla nostra vita?
Siamo dunque destinati a non trovare mai il bandolo della matassa? Dobbiamo continuare a lasciar andare le persone a cui teniamo, e che dimostrano di tenere a noi, pur sapendo quanto sia rara una spontaneità che non chiede niente in cambio?
Certo, l’accoglienza di queste anime zattere deve necessariamente presupporre la consapevolezza che non resteranno accanto a noi, perché le vite costruite in precedenza non lo permettono, perché forse non potrebbero farlo anche se potessero, perché probabilmente il loro ruolo nella nostra esistenza è quello di una bellissima e importante cometa che passa una sola volta nel cielo lasciando però un’indissolubile scia. Ma non possiamo non sentirci fortunati e grati alla vita per averci regalato l’incontro così importante da riuscire a cicatrizzare alcuni profondi graffi, da sciogliere alcuni nodi irrisolti, da puntare l’obiettivo su un qualcosa di cui fino a prima dubitavamo. E la cosa più bella è la reciprocità di questi appuntamenti decisi dal destino, perché anche l’altro confessa a sua volta apertamente quanto il nostro fugace passaggio sia stato fondamentale per capire cose di sé che forse senza di noi non avrebbe mai capito, per guardarsi fino in fondo e superare, grazie a noi, ostacoli che fino a poco prima gli sembravano insormontabili… e tutto questo solo e unicamente parlando, lasciando le anime dialogare mentre insieme salivano sulla zattera che le avrebbe portate sull’altra riva del fiume.
Quella riva sulla cui sarebbero approdate, salutandosi sorridenti e felici per un incontro speciale, consapevoli che la vita sarebbe cambiata e che ricorderanno per sempre quel breve viaggio appena giunto al termine. E divise ma più ricche continueranno a percorrere la loro strada, ovunque le porterà.
Marta Lock