Il coraggio non è quella forza che ci spinge a fare qualcosa…anche se va contro la nostra natura…il coraggio è la capacità di accettare la nostra natura…e fare solo ciò che è affine a lei…
Molto spesso il luogo comune condiziona le nostre vite al punto di farci perdere di vista l’importanza di conoscere a fondo noi stessi, di rispettare la nostra individualità, che a volte può anche sembrare opposta a ciò che altri hanno definito e catalogato per far sì che rispondesse ad alcuni canoni definiti normalità. Altrettanto spesso ci siamo trovati ad affrontare sfide o a combattere contro i mulini a vento, non tanto per convinzione reale quanto perché sembrava giusto farlo o perché, in qualche modo, qualcun altro ci aveva convinti che superando quell’ostacolo, scalando quella montagna, avremmo dimostrato il nostro valore e il nostro coraggio.
Può essere successo però, alcune di queste volte, che nel momento stesso in cui stavamo per raggiungere la vetta o per ottenere ciò per cui avevamo combattuto, sia nato in noi il dubbio di voler davvero conseguire l’obiettivo del nostro lottare o se i nostri sforzi e le nostre energie non siano state impiegate per qualcosa che non eravamo tanto sicuri di volere. Dunque ci sentiamo da un lato forti per aver vinto una sfida ma dall’altro deboli per non aver scelto di perseguire un qualcosa che fosse più affine alla nostra natura, a ciò che davvero sentiamo di volere… a ciò che non abbiamo avuto il coraggio di accettare di noi.
E’ giusto considerare come forma di coraggio la strana tendenza che hanno le persone a forzare la propria natura per dimostrare qualcosa al mondo che le circonda?
Perché non si prende in considerazione quanta forza invece ci voglia per uscire dagli schemi comuni e affermare un’individualità necessaria a farci sentire unici ma, soprattutto, veri?
Chi ha stabilito che sia più coraggioso qualcuno che lotta contro se stesso, facendo sacrifici in nome di ciò che è giusto, piuttosto che qualcuno che combatte per essere se stesso?
Il percorso più lungo e complicato nell’accettazione di chi realmente siamo non è tanto quello del saperlo noi, di confessarcelo davanti allo specchio nell’intimità del momento di solitudine, bensì nel manifestarlo al mondo esterno, a chi ci circonda e che fa parte del nostro puzzle di vita; un mondo che spesso vede e cataloga la diversità come sbagliata, solo perché non rientra nei canoni rassicuranti di ciò che deve essere detto o fatto o di come deve necessariamente andare. Un mondo che a volte fa sentire qualcuno una mosca bianca solo perché ha un modo di vedere le cose differente, più aperto o più sopra le righe, più introverso oppure più antiquato… insomma, con chiunque ci confronteremo saremo sempre diversi proprio perché unici e questa è l’unica coraggiosa battaglia che dovremmo combattere: quella per l’accettazione di noi.
Perciò lasciandoci andare alle nostre fragilità, accettando le nostre debolezze e considerandole come la singolare e tipica parte di noi che ci rende assolutamente unici, scopriremo quanta forza sarà necessaria per non cedere alla tentazione di nasconderci dietro le parole, le frasi, gli atteggiamenti rassicuranti che ci farebbero sentire parte del coro, dimostrando a noi stessi di non avere paura di essere chi siamo né di dirlo a voce alta anche agli altri. Una scelta forte certo, tanto quanto fragili ci eravamo sentiti prima di accoglierla e viverla; un percorso che ci ha permesso di trasformare ciò che avrebbe potuto continuare a farci sentire diversi dagli altri, in ciò che invece ci rende assolutamente noi, senza veli, senza paure, semplicemente noi.
E così scopriamo che il vero coraggio non è quello che porta a intraprendere una battaglia contro noi stessi, oppure per dimostrare qualcosa al mondo o ancora per inseguire una strada che ci è stata indicata, vincere una sfida che ci è stata lanciata ma non ci soddisfa in pieno, il vero coraggio è quello di mostrarci così come siamo, contraddittori, fragili, forti, fuori dalle righe, controcorrente ma consapevoli delle nostre debolezze che, grazie all’acquisita capacità di difenderle, diventano dunque la nostra forza, la nostra vittoria più grande.
E così scopriremo che molti altri fragilmente forti hanno combattuto la stessa nostra battaglia e, grazie alla luce serena e intensa che leggiamo nei loro occhi, li riconosceremo.
Marta Lock