Eclissi totale

Ciò che abbiamo perduto o lasciato andare… non era il meglio per noi… anche se a volte sospiriamo per il rimpianto… perché ci piace credere nel contrario…

Sembra strano eppure capita, abbastanza frequentemente, che il destino ci metta faccia a faccia con qualcuno del nostro passato, più o meno recente, così all’improvviso, quando siamo concentrati su tutt’altro, o passeggiando tranquillamente senza pensare a niente in particolare. Voltiamo l’angolo, cambiamo strada, e di colpo ci troviamo di fronte a un qualcuno con cui avevamo condiviso momenti, sensazioni, emozioni ma che poi, per varie concause che avevano reso impossibile il proseguire del rapporto, avevamo lasciato andare. Per alcuni di noi può essere stato per ripetute incomprensioni generate dal modo di esprimersi completamente differente, per altri a causa di un periodo poco chiaro durante il quale comprendere ciò che volevamo, o la direzione verso cui desideravamo andare, era davvero impossibile, o per altri ancora può essere stato per l’avere a che fare con l’altro che non aveva neanche la volontà di capirlo quale fosse la strada da intraprendere, e vagava confuso tirando con sé noi che invece sapevamo perfettamente di voler fare chiarezza.

Ma tutto poi si supera, la vita si rigenera e la quotidianità ci assorbe e ci permette di dimenticare, andare oltre, recuperare o trovare la tranquillità di cui avevamo bisogno, sia che siamo stati noi a perdere, sia che abbiamo invece scelto di lasciar andare; dunque mai e poi mai immaginiamo di imbatterci così, di punto in bianco, magari dopo molti mesi, o addirittura anni, nella persona del passato – quella con cui magari tutto era stato lasciato sospeso, indefinito, per volontà, o colpa, di entrambi -, soprattutto se non viviamo vicini, se non frequentiamo gli stessi posti, se non ci muoviamo nelle stesse zone. La sensazione che proviamo stupisce per primi noi perché, al di là dell’effetto sorpresa, si fa strada in noi un’emozione inaspettata, generata sia dalla presenza che non ci è indifferente, sia dalla coscienza che c’è ancora qualcosa di sospeso, inspiegabilmente non concluso. Un’emozione che ha molto a che fare con la parola nostalgia.

Perché se qualcuno è uscito dalla nostra vita, ci sentiamo ancora turbati dalla sua presenza?

Come mai, laddove prima non lo avevamo ritenuto sufficientemente importante per noi, o non adatto a starci accanto per una serie di motivi che sembriamo non ricordare più, ora vorremmo poter riaprire una parentesi ormai chiusa?

Non sarà che il nostro è solo un desiderio di riempire un vuoto emotivo che, in questa fase, non è riempito da nessuno che possa farci sentire tutte le sensazioni che possono uguagliare e superare di molto il passato?

Il pensiero, dopo quel fortuito incontro, corre ai momenti condivisi e al bello dello stare insieme, mentre, per una strana meccanica di quel mistero che si chiama mente, tutti i motivi che ci avevano spinti a chiudere quel rapporto, a non considerarlo come giusto per noi, ad ammettere a noi stessi che se anche c’erano molte cose che ci univano, ce n’erano altrettante che, forse in maniera ben più forte, ci dividevano, sembrano essere letteralmente spariti, eclissati dalla malinconia per ciò che non abbiamo più. Anche se eravamo stati proprio noi ad allontanarci o a provocare la chiusura, anche se nel corso del tempo precedente all’incontro, non avevamo pensato a quella persona con chissà quale insistenza; sì ogni tanto ci tornava in mente ma non in maniera così prepotente come dopo averla rivista.

Poi però, superato il momento sorpresa, il disco che aveva eclissato la nostra memoria ricomincia a spostarsi e, lentamente, riaffiorano alla luce tutte le motivazioni che ci avevano indotti a credere che non fosse quella la nostra persona, perché, al di là del desiderio di provare di nuovo emozioni forti, non era lei quella che avrebbe potuto renderci completamente felici, perché le sue caratteristiche non erano giuste per farci stare bene, totalmente bene. Dunque accettiamo quell’incontro come un momento che per un attimo ci ha fatto fare un balzo nel passato, forse per ricordarci qual è il presente che abbiamo scelto di aspettare a costo di restare da soli per un po’, finché non verrà a prenderci.

 

Marta Lock