Il valore dell’inconvenzionalità

Essere liberi

Finché non saremo capaci di rompere gli schemi… non potremo mai misurarci con la forza… della scelta di essere liberi…

La società contemporanea sembra voler determinare comportamenti e modelli che dovrebbero essere validi per tutti, per definire il confine tra ciò che è certamente giusto e migliore dal punto di vista della comunità e ciò che invece è considerato inadatto, inadeguato o al di fuori delle regole; sulla base di questi princìpi, non più basati sulla morale, sull’educazione e sul rispetto, valori che avevano strutturato il modo di vivere dei nostri nonni, bensì piuttosto su assunti e assiomi spesso persino contrari a un’etica che invece dovrebbe essere radicata, si fonda l’educazione che riceviamo in qualsiasi ambito esterno alla famiglia. Uniformarsi a quelle linee guida diviene pertanto un modo per sentirci accettati, parti di un gruppo o di un insieme senza il quale ci sentiremmo persi ed esclusi solo perché la nostra vera natura ci condurrebbe verso un’altra strada, un altro modo di pensare e di vedere le cose che potrebbe non essere conforme alle convenzioni a cui tutti gli altri intorno a noi aderiscono.

Malgrado di fatto ci sentiamo a disagio per non riuscire a esprimere la nostra autentica identità, il nostro reale modo di essere, ci spaventerebbe troppo doverci sentire isolati ed emarginati a causa della mancanza di conformità alla realtà che ci circonda, dunque continuiamo ad adeguarci a quelle regole, a quei pensieri e atteggiamenti comuni che sono necessari a farci sentire parte di quella comunità in cui inevitabilmente siamo costretti a vivere. Eppure alcuni automatismi ci stanno stretti, alcune convenzioni vanno contro la nostra visione, le regole che determinano gli atteggiamenti e i comportamenti dei più non riescono a essere allineati a ciò che realmente siamo, pertanto avvertiamo qualcosa dentro di noi che sembra invitarci in maniera sempre più incisiva a prendere in mano la nostra vita in maniera differente, inusuale, contro corrente, pur di fatto sentendoci immobilizzati dal timore di prendere una posizione davvero netta e opposta alla visione comune.

Perché preferiamo rinunciare a noi stessi, alla nostra libertà di pensare, per conformarci a ciò che la maggior parte delle persone ritiene giusto dire e fare?

Come mai abbiamo tanto timore di andare contro gli schemi precostituiti anche se di fatto non si adattano alla nostra vera essenza?

Non è forse vero che se ci guardiamo intorno in maniera più attenta, chi ha avuto il coraggio di uscire dalla gabbia del pensiero comune, dai meccanismi in cui molti scelgono di intrappolarsi, è riuscito a costruire qualcosa di nuovo e a trovare comunque persone affini con cui interfacciarsi?

La parola inconvenzionalità non esiste, eppure rende perfettamente l’idea del concetto che esprime perché il suo sinonimo, anticonformismo, spesso ha un’accezione differente, va a porsi contro le regole a prescindere, a volte persino per semplice desiderio di contestazione, mentre l’inconvenzionale decide di seguire esclusivamente se stesso, senza dover andare contro qualcuno o qualcosa, di fatto semplicemente si ascolta e sceglie di essere libero di avere un pensiero differente e non conforme, di avere un atteggiamento che non riconosce come assolutamente giusto e corretto tutto ciò che viene dall’esterno, soprattutto se non si accorda con la visione che gli appartiene e che egli sceglie per determinare le linee di demarcazione tra ciò che può accogliere e ciò che invece desidera rifiutare.

La scelta di uscire dagli schemi intrappolanti a cui la maggior parte delle persone che ci ruotano intorno sembrano volersi uniformare, di fatto ci libera da tanti limiti che ci imponevamo, ci fa sentire forti e sicuri della nostra personalità, del nostro coraggio propositivo che non ci mette nella condizione di avere bisogno di rientrare all’interno di qualcosa di già predefinito bensì ci mostriamo per come siamo anche scegliendo qualcosa che non si adegua al pensiero comune.

Anche quando scegliamo di utilizzare una parola che non esiste solo perché il concetto che esprime è perfettamente adeguato al pensiero da cui è scaturita.

 

Marta Lock