Il senso del tutto

Il giorno in cui penseremo di aver sbagliato tutto… dovrebbe coincidere con quello nel quale realizzare… che quegli errori potrebbero essere stati una grande opportunità…

Nel momento in cui ci troviamo ad avere a che fare con ostacoli, cadute, sbagli a seguito dei quali siamo stati costretti a modificare un determinato percorso, o alcune convinzioni che ritenevamo basilari e da cui abbiamo fatto fatica a staccarci, o ancora a mettere la parola fine all’interazione, al rapporto con qualcuno a cui tenevamo, in quel momento dicevo, ci sembra che il mondo ci crolli addosso perché siamo perfettamente consapevoli che se non avessimo commesso quell’errore tutto sarebbe rimasto esattamente come prima. La tristezza della perdita, della forzata rinuncia, si associa dunque al senso di colpa per essere stati i soli responsabili degli accadimenti, di quel concatenamento di circostanze che si dipanano dalla nostra prima, sprovveduta azione. Decidiamo così di avere un atteggiamento più prudente, meno impulsivo davanti a determinate situazioni che in qualche modo ci ricordano la precedente, ci muoviamo in maniera circospetta osservando e soppesando non solo le nostre mosse e parole ma anche le reazioni della persona, o delle persone, con cui ci stiamo interfacciando, eppure, malgrado tutto, continuiamo a commettere errori diversi ma simili nell’esito finale, come se ogni frangente si mettesse contro di noi.

La convinzione che il fato ci sia avverso e che se non avessimo commesso quell’errore iniziale ora avremmo la possibilità di essere felici ci conduce a un circolo vizioso secondo il quale tutto ciò che abbiamo perduto era sicuramente migliore di quanto potremmo incontrare nella nostra nuova esistenza, costringendoci a fare i conti con un’insoddisfazione verso noi stessi e con un senso di inadeguatezza per non essere in grado di correggere i comportamenti, crescere e smettere di sbagliare.

Siamo sicuri che crescere significhi proprio riuscire a non commettere più errori?

Per quale motivo decidiamo di restare attaccati a un passato che non può più essere riscritto, rinchiudendoci in un rimpianto che ci impedisce di apprezzare ciò che invece abbiamo e viviamo nel presente?

Chi ci assicura che invece quello sbaglio che ha portato alla chiusura di una porta, non sia stato provvidenziale per evitarci un distacco ancora più brusco e doloroso o semplicemente per metterci su una strada diversa e migliore per noi?

Nel momento esatto in cui compiamo queste riflessioni, ci guardiamo intorno e notiamo quante persone si trovano nella stessa situazione in cui ci eravamo imbattuti noi poco prima pur non avendo la nostra reazione, tutt’altro, prendono con maggiore filosofia quella caduta che in fondo non ha mai impedito loro di rialzarsi e di guardare avanti con un sorriso; il loro atteggiamento ci disorienta perché sembra che per loro, quelli che non sembrano destabilizzati dagli eventi, tutto sia meno grave e irrecuperabile rispetto al modo in cui noi abbiamo affrontato gli accadimenti del passato. Così cominciamo a domandarci cosa possa infondere in loro quella serenità di base che permette loro di non essere preoccupati per le deviazioni che sono costretti a effettuare a seguito di quel punto di svolta; riflettendo in maniera più lucida e meno legata alla vena nostalgica che ci appartiene, riusciamo a valutare quanti siano stati gli eventi che hanno seguito il distacco iniziale, non tutti negativi anzi, molti di essi ci hanno portati verso nuove aperture, verso evoluzioni inaspettate e hanno creato le condizioni affinché vi fosse una nuova crescita e successive opportunità.

Dunque comprendiamo che ciò che fa la differenza, ciò che ci rende più adulti, non è la capacità di non commettere più errori, bensì la consapevolezza che ogni cambiamento è una progressione verso qualcosa di migliore e che dipende solo dal nostro punto di vista se restare legati a un passato che non può più tornare, intristendoci dietro a una nostalgia spesso inverosimile, oppure considerare gli eventi come il modo delle energie sottili per condurci verso un percorso più adatto. Sarà quella consapevolezza a consentire anche a noi, da quel momento in avanti, di accogliere gli accadimenti con la stessa serenità che avevamo visto nelle persone che osservavamo e di cui non ci spiegavamo l’equilibrio malgrado le circostanze.

 

 

Marta Lock