Il non luogo che non c’era

La persona giusta non è quella che arriva e cambia il nostro mondo… la persona giusta è quella che entra nel nostro mondo e ci permette di entrare nel suo… e poi costruisce un luogo in cui i rispettivi mondi si uniscono…

Le abitudini di vita sulle quali costruiamo la nostra esistenza si radicalizzano man mano che cresciamo e ci abituiamo a condurre tutto in base alle nostre esigenze, alla nostra volontà di dedicarci a un settore specifico piuttosto che a un altro; questo soprattutto nel momento in cui preferiamo percorrere un percorso in solitaria oppure uno in cui decidiamo di non dare a un rapporto stabile la priorità nella nostra vita. I motivi di quest’ultima scelta possono essere molteplici e variegati, dalla disillusione nei confronti delle emozioni alle esperienze precedenti in cui ci eravamo sentiti soffocati nella nostra libertà d’azione, dalla decisione di concentrarci esclusivamente sulla crescita professionale alla semplice convinzione di non essere in grado di provare sentimenti tanto profondi da indurci a scendere a compromessi e fare posto a qualcuno nella nostra ordinata esistenza. Va da sé che più tendiamo a persistere su questo tipo di scelta più le consuetudini e l’orientamento a dare importanza a tutto ciò che è necessario a colmare il vuoto emotivo che inevitabilmente fuoriesce nei momenti in cui siamo soli davanti allo specchio della nostra interiorità, si estremizza rendendoci sempre più difficile l’idea di fare spazio a qualcun altro.

Forse in precedenza avevamo avuto a che fare con persone che in qualche modo erano entrate prepotentemente nella nostra vita quasi imponendoci di modificare le nostre abitudini salvo poi sfumare con il passare del tempo verso una monotonia che ci aveva fatto rimpiangere la nostra routine com’era prima, o forse ci siamo talmente radicati all’interno di quelle attitudini, manie, tempistiche tutte nostre, in tempi passati modificate per qualcuno che non ha saputo dare il giusto valore alla disponibilità che abbiamo dimostrato, da decidere di preferire mantenerle senza più compromettere un equilibrio nel quale ci troviamo perfettamente a nostro agio.

È davvero così?

Sul serio preferiamo proseguire nel nostro cammino solitario nel quale possiamo dare la priorità solo a noi stessi oppure abbiamo solo rinunciato ad attendere quel qualcuno in grado di entrare in punta di piedi nella nostra esistenza e di dar vita a un percorso comune rispettando le individualità reciproche?

Perché decidiamo di credere che le esperienze del passato, quelle che ci avevano fatti sentire in qualche modo invasi pretendendo attenzioni che avevamo bisogno di tempo per dare, siano una realtà destinata a ripetersi sempre nello stesso modo?

Le persone sono sfaccettate tanto quanto lo siamo noi, sia nella personalità e sia anche nei periodi della vita che attraversiamo, perciò non è affatto semplice trovare l’incastro perfetto, quell’ideale a cui da sempre tendiamo pur dovendo ammettere di non averlo incontrato; eppure proprio i percorsi precedenti ci hanno condotti a conoscere noi stessi all’interno di una relazione, a capire di cosa abbiamo davvero bisogno e come possiamo adeguarci alla presenza di qualcuno nella nostra vita. Sappiamo ora, dopo gli incontri del passato, di non avere bisogno di sentirci invasi, travolti, sollevati da terra e poi, dopo un po’, lasciati giù a ricostituire tutto ciò che avevamo modificato, bensì sentiamo la necessità di assestarci gradualmente verso un equilibrio differente da quello abituale, di lasciare che le cose si evolvano con il loro tempo, dandoci modo di accomodarci, giorno dopo giorno, in un inedito mondo in cui non siamo più solo noi bensì percepiamo l’esigenza naturale e sempre più forte di fare spazio all’altro che con noi camminerà.

In quel frangente capiremo che la persona giusta, quella giusta per noi non certo in assoluto, è qualcuno in grado di entrare in punta di piedi, senza voler cambiare con il suo arrivo le nostre radicate abitudini e il nostro mondo, di restarci accanto mostrandoci le sue consuetudini e il suo personale universo, e poi, giorno dopo giorno, costruire un luogo nuovo, che non esisteva per nessuno dei due, e che sarà quello in cui i due rispettivi mondi si incontreranno, coesisteranno e si completeranno per costruire un meraviglioso universo condiviso e ricco di tutto il nuovo che ne nascerà.

E sorprendentemente, quando ci apriremo a quella possibilità, a quel punto di vista, la persona giusta entrerà all’improvviso nella nostra vita.

 

 

 

Marta Lock