Gli inganni della mente

Le disillusioni causate dagli errori di ieri… ci impediscono di comprendere con chiarezza… i segnali di oggi…

La vita emotiva di ciascuno di noi passa necessariamente attraverso esperienze a volte esaltanti altre deludenti sulla base delle quali edifichiamo il nostro carattere di persone adulte, spesso orientato proprio a ricordare gli episodi più spiacevoli, quelli che ci hanno causato sofferenze e ci hanno costretti ad apprendere importanti lezioni, molto di più di quanto siamo al contrario portati a ricordare e a rivivere i frangenti più piacevoli. Questo perché il nostro fragile e delicato equilibrio interiore ha bisogno di essere costantemente rassicurato, protetto, non solo dagli sbagli che sappiamo fare parte del gioco della vita, bensì anche dalla possibilità di commettere altri errori perché, nonostante la consapevolezza di aver superato cadute e ostacoli, temiamo costantemente che la prossima volta che ci troveremo ad avere a che fare con questioni simili potremmo non essere così forti e coraggiosi da riprenderci altrettanto velocemente.

Oppure semplicemente la nostra memoria emotiva ci impedisce di ricordare tutto il bello che ha preceduto il frangente della disillusione, della delusione, ingigantendo come sotto una lente di ingrandimento o l’effetto amplificante di una luce teatrale, la macchia della nostra sofferenza che diviene così un monito affinché non si possa verificare di nuovo la possibilità di illuderci, di veder crescere le aspettative per poi trovarci invece faccia a faccia con la presa d’atto che tutto era parte della nostra immaginazione, oppure che avevamo interpretato in maniera errata segnali che significavano tutt’altro e dunque dopo aver realizzato e fatto i conti con la realtà preferiamo dare una chiave di lettura contraria a quella che il nostro carattere positivo suggerirebbe. Così non rischieremo ancora una volta di dover abbassare lo sguardo, delusi da noi stessi per aver creduto, e dagli altri per non esser stati sufficientemente chiari da indurci a capire meglio.

Per quale motivo siamo convinti che aver creduto abbia costituito un errore che ci ha condotti alla disillusione?

Come mai tendiamo a dimenticare l’agitazione, la trepidazione, l’entusiasmo che avevamo provato per tutto il tempo del percorso a seguito del quale siamo poi giunti all’esito finale?

Possibile che la consapevolezza di esserci illusi che qualcosa andasse come desideravamo possa mettere in ombra tutta la speranza e la positività che ci aveva regalato il cammino precedente?

Ed è davvero funzionale alla nostra serenità e felicità, guardare con circospezione gli accadimenti successivi impedendoci di gioire per le piccole vittorie, nel timore di quella disillusione finale?

L’emozione è istintiva e non pensa al prima né al dopo, lei vive il momento, ciò che frangente dopo frangente si presenta al suo cospetto, senza dargli un significato razionale, senza prevedere né indovinare, semplicemente sentendo ciò che sente; è invece la mente quella che ha bisogno di catalogare le esperienze, suddividerle in positive e negative, escludere ciò che ha lasciato un segno perché potenzialmente in grado di causare altre ferite e decidere di andare contro l’inclinazione naturale e l’istinto che, malgrado possa sbagliare, comunque diventerebbe parte di un’esperienza in cui positivo e negativo sono bilanciati. Dunque la prossima volta che ci troveremo davanti a un segnale che d’impulso sentiamo essere positivo, che potrebbe aprirci un mondo sognato e desiderato, anziché chiuderci nella certezza che diversamente ci troveremmo di nuovo a dover fare i conti con le aspettative deluse, proviamo ad assaporare il bello del viaggio verso l’epilogo, quell’altalena di alti e bassi, di apparenti certezze e di improbabili scetticismi, e proseguiamo positivamente senza ascoltare la voce pessimista della ragione.

Perché in fondo la vita è anche buttarsi, fidarsi dell’istino che in qualche modo i segnali giusti li sa cogliere, a prescindere da come andrà a finire la nuova storia verso cui ci addenteremo.

 

 

Marta Lock