I sognatori sono quegli incoscienti che cercano strade nuove… laddove i razionali continuano a tracciare il solco… su percorsi già conosciuti…
Quante volte ci siamo sentiti dire che prima o poi ci renderemo conto che tutto ciò che sogniamo rimarrà solo una chimera irraggiungibile?
In quanti casi ci siamo imbattuti in persone fin troppo pragmatiche che non mostravano entusiasmo per nessuno degli obiettivi raggiunti?
Perché tutte queste persone, decisamente la maggioranza, appaiono spente come se si fossero autoconvinte a considerare l’esistenza sulla base dei limiti che si sono imposte per equilibrio e per logica?
E per quale motivo invece noi continuiamo a vedere un’altra realtà, ad avere in mente una visione che in qualche modo sappiamo essere possibile?
L’educazione che riceviamo e che appartiene alla cultura nella quale siamo cresciuti, sembra non spingere l’individuo verso un possibilismo che invece appartiene di più alle popolazioni anglosassoni, dove tutto si basa sulla fiducia nel risultato a prescindere dalle possibilità che si hanno all’inizio del percorso intrapreso per raggiungerlo. Il sogno americano appare come una chimera, come qualcosa di cui raccontano i film, che commuove ma al tempo stesso viene considerato troppo distante dalla realtà effettiva, dalla quotidianità in cui ci si trova a vivere e di cui nella maggior parte dei casi ci si deve considerare soddisfatti anche se non corrisponde alle aspettative inconfessabili e per questo nascoste in un angolo remoto dell’interiorità. Anno dopo anno mettiamo a tacere l’idealismo perché il senso pratico deve prevalere, deve essere predominante su qualcosa che non potrebbe permetterci di essere indipendenti, trovando un lavoro che ci permetta di mantenerci, a volte in maniera più soddisfacente, a volte invece in maniera più modesta, ma in entrambi i casi l’unico possibile. Diventa dunque necessario far prevalere un approccio razionale ed equilibrato, lasciando sempre più in disparte quei sogni che avevano contraddistinto il periodo dell’incoscienza, quella in cui volevamo credere che qualcosa di diverso fosse possibile pur sapendo, perché ce lo hanno detto tutti, di non poter realizzare ciò in cui la maggior parte delle persone non riescono.
Quelli che hanno avuto successo sono stati fortunati, o aiutati da qualcuno in alto oppure hanno accettato compromessi, questo è quanto continuano a ripeterci quasi come se il loro fosse un mantra, quasi come volessero compiere un lavaggio del cervello per scoraggiare ogni nostro dubbio sul dato di fatto che loro sostengono. Eppure noi non siamo poi così convinti che tutto possa essere affidato al caso, né al nepotismo né alla mancanza di scrupoli, perché osserviamo che molte delle persone che hanno realizzato i loro sogni sono in gamba, capaci, determinate, hanno il tipico atteggiamento di chi non si sofferma sui problemi bensì si focalizza immediatamente sulla soluzione e tutte hanno in comune una storia fatta di cadute e di abilità nel rialzarsi, di disillusioni a cui non si sono arrese trovando sempre una via d’uscita e una strada alternativa per proseguire nel loro obiettivo. Così ci guardiamo intorno e realizziamo che gli stessi che vorrebbero convincerci a ridimensionare le nostre aspettative in favore di ciò che è più facile da raggiungere, ciò che è più alla portata di tutti, di fatto non sono felici, non hanno quella luce incredibile che invece non possiamo fare a meno di notare negli altri, i sognatori; quelli che hanno scelto di essere considerati folli, incoscienti, ostinati, di andare contro tutti i luoghi comuni, di abbattere gli ostacoli generati persino da chi cercava di proteggerli da se stessi, svelando, i razionali, niente altro che i propri limiti nel vedere oltre la patina della concretezza e del pragmatismo. E invece loro, gli altri, gli eccentrici idealisti, caduta dopo caduta, fallimento dopo fallimento, si sono rialzati ogni volta salendo un gradino più alto verso il raggiungimento del loro obiettivo.
Lo hanno fatto senza essere assistiti dalla fortuna, senza essere aiutati da nessuno, senza dover accettare proposte indecenti, bensì hanno solo e unicamente creduto che i loro sogni avrebbero potuto trasformarsi in realtà in virtù della loro capacità di osservare le cose da un punto di vista diverso, inconsueto, e di intraprendere percorsi definiti impossibili dagli altri, ma divenuti probabili grazie alla loro cieca fiducia e alla loro determinazione. A seguito della presa d’atto di quell’evidenza che non tutti riescono a cogliere, sceglieremo di non adeguarci più ai luoghi comuni, ai limiti da cui si sono lasciati fermare i più e decideremo di seguire la nostra vera natura e di appartenere a quel mondo insolito ed eccentrico, ma innegabilmente straordinario dei sognatori.
Marta Lock