Il momento sbagliato è la scusa che usiamo… quando sentiamo o capiamo… di non trovarci di fronte alla persona giusta…
Quanti di noi si sono lasciati prendere da un momento particolarmente intenso al punto di mettere in secondo piano tutto il resto per non farsi distogliere da niente e da nessuno?
In quante occasioni abbiamo scelto volutamente di rinunciare a qualcuno solo perché in quella fase non eravamo pronti, o non predisposti, per accogliere nella nostra vita una relazione importante?
Nella confusione dell’esistenza contemporanea, in quel via vai di impegni quotidiani ai quali dobbiamo necessariamente far fronte, ci capita spesso di dimenticarci delle nostre emozioni, di salvaguardare quelle sensazioni che rendono quella stessa complicata vita infinitamente più bella. Eppure ci sono delle fasi nelle quali davvero siamo convinti che dedicare parte del nostro tempo a qualcuno sarebbe impossibile, perché non saremmo in grado di districarci, perché sarebbe una complicazione che proprio non desideriamo avere.
In altri casi invece, pur essendo in un periodo tranquillo, in cui saremmo aperti e disposti a metterci in gioco, di quelli nei quali tutto sembra essere talmente facile che sentiamo il bisogno di una scossa nella nostra quotidianità, possiamo incrociare il cammino di qualcuno che si trova nella fase opposta, quella che magari ci siamo appena lasciati alle spalle, e che non dimostra di avere alcuna intenzione di intraprendere un rapporto che non vada oltre qualche incontro occasionale.
Perché quando poi ci siamo trovati nella posizione opposta, quella cioè in cui eravamo noi quelli pronti e l’altro invece no, sembriamo non ricordare come ci eravamo sentiti fino a qualche tempo prima?
Il sentirci dire le stesse parole che avevamo usato noi, il sentirci confessare candidamente di non essere nel momento più adatto a voler costruire qualcosa di importante perché troppo impegnati in altro, non ci piace e può azionare in noi quel particolare meccanismo di voler ottenere proprio da quella persona ciò che non avevamo voluto dare ad altre. Ed è strano perché sembriamo aver completamente dimenticato i motivi che ci avevano spinti a rivolgere agli altri le stesse identiche frasi che la persona del presente rivolge a noi; perciò ottusamente convinti di trovarci davanti a un caso di inesperienza emotiva, di incapacità di comprendere quanto siamo in realtà importanti, andiamo avanti per la nostra strada ben decisi a ottenere la stabilità esattamente da chi sta ammettendo di non potercela, e in realtà non volercela, dare.
Finché poi, dopo aver impiegato tutte le nostre energie, dopo aver davvero combattuto contro i mulini a vento senza riuscire a fare alcun passo avanti se non talmente impercettibile da essere visibile solo a noi, ci fermiamo un attimo, ci sediamo, ci guardiamo allo specchio e iniziamo a ricordare. Ricordare di quando avevamo scelto di non fermarci, di quanto quella decisione derivasse in fondo dalla non convinzione che quella che avevamo davanti fosse la persona per noi e di quanto quella del momento sbagliato non fosse altro che una scusa, un pretesto, per poter restare in bilico tra il sì e il no, tra il non volerci impegnare e il non voler comunque stare da soli, perché lo stare da soli implica una forza che forse in quel momento non avevamo. E perché avere qualcuno che fa di tutto per stare con noi ci fa bene, proprio nei momenti in cui ci sentiamo più insicuri, più bisognosi di conferme, prendendole da chi c’è anche se le vorremmo da qualcuno che ci fa battere più forte il cuore.
Ma esistono anche altre situazioni, quelle rare eccezioni in cui davvero può capitare che due persone siano giuste l’una per l’altra ma non ancora pronte per stare insieme, frammenti durante i quali scatta qualcosa di intenso subito ma i percorsi di uno o dell’altro, o di entrambi, non sono ancora al punto in cui hanno raggiunto l’equilibrio necessario ad accoglierla quell’intensità. Non sanno parlarsi, non sanno scoprirsi, non sanno confrontarsi, sentono solo una strana emozione, immatura e confusa, dalla quale possono solo allontanarsi senza però dimenticarsi.
In quelle rare eccezioni la vita riporterà quelle persone una di fronte all’altra, con una maturità maggiore, con meno timori, meno incertezze, maggiore equilibrio e forse quello sarà il momento in cui sapranno riconoscersi come giuste, sarà il momento in cui sapranno prendersi per mano e camminare insieme.
Marta Lock